La comunità bengalese vuole realizzare la sua moschea a Viareggio e lancia una raccolta fondi
A sostenere l’opera è l’Associazione islamica della città: per realizzarla sono stati individuati i locali dell’ex vetreria in via delle Catene
VIAREGGIO. Sono gli operai che mangiano un boccone in tutta fretta seduti sui marciapiedi della Darsena, ma anche i rider ai quali apriamo la porta quando non abbiamo voglia di uscire e ordiniamo cibo da asporto, molto spesso non italiano: la comunità cosiddetta bengalese è cresciuta, a Viareggio, e da tempo sta lavorando per avere un proprio luogo di culto. Che, in origine, avrebbe dovuto sorgere in centro città, ma – evidentemente – la trattativa per l’acquisto di un immobile commerciale in via Fratti non è andato a buon fine.
Oggi l’Associazione culturale islamica di Viareggio, che ha sede proprio in via delle Catene, lancia un appello a contribuire per l’acquisto del luogo dove far nascere la Moschea, luogo di culto della religione islamica.
In realtà, a Viareggio, un luogo di preghiera e ritrovo per la comunità islamica esiste da anni, a Bicchio, gestito da un’altra associazione. Ma la comunità bengalese è cresciuta rapidamente, svolge molteplici attività in città (molte delle quali di commercio), non compare mai nelle notizie relative a episodi di violenza o di ordine pubblico, e ci tiene ad avere un proprio luogo di culto e ritrovo. Così che gli “invisibili” diventano subito visibili, suscitando la protesta degli italiani residenti nel quartiere.
La sede della moschea sembra essere la ex vetreria di via delle Catene-angolo via Burlamacchi, dove è appeso il volantino che invita alla sottoscrizione. Un immobile molto grande, con un ampio spazio sul retro dove realizzare anche un parcheggio come mostrano le immagini che compaiono sul volantino. Sul quale campeggiano anche alcune foto che mostrano lavori già in corso d’opera.
La Costituzione italiana stabilisce che «tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume».
E nel 2017 il Governo italiano ha firmato l’accordo con le associazioni islamiche dal titolo “Patto nazionale per un islam italiano” che prevede – tra l’altro – la totale trasparenza dei finanziamenti con i quali le moschee in Italia vengono realizzate.
Più di un Tribunale amministrativo regionale (anche quello toscano sulla moschea di Pisa), inoltre, ha respinto le azioni dei Comuni che si sono opposti alla nascita di questi luoghi di culto, anche provando a incidere sui cambi di destinazione d’uso degli immobili esistenti, d a trasformare in strutture destinate alla preghiera, oltre a tutta una serie di attività culturali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA