Il Tirreno

Impianti

Livorno, ritornerà il calcio nella foresta: il Busoni va alla Virtus?

di Flavio Lombardi

	L'ex campo sportivo dell'Antignano (foto archivio Silvi)
L'ex campo sportivo dell'Antignano (foto archivio Silvi)

Dopo anni di abbandono l’ex impianto dell’Antignano Calcio riprenderà a vivere. In corsa per aggiudicarsi la gestione c’era anche il Portuale di Mirco Peiani

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Dopo anni di abbandono, quel campo storico nel cuore di Banditella, diventato ormai una foresta, potrebbe tornare a nuova vita. Il futuro del campo Busoni – che fu sede del defunto Antignano Calcio – si avvicina all’atto finale: domani (martedì 20) si conoscerà il parere della commissione delegata e il punteggio che la stessa avrà assegnato ai piani di riqualificazione presentati.

Solo allora conosceremo il nome di chi sarà l’aggiudicatario, anche se nei corridoi del Comune si dice che l’impianto andrà alla Virtus Livorno, che aveva proposto il progetto di partenariato pubblico-privato. In lizza anche il Portuale Livorno, società ricondotta a Mirco Peiani, patron di Uappala (indagato nei giorni scorsi per una presunta associazione per delinquere in ambito turistico-alberghiero finalizzata alla truffa allo Stato, all’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e alla bancarotta). Due realtà in competizione per la gestione quindicennale, con la Virtus che partiva svantaggiata con investimenti di certo non in linea con la concorrenza, che ora sembra ad un passo dalla “vittoria”.

La proposta Virtus

La Virtus aveva previsto l’impegno di un mutuo di dieci anni da accendersi col Credito Sportivo, atto alla realizzazione di un intervento per un totale di 370 mila euro «perché noi siamo piccolini e più di tanto non possiamo fare», era stato spiegato. Assicurando con questa cifra la rimozione degli abusi edilizi commessi nel tempo e sempre presenti, l’ampliamento dei locali spogliatoi, il rifacimento dell’impianto di illuminazione, la creazione di una sala riunioni, la sede e una sala per l’ascolto in ausilio alle politiche sociali. In programma anche lo smaltimento della vecchia tribuna in ferro non più a norma, sostituendola con una nuova e certificata; e poi, il campo a 11, uno a quattro e uno a cinque.

I tempi

Dopo la decisione della commissione dovrà seguire la firma della convenzione e la presentazione di altra documentazione. I tempi burocratici dicono quindi che si arriverà attorno alla prima settimana di settembre affinché la società che avrà acquisito diritto alla gestione, si possa sentire “padrona di casa” davvero. E inizi la rinascita dell’area. Auspicata da tanti residenti stanchi del degrado sotto le finestre.

Il tentativo del Portuale

Nel frattempo, si era inserita anche la concorrenza del Portuale Livorno, che già ha la concessione del Marcacci (zona PalaMaccchia) e non erano mancate polemiche negli ambienti sportivi per una politica considerata accaparratrice e non in linea con certi disciplinari che regolamentano le assegnazioni, proprio per non creare situazioni di monopolio e che presenterebbe automaticamente gli estremi per una esclusione dal ruolo di legittimo pretendente.

Tutto da vedere quindi che il Comune avrebbe assegnato il Busoni al Portuale: proprio in virtù di questo principio si contestava da parte della Virtus proprio il semplice tentativo di prenderlo.

«I recenti fatti di cronaca raccontati dai giornali che non ci fanno certo piacere sul piano umano- dice Barbato – dovrebbero aumentare le nostre speranze di vincere il bando, perché chi rappresenta il Portuale non avrebbe neppure i requisiti richiesti per l’ammissibilità della domanda». Barbato si sfoga: «Si era sparsa la voce che eravamo spacciati, senza campo. Abbiamo perduto una quindicina di bimbi fra i 2008 e i 2011 e questa è una ferita. Restiamo con i circa 90 ragazzi le cui famiglie ci hanno dato fiducia, contando di crescere nel tempo. Abbiamo abbandonato la senior, puntando tutto sui ragazzi e pianificando una nostra cantera». Per il Busoni, nel caso sia assegnato alla Virtus, si procederà con lavori a step, pianificando le opere senza mai interrompere l’attività che potrebbe cominciare già verso settembre ottobre. Fine definitiva di un possibile cantiere, dicembre 2025. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA