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Obbligo di polizza anti-catastrofi, le imprese esultano per il rinvio: le nuove scadenze

di Matteo Tuccini
Obbligo di polizza anti-catastrofi, le imprese esultano per il rinvio: le nuove scadenze

In questi giorni le associazioni di categoria stanno facendo incontri e formazione

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Un provvedimento frettoloso e scritto «sull’onda dell’emotività per le alluvioni recenti», secondo Michela Fucile di Confartigianato. Una norma difettosa, a detta dello stesso deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi. Ma soprattutto «una tassa occulta», secondo molti imprenditori. L’obbligo di assicurarsi contro i danni da catastrofi naturali è riuscito nell’obiettivo di mettere tutti d’accordo, ma al contrario: ecco perché il rinvio deciso dal Governo viene accolto con sollievo dalle imprese.

Il rinvio

L’obiettivo iniziale era convincere le attività a mettersi al sicuro dai disastri naturali, considerati sempre più frequenti. Con una polizza da sottoscrivere entro il 31 marzo. Come precisa Confesercenti, però, «è stata decisa la proroga al 1° ottobre per le Il rinvio deciso dal Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, sarà differenziato a seconda della dimensione delle imprese: il termine è differito al 1º ottobre 2025 per le medie imprese e al 1º gennaio 2026 per le piccole e micro imprese. Rimane invece fermo al 1º aprile il termine per le grandi imprese, per le quali non scatteranno però le sanzioni: per ulteriori 90 giorni non si terrà infatti conto dell’eventuale inadempimento dell’obbligo di assicurazione nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali», si spiega.

I punti critici

Nel frattempo le associazioni di categoria proseguono il lavoro di informazione già avviato sul territorio. «Il tema è sicuramente attuale – spiegano da Confartigianato – A dimostrazione di ciò, la grande partecipazione, nella sede di Confartigianato di Lucca, all’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi. A esporre il nuovo impianto normativo, dopo i saluti del direttore di Confartigianato Roberto Favilla, è stato l’agente delle Generali, Marco Porciani, oltre a Piero Gennai e a Amedeo Porciani, il quale ha confermato che le attività iscritte al registro delle imprese dovranno stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni ai loro beni immobili e strumentali direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali (sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni). Non ha peraltro mancato di sottolineare i numerosi punti critici ancora aperti e i dubbi che espongono le imprese alle incertezze di un mercato non ancora maturo in termini di offerta; soprattutto gli imprenditori vedono questa polizza come un nuovo balzello a loro carico». L’incontro «è stata anche la giusta occasione per porre, da parte degli artigiani presenti, domande di chiarimenti a Porciani che si è ben volentieri prestato a rispondere». Per ulteriori informazioni si invita a contattare gli uffici di Confartigianato al numero 0583 47641. «La decisione di rinviare la scadenza è corretta – commenta Michela Fucile, presidente di Confartigianato – perché era stato fatto tutto troppo in fretta; non c’era il tempo materiale per potersi adeguare. Io credo che una minoranza assai esigua di imprese avesse ottemperato a questo tipo di obbligo». Secondo Confesercenti, ad oggi oltre il 90% non l’aveva sottoscritto. Anche perché non era prevista una vera e propria sanzione diretta, ma una forma di penalizzazione: «Se non sottoscrivi la polizza non puoi partecipare ai bandi pubblici. E non puoi chiedere i cosiddetti “ristori” che vengono previsti per le attività imprenditoriali che vengono danneggiate dal maltempo», precisa Fucile. Alcuni hanno anche protestato perché ritengono l’obbligo una forma di tassa occulta: «Come stabilimenti balneari – dice Francesco Giannerini, presidente di Confesercenti Viareggio – abbiamo fatto una stima dei costi: si va dai 1.000 ai 2.000 euro all’anno. Ma il problema è che, così come è formulata, la normativa non ti copre dal rischio mareggiate. Che è la minaccia reale per aziende come le nostre».

La questione delle mareggiate viene evidenziata anche da Michela Fucile: «Per attività che operano nell’ambito portuale, ha poco senso “coprirsi” dal rischio frane: è chiaro che bisogna fare delle correzioni». In una nota, Federalberghi apprezza la decisione di prorogare la scadenza «sia perché offre una prima risposta alle imprese che, già sofferenti a causa del caro bollette, vengono assoggettate a un nuovo balzello, sia perché offre l’opportunità di fare un tagliando alla norma, che mostra evidenti segni di affaticamento prima ancora di avere iniziato il primo giro di pista. Pur comprendendo l’intento del legislatore (predisporre una rete di protezione che intervenga in caso di catastrofi e calamità, prendendo atto del fatto che lo Stato non riesce a farsi carico di tutto), è doveroso sottolineare che alcune delle soluzioni che vengono proposte sono a dir poco maldestre. A livello nazionale abbiamo 8.300 km di costa, ma anche il maremoto non è coperto. Si paga per le alluvioni, ma se queste sono causate dalle precipitazioni intense (cosiddette bombe d’acqua), l'assicurazione non paga. Per non parlare del fatto che si interviene a gamba tesa su contratti già stipulati tra privati, chiedendo agli inquilini di pagare al posto dei locatori l'assicurazione sugli immobili, per di più lasciando intendere che l'eventuale risarcimento andrebbe al proprietario».

Le richieste

Federalberghi chiede «che il Governo e le Camere, durante l’iter parlamentare del decreto, si facciano carico della necessità di migliorare la normativa, quanto meno correggendo quegli aspetti che vanno contro il buon senso. Inoltre, considerando l’obiettivo solidale perseguito dalla norma, proponiamo che anche lo Stato faccia la sua parte, rinunciando all’imposta del 22% che grava su queste polizze».

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