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Lo studio

Pisa, i negozi in centro sono aumentati negli ultimi dieci anni. E anche ristoranti e locali

di Roberta Galli
Pisa, i negozi in centro sono aumentati negli ultimi dieci anni. E anche ristoranti e locali

Positivo il saldo delle aperture

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PISA. Il commercio a Pisa è vivo, non gode di ottima salute ma resiste. Una diagnosi confermata dai numeri. Non si discosta dalla tendenza nazionale, infatti, il bilancio tra aperture e chiusure di attività commerciali nel centro storico di Pisa. È quanto emerge dai dati, relativi al 2022, offerti dall’Osservatorio sulla demografia d’impresa delle città italiane realizzato da Confcommercio.

Lo studio

Un lavoro che traccia un quadro senza sostanziali variazioni rispetto agli ultimi 10 anni: nel centro storico sono 137 le attività di commercio al dettaglio registrate al 2022, contro le 132 del 2012. Nel complesso salgono a 282 le imprese registrate, anche grazie alla crescita del comparto dell’accoglienza e della ristorazione. Mentre per quanto riguarda Pisa e la sua provincia, nell’ultimo anno sono 2.173 le nuove imprese registrate, a fronte di 2. 026 cessazioni, con un saldo positivo di 147 imprese e un tasso di crescita dello 0, 35%, leggermente inferiore alla media nazionale, ma tra i più alti della regione.

Le reazioni

«Nonostante il contesto profondamente condizionato dalle gravi tensioni provenienti dallo scenario geopolitico, dall’inflazione, dall’aumento dei costi energetici e dalla persistente difficoltà di reperimento di manodopera qualificata il 2023 – spiega Stefano Maestri Accesi, presidente di Confcommercio Provincia di Pisa – abbiamo chiuso con numeri positivi per la dinamica d’impresa del nostro territorio. Nell’intera Toscana, Pisa si conferma tra le province con il più alto tasso di crescita rispetto al 2022, al terzo posto, dietro a Grosseto e Prato. Un segnale incoraggiante, anche considerando il complessivo rallentamento della dinamica imprenditoriale nell’ultimo decennio».

Dati che dimostrano la tenuta del tessuto economico del territorio nonostante gli anni devastanti della pandemia e un contesto in cui il sentimento degli imprenditori mostra una preoccupazione sempre più profonda.

«I negozi di vicinato sono l’anima delle nostre città e dei nostri borghi – afferma Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio Pisa -: le strade, le piazze, i paesi dove ci sono saracinesche alzate hanno una vivibilità sicuramente migliore rispetto a cui territori dove invece c’è desertificazione commerciale, questo è un dato di fatto riconosciuto anche da amministrazioni comunali e forze dell’ordine».

Ma non solo. «In un contesto economico oggettivamente difficile – conclude Pieragnoli – dove il potere di acquisto delle famiglie si è ulteriormente ridotto, mentre inflazione e costo delle bollette aumentano e i mutui sono triplicati, i negozi di vicinato giocano ancora un ruolo importantissimo e possono vincere la partita puntando su quelle caratteristiche che rendono uniche le nostre attività».

Moda che passione

Allargando lo sguardo al comparto moda, Pisa è in linea con la media nazionale, mentre in provincia i punti vendita del settore abbigliamento e calzature scendono dai 1. 026 del 2021 ai 1. 005 del 2022 (21 attività in meno) su un totale di 12. 079 registrati nell’intera Toscana, ma il sentimento tra gli imprenditori è all’insegna della fiducia. Anche per Lorenzo Nuti presidente di Federmoda Confcommercio Pisa.

«Siamo nel periodo dei saldi, una stagione fondamentale per le nostre attività e per il fatturato dell’intero anno – spiega Nuti -. Anche i dati FederModa evidenziano il picco maggiore dell’andamento delle vendite tra gennaio e marzo, proprio in corrispondenza con gli sconti invernali. Auspichiamo un trend in crescita rispetto all’anno scorso, anche grazie all’introduzione della data unica del 5 gennaio a livello nazionale che ha sicuramente significato maggiore chiarezza, e al nuovo Codice del Consumo. Una novità positiva all’insegna della trasparenza con l’obiettivo di tutelare il consumatore, spesso disorientato da dinamiche di vendita aggressive e poco chiare. Da questo punto di vista i negozi di vicinato rappresentano una garanzia di trasparenza e sicurezza: molti imprenditori si stanno specializzando cercando di offrire servizi sempre più personalizzati e con un occhio di riguardo alla sostenibilità dei capi, garantendo un’assistenza completa e dedicata al cliente anche nella fase di post vendita».




 

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