Reflusso gastroesofageo, i consigli della nutrizionista per curarlo con la corretta alimentazione
I sintomi del reflusso gastrico possono essere suddivisi in tipici e atipici: le differenze e i rimedi
Il reflusso gastroesofageo (RGE) è una condizione medica per la quale il contenuto dello stomaco (enzimi, acido gastrico, cibo) risale nell’esofago. Si verifica perché lo sfintere esofageo inferiore, ovvero la valvola che separa lo stomaco dall’esofago, non funziona correttamente o si rilassa in modo anomalo. Presenta oltre al bruciore retrosternale svariati sintomi, tra i quali la sensazione di liquido amaro in bocca, difficoltà a deglutire, tosse cronica, raucedine, sensazione di nodo alla gola e nausea.
Le principali cause:
- Sono legate al malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore e della motilità gastrica: nel momento in cui questo muscolo si rilassa in maniera inappropriata o perde tono permette ai succhi gastrici di risalire nell’esofago.
- Altre cause molto comuni di questo disturbo sono legate ad un’alimentazione sbagliata
- Anche abitudini sbagliate come sdraiarsi subito dopo mangiato, coricarsi dopo pasti abbondanti e l’uso frequente di farmaci come antinfiammatori non steroidei (FANS), calcio-antagonisti o sedativi contribuiscono all’insorgenza di questa condizione.
- Sovrappeso ed obesità aumentando la pressione intra-addominale favoriscono la risalita del contenuto gastrico
- Stress ed ansia, alterando la motilità gastrica, concorrono a peggiorare i sintomi
- La nicotina rilassando la muscolatura e stimola la produzione di acido gastrico
- Condizioni particolari come la gravidanza influiscono sul funzionamento dello sfintere esofageo e quest’ultimo in presenza di ormoni, quali il progesterone, si rilassa mentre l’utero in crescita aumenta la pressione addominale
- l’ernia iatale è una delle cause principali del reflusso gastroesofageo poiché si verifica quando una parte dello stomaco risale attraverso il diaframma nella cavità toracica
Reflusso gastrico e malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
Per reflusso gastrico si intende il fenomeno fisico per il quale i succhi gastrici risalgono nell’esofago, se frequente e persistente (almeno due volte a settimana) si parla di malattia da reflusso gastroesofageo MRGE. La MRGE provoca danni alla mucosa esofagea e impatta significatamene sulla qualità della vita con sintomi quali il bruciore retrosternale persistente, rigurgito acido frequente, dolore toracico, tosse cronica e disfagia. La MRGE può portare complicanze quali l’esofagite (infiammazione dell’esofago), la stenosi esofagea (restringimento dell’esofago) e l’Esofago di Barret, una malattia che provoca cambiamenti nella mucosa esofagea.
Quali sono i sintomi tipici e atipici del reflusso gastrico
I sintomi del reflusso gastrico possono essere suddivisi in tipici e atipici.
I sintomi tipici, ovvero i più comuni e direttamente legati alla risalita dei succhi gastrici sono il bruciore di stomaco che si manifesta con la sensazione di bruciore al petto o dietro lo sterno e che peggiora dopo i pasti o quando ci si sdraia. Altri sintomi sono il più tipici sono il rigurgito acido ovvero la risalita di liquidi amari o acidi in bocca e il dolore retrosternale.
I sintomi atipici spesso possono portare a diagnosi ritardate poiché questi sintomi non coinvolgono direttamente l’esofago, infatti la raucedine o voce roca (soprattutto al mattino), la tosse cronica, spesso notturna e il mal di gola persistente possono essere campanelli d’allarme. Atipici possono essere anche sintomi quali l’alitosi, la nausea e la difficoltà a deglutire. L’acido prodotto dal reflusso gastrico può irritare anche le vie respiratorie provocando crisi d’asma o respiro sibilante, sintomo che, se non conosciuto, difficilmente è riconducibile al reflusso gastrico.
Le buone abitudini alimentari
Le abitudini alimentari influiscono in maniera importante nella gestione del disturbo, non è solo una questione di quello che si mangia ma anche di come, quando e quanto. È sicuramente importante strutturare la propria dieta scegliendo alimenti a bassa acidità che aiutano a diminuire l’irritazione dell’esofago, evitando cibi acidi, speziati e grassi. Buona abitudine per ridurre i sintomi del reflusso gastrico è mangiare porzioni piccole e cercare di masticare lentamente per facilitare la digestione. Cercare di evitare stress al momento del pasto, magari mangiando di fretta, alla scrivania, impegnati nel lavoro. Mangiare piano, tranquillamente, masticare bene: il pasto deve durare almeno 20 minuti. È bene poi distribuire i pasti durante la giornata, meglio cinque piccoli pasti (tre pasti principali e due spuntini) che due abbondanti. È utile evitare di mangiare nelle 2-3 ore prima di coricarsi permettendo così allo stomaco di svuotarsi prima di sdraiarsi. Dormire con un doppio cuscino può migliorare la sintomatologia notturna da reflusso. Non sedersi o distendersi dopo pranzo, in particolar modo consumare il pasto serale almeno tre ore prima di andare a letto. Gli spuntini notturni possono essere un problema serio per chi soffre di reflusso.
Rimedi naturali e integratori
Esistono diversi rimedi naturali e integratori che possono aiutare ad alleviare i sintomi del reflusso gastrico, specialmente se affiancati a un’alimentazione equilibrata e a sane abitudini quotidiane.
Uno dei più conosciuti è il gel di aloe vera, apprezzato per le sue proprietà lenitive e antinfiammatorie: può calmare la mucosa gastrica irritata e ridurre il bruciore, a patto di scegliere una versione pura e priva di aloina, da diluire in acqua prima dei pasti. Anche la liquirizia deglicirrizinata è particolarmente efficace, poiché aiuta a creare una sorta di barriera protettiva nello stomaco, attenuando gli effetti dell’acido senza alterare la pressione arteriosa, a differenza della liquirizia comune.
Tra le tisane, la camomilla svolge un duplice ruolo: non solo riduce l’infiammazione, ma aiuta anche a contrastare lo stress, un fattore che può aggravare il reflusso. Allo stesso modo, il finocchio è utile per facilitare la digestione e ridurre il gonfiore addominale, limitando così la pressione sullo stomaco.
Sul fronte degli integratori, i probiotici possono essere validi alleati, poiché migliorano la salute del microbiota intestinale, regolando la digestione e prevenendo fermentazioni che potrebbero aumentare la pressione gastrica.
Un altro rimedio interessante è rappresentato dagli alginati estratti dalle alghe brune, che formano una sorta di gel protettivo capace di galleggiare sopra il contenuto gastrico, riducendo il rischio di reflusso.
Sebbene alcuni suggeriscano l’uso dell’aceto di mele come rimedio naturale, è bene prestare attenzione: può rivelarsi utile in alcuni casi, ma per chi soffre già di un’elevata acidità, rischia di peggiorare i sintomi. Anche lo zenzero, noto per favorire la digestione, va usato con cautela, poiché in alcune persone può stimolare una maggiore produzione di succhi gastrici. Un approccio personalizzato, che combini soluzioni naturali e uno stile di vita corretto, è la chiave per gestire in modo efficace questa condizione.
* Monica Giovannini è biologa e nutrizionista a Firenze