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Gli spaghetti gourmet? L’eccellenza arriva dal borgo in provincia di Pisa

di Sabrina Chiellini
Gli spaghetti gourmet? L’eccellenza arriva dal borgo in provincia di Pisa

Quelli fatti nel pastificio Martelli sono stati inseriti tra i Prodotti Agroalimentari della Toscana (Pat): cosa significa

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LARI. Di riconoscimento in riconoscimento. Gli spaghetti di Lari, fatti nel pastificio Martelli, sono stati inseriti tra i Prodotti Agroalimentari della Toscana (Pat) che ora salgono a 467. Inconfondibili spaghetti non solo per la qualità e il sacchetto giallo, diventato una tradizione, così come lo è la produzione della pasta nel borgo in provincia di Pisa, conosciutissimo già per la ciliegia di Lari Igp, che di recente si è fuso con il comune limitrofo di Casciana Terme. Proprio ai piedi del Castello di Lari c’è la Via dei Pastifici, voluta dai titolari dell’omonimo pastificio.

Dove nascono

È qui che nascono gli spaghetti di Lari (insieme a spaghettini, penne classiche, maccheroni di Toscana e fusilli di Pisa) . Lavorazioni, modi e strutture produttive seguono la tradizione artigianale e da qui “partono” verso le tavole di tutto il mondo. I Pat della Regione rappresentano un immenso patrimonio ereditato dal sapiente lavoro di chi sul territorio ha nobilitato i prodotti locali con ricette straordinarie che sono diventate un simbolo della Toscana. Una base solida e di estrema qualità per avviare politiche integrate di sviluppo territoriale e, più in generale, una risorsa per lo sviluppo del comparto agroalimentare che la Regione si impegna a valorizzare. Una delle caratteristiche che rende questi spaghetti unici è l’estrusione lenta che permette all’impasto di trattenere più aria.

Il pensiero

«È il nostro punto di forza – dice Dino Martelli – e ci piace differenziarci dai prodotti industriali». Il bronzo dell’estrusore, un metallo che oppone resistenza al passaggio dell’impasto, restituisce un prodotto dalla superficie ruvida, ottima per trattenere il sugo. Estrusione lenta e trafilatura al bronzo permettono agli spaghetti di Lari di essere più porosi e quindi cuocere in modo più omogeneo. Segue la lenta asciugatura su bastoni o “canne”, dove gli spaghetti subiscono una prima fase di incartamento, preparatoria alla fase molto più lunga di essiccazione. «Abbiamo lavorato a lungo per ottenere questo riconoscimento – aggiunge Martelli – Noi gli spaghetti li facciamo come nel 1944. Utilizziamo un essiccatoio che è da museo. Qui non ci sono computer e quando piove o tira vento dobbiamo ingegnarci».

Un laboratorio da vedere, lo sanno bene i turisti che quando visitano la Toscana trovano il tempo di fare una sosta nel pastificio a Lari.

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