Il caso
Casa bene-rifugio tra tassi in calo e Borse in crisi: gli immobili più ricercati in Toscana e l’andamento del mercato
Si tratta di una tendenza generale iniziata con il Covid ma adesso guerre commerciali, armate e dazi l’hanno amplificata. «È la paura di perdere i risparmi in investimenti sbagliati a far crescere la domanda»
«C’è un aumento progressivo dei piccoli investitori immobiliari, persone comuni che magari prima investivano in titoli o altri prodotti finanziari, e ora scelgono il “mattone” anche solo per mettere in sicurezza il proprio denaro», dice Andrea Oliva, responsabile nazionale del centro studi della Fimaa, la Federazione italiana dei mediatori e degli agenti d’affari affiliata a Confcommercio, la principale associazione di categoria del settore. «Anzi, le dico di più: c’è anche chi acquista immobili senza neppure metterli immediatamente a reddito», aggiunge subito dopo.
«Non ovunque le cose vanno nello stesso modo, ma è vero che c’è un mercato specifico degli immobili destinati alla rendita, soprattutto in città e località che hanno una particolare attrattività turistica ed è un segmento che negli ultimi anni sta dando segnali di vivacità», conferma il presidente regionale della stessa associazione Carlo Barbagli.
Cambiano un po’ gli accenti, non la sostanza: nell’epoca della grande incertezza internazionale, politica ma anche economica e finanziaria, non c’è solo l’oro fra i “beni rifugio” su cui puntare quando sulle piazze finanziarie si scatena l’ondata dei ribassi oppure l’inflazione aumenta ben oltre quanto è auspicato dalle banche centrali. Anche il “mattone” torna ad essere un investimento appetibile, quanto meno per chi, in anni di lavoro, è riuscito a mettere da parte un gruzzoletto, magari da lasciare ai figli, e ora teme di perderlo.
«È soprattutto la paura che ha fatto aumentare l’interesse per gli investimenti immobiliari da parte delle persone comuni – spiega Oliva -: fra guerre commerciali e armate e dazi, a livello internazionale regnano l’incertezza e soprattutto l’insicurezza. Così la preoccupazione principale diventa in prima istanza quella di proteggere il proprio denaro dall’inflazione e dall’instabilità dei mercati e in tal senso gli immobili costituiscono sicuramente un’alternativa più che valida». Al riguardo la minaccia dei dazi statunitensi è stata solo l’ultima spinta in ordine cronologico, per quanto vigorosa, in tale direzione. Perché la tendenza agli investimenti immobiliari da parte di piccoli proprietari «è iniziata dal Covid in poi e riguarda, indistintamente, tutti i centri che hanno una particolare attrattività turistica, siano essi città d’arte o località balneari, montane e anche collinari», chiarisce Barbagli. Beninteso, nei grandi numeri è difficile trovare traccia di questa tendenza. «Anche perché la stragrande maggioranza delle compravendite immobiliari continua a riguardare abitazioni destinate a prima casa», aggiunge lo stesso Barbagli. Per scovarla bisogna andare a tastare il polso agli addetti ai lavori. Oppure spulciare nei dati e nelle tendenze di contesti sì locali, ma capaci di dare indicazioni anche a livello nazionale.
È il caso, ad esempio, di Firenze: «Gli investimenti dei piccoli investitori? Altroché se sono in aumento: in particolare per quanto riguarda i fondi commerciali per i quali, come associazione di categoria, nel 2025 stimiamo il numero di transazioni in crescita del 2% e il loro valore del 3,5%», spiega, dati alla mano, il presidente della Fimaa fiorentina Arrigo Brandini. Beninteso, le acquisizioni immobiliari sarebbero in crescita anche nel centro storico del capoluogo perché «l’interesse sarebbe molto forte e lì è chiaro che si compra solo per mettere a reddito dato che i fiorentini non ci vogliono vivere», continua Brandini. Condizionale d’obbligo, però, perché «lì secondo le nostre stime gli affari immobiliari rimarranno stabili e il valore aumenterà solo dell’1, 2%». Motivo: «La battaglia in corso sugli affitti turistici, con tanti di ricorsi al Tar, frena sia acquirenti che venditori che preferiscono attendere», spiega il presidente della Fimaa. Oppure spostarsi a poca distanza: ad esempio, nei viali di circonvallazione del centro storico fiorentino, «la zona più vicina all’area Unesco ma in cui non ci sono particolari vincoli: lì prevediamo un +1, 5% per le compravendite e +2% per quanto riguarda il loro valore e si tratta soprattutto di acquisizioni immobiliari da destinare a rendita».
Poi c’è il caso delle acquisizioni della nuda proprietà: «nel 2024 sono aumentate del 4,3% e per il 2025 prevediamo una crescita ulteriore del 5%», racconta Brandini. Che poi spiega: «Chi compra, se non ha una necessità abitativa immediata, può acquistare immobili di pregio a un prezzo molto vantaggioso, oltre a mettere “in sicurezza” il proprio denaro: di solito sono investimenti che si fanno pensando ai figli». Anche sulla costa i segnali sono evidenti: «Ormai da tempo stiamo assistendo a una crescita esponenziale di acquisti di piccoli appartamenti da destinare al mercato degli affitti brevi, non solo sulle località della nostra costa ma anche in città – dice il presidente della Fimaa di Livorno Roberto Canelli -. Chi compra? In maggioranza sono famiglie del territorio, ma è in crescita anche il numero di piccoli investitori di altre zone della Toscana e d’Italia che scommettono su Livorno, in particolare fiorentini e milanesi».