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Esondazione del Fine, l’acqua distrugge le rotoballe e gli animali sono senza cibo: «Abbiamo solo dieci giorni...»

Esondazione del Fine, l’acqua distrugge le rotoballe e gli animali sono senza cibo: «Abbiamo solo dieci giorni...»

L’appello della famiglia Barani: «190 bovini hanno rischiato di annegare, fieno e paglia ci servivano per aiutarli». Parte la solidarietà per aiutarli

26 ottobre 2024
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CASTELLINA. Corsa contro il tempo per salvare un allevamento messo in ginocchio dalla violenta ondata di maltempo che ha flagellato ancora una volta il livornese. La spaventosa esondazione del fiume Fine, tra la notte di venerdì 25 e sabato 26 ottobre, ha travolto l’azienda ed il caseificio della famiglia Barani che si trova in località Le Badie proprio al confine tra Rosignano Marittima e Castellina cinta da un lato dal Fiume Fine e dall’altro dal torrente Marmolaio. A fornire una prima ricognizione è ancora Coldiretti Livorno che, attraverso i suoi tecnici, sta effettuando i sopralluoghi nei territori e nelle aziende interessate dall’emergenza. 

190 bovini hanno rischiato di annegare

La grande quantità di acqua caduta in poche ore ha velocemente gonfiato il fiume Fine e fatto collassare canali e fossi che si sono riversati nei terreni dell’azienda zootecnica rischiando di annegare i 190 bovini da latte che per fortuna si trovano nella stalla sopraelevata rispetto al livello dell’acqua.

I danni: animali senza cibo

L’azienda, senza correte elettrica dalla scorsa notte, conta già i danni, pesantissimi: da buttare i prodotti freschi conservati nelle celle frigorifero, 30 quintali di latte oltre a formaggi ed altri prodotti caseari destinati ai mercati così come centinaia di rotoballe di paglia e fieno, trascinate e spolpate dall’acqua per decine di metri, indispensabili per l’alimentazione del bestiame. Investito anche il magazzino degli attrezzi, il trattore non si accende più: l’acqua, mista al fango, è entrata nel motore.

«Abbiamo al massimo 10 giorni di autonomia»

«Abbiamo una settimana massimo dieci giorni di autonomia. – racconta disperato il giovane allevatore Filippo Barani – Senza elettricità non possiamo utilizzare le attrezzature per la mungitura delle nostre mucche, ne emungere l’acqua dal pozzo per abbeverarle. Stiamo cercando un generatore che ci permetta almeno di mungere: le mucche soffrono e rischiano di ammalarsi». Gran parte delle 800 rotoballe, sistemate una sopra l’altra, e coperte da un telone, marciranno. «Mesi di lavoro che spariscono nel nulla. Quel fieno e quella paglia ci serve per dare da mangiare agli animali. – spiega ancora sconsolato Filippo - Ci permette di alimentarli con fienagione di qualità e di fare un prodotto superiore. Ora dovremo comprarli».

L'appello della famiglia

L’appello della famiglia Barani è stato raccolto subito da Coldiretti Livorno che ha già fatto partire il tam tam tra gli allevatori per recuperare fieno e paglia da donare all’azienda. «Siamo sempre stati una famiglia di persone speranzose ed ottimiste - spiega ancora - ma di fronte a questi eventi siamo impotenti».

L’emergenza maltempo ha interessato tutta la piana di Cecina. L’acqua ha invaso, così come accaduto per la Val di Cornia negli scorsi giorno, centinaia di terreni coltivati ad ortaggi mentre sale la preoccupazione per la raccolta delle olive continuamente interrotta dalle piogge.

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