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Casa bene-rifugio tra tassi in calo e Borse in crisi: gli immobili più ricercati in Toscana e l’andamento del mercato

di Francesco Paletti

	Crescono gli investimenti nel mercato immobiliare (foto d'archivio)
Crescono gli investimenti nel mercato immobiliare (foto d'archivio)

Si tratta di una tendenza generale iniziata con il Covid ma adesso guerre commerciali, armate e dazi l’hanno amplificata. «È la paura di perdere i risparmi in investimenti sbagliati a far crescere la domanda»

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«C’è un aumento progressivo dei piccoli investitori immobiliari, persone comuni che magari prima investivano in titoli o altri prodotti finanziari, e ora scelgono il “mattone” anche solo per mettere in sicurezza il proprio denaro», dice Andrea Oliva, responsabile nazionale del centro studi della Fimaa, la Federazione italiana dei mediatori e degli agenti d’affari affiliata a Confcommercio, la principale associazione di categoria del settore. «Anzi, le dico di più: c’è anche chi acquista immobili senza neppure metterli immediatamente a reddito», aggiunge subito dopo.

«Non ovunque le cose vanno nello stesso modo, ma è vero che c’è un mercato specifico degli immobili destinati alla rendita, soprattutto in città e località che hanno una particolare attrattività turistica ed è un segmento che negli ultimi anni sta dando segnali di vivacità», conferma il presidente regionale della stessa associazione Carlo Barbagli.

Cambiano un po’ gli accenti, non la sostanza: nell’epoca della grande incertezza internazionale, politica ma anche economica e finanziaria, non c’è solo l’oro fra i “beni rifugio” su cui puntare quando sulle piazze finanziarie si scatena l’ondata dei ribassi oppure l’inflazione aumenta ben oltre quanto è auspicato dalle banche centrali. Anche il “mattone” torna ad essere un investimento appetibile, quanto meno per chi, in anni di lavoro, è riuscito a mettere da parte un gruzzoletto, magari da lasciare ai figli, e ora teme di perderlo.

«È soprattutto la paura che ha fatto aumentare l’interesse per gli investimenti immobiliari da parte delle persone comuni – spiega Oliva -: fra guerre commerciali e armate e dazi, a livello internazionale regnano l’incertezza e soprattutto l’insicurezza. Così la preoccupazione principale diventa in prima istanza quella di proteggere il proprio denaro dall’inflazione e dall’instabilità dei mercati e in tal senso gli immobili costituiscono sicuramente un’alternativa più che valida». Al riguardo la minaccia dei dazi statunitensi è stata solo l’ultima spinta in ordine cronologico, per quanto vigorosa, in tale direzione. Perché la tendenza agli investimenti immobiliari da parte di piccoli proprietari «è iniziata dal Covid in poi e riguarda, indistintamente, tutti i centri che hanno una particolare attrattività turistica, siano essi città d’arte o località balneari, montane e anche collinari», chiarisce Barbagli. Beninteso, nei grandi numeri è difficile trovare traccia di questa tendenza. «Anche perché la stragrande maggioranza delle compravendite immobiliari continua a riguardare abitazioni destinate a prima casa», aggiunge lo stesso Barbagli. Per scovarla bisogna andare a tastare il polso agli addetti ai lavori. Oppure spulciare nei dati e nelle tendenze di contesti sì locali, ma capaci di dare indicazioni anche a livello nazionale.

È il caso, ad esempio, di Firenze: «Gli investimenti dei piccoli investitori? Altroché se sono in aumento: in particolare per quanto riguarda i fondi commerciali per i quali, come associazione di categoria, nel 2025 stimiamo il numero di transazioni in crescita del 2% e il loro valore del 3,5%», spiega, dati alla mano, il presidente della Fimaa fiorentina Arrigo Brandini. Beninteso, le acquisizioni immobiliari sarebbero in crescita anche nel centro storico del capoluogo perché «l’interesse sarebbe molto forte e lì è chiaro che si compra solo per mettere a reddito dato che i fiorentini non ci vogliono vivere», continua Brandini. Condizionale d’obbligo, però, perché «lì secondo le nostre stime gli affari immobiliari rimarranno stabili e il valore aumenterà solo dell’1, 2%». Motivo: «La battaglia in corso sugli affitti turistici, con tanti di ricorsi al Tar, frena sia acquirenti che venditori che preferiscono attendere», spiega il presidente della Fimaa. Oppure spostarsi a poca distanza: ad esempio, nei viali di circonvallazione del centro storico fiorentino, «la zona più vicina all’area Unesco ma in cui non ci sono particolari vincoli: lì prevediamo un +1, 5% per le compravendite e +2% per quanto riguarda il loro valore e si tratta soprattutto di acquisizioni immobiliari da destinare a rendita».

Poi c’è il caso delle acquisizioni della nuda proprietà: «nel 2024 sono aumentate del 4,3% e per il 2025 prevediamo una crescita ulteriore del 5%», racconta Brandini. Che poi spiega: «Chi compra, se non ha una necessità abitativa immediata, può acquistare immobili di pregio a un prezzo molto vantaggioso, oltre a mettere “in sicurezza” il proprio denaro: di solito sono investimenti che si fanno pensando ai figli». Anche sulla costa i segnali sono evidenti: «Ormai da tempo stiamo assistendo a una crescita esponenziale di acquisti di piccoli appartamenti da destinare al mercato degli affitti brevi, non solo sulle località della nostra costa ma anche in città – dice il presidente della Fimaa di Livorno Roberto Canelli -. Chi compra? In maggioranza sono famiglie del territorio, ma è in crescita anche il numero di piccoli investitori di altre zone della Toscana e d’Italia che scommettono su Livorno, in particolare fiorentini e milanesi».

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