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Massimiliano Sartor, il professore morto in moto a 56 anni a Livorno: il dolore a scuola, i libri e quel che rimane da chiarire sullo scontro

di Claudia Guarino
Massimiliano Sartor, il professore morto in moto a 56 anni a Livorno: il dolore a scuola, i libri e quel che rimane da chiarire sullo scontro

L'uomo è finito contro un’auto ed è stato sbalzato sull’asfalto. Da qualche tempo frequentava il corso Tfa a Pisa, già seguito dalla sua compagna

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LIVORNO. Lo scontro con l’auto, la carambola e il volo sull’asfalto per una decina di metri. Poi l’arrivo dei soccorsi e gli innumerevoli tentativi di rianimazione. Ma purtroppo, alla fine, il medico del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Il 56enne professore d’informatica Massimiliano Sartor è morto lì, in via Leonardo Da Vinci, mentre andava in direzione di Pisa in sella alla sua moto.

Lo scontro

È successo tutto intorno alle 11, sulla strada di fronte all’azienda Grandi Molini. Per motivi ancora in corso d’accertamento c’è stato un violento scontro tra la moto di Sartor e (almeno) un’auto che viaggiava in direzione opposta. Ricevuta la segnalazione, sul posto la centrale operativa del 118 ha inviato un’ambulanza della Svs e l’automedica. Nel frattempo sono arrivate anche le pattuglie della polizia municipale di Livorno, che hanno chiuso al traffico la strada e anche uno svincolo della Fi-Pi-Li fino alla conclusione dei rilievi e alla rimozione della salma. Operazioni, queste, che hanno richiesto alcune ore di tempo per essere portate a termine.

I veicoli

Soccorritori e agenti, quando sono arrivati, hanno trovato due auto ferme a bordo strada nella corsia in direzione di Pisa: una Peugeot di colore scuro e, più indietro di qualche metro, un’auto chiara con evidenti danni nella parte anteriore sinistra, lato guidatore. La moto, invece, dopo l’urto, ha girato su se stessa finendo nella stessa corsia delle due auto e Sartor è stato sbalzato sull’asfalto per una decina di metri finendo oltre l’auto chiara. È qui che, sull’asfalto, i soccorritori hanno effettuato i tentativi di rianimazione.

La dinamica

La dinamica dell’incidente è ancora in corso d’accertamento da parte della polizia municipale e, secondo una prima ricostruzione, sembra che la moto stesse viaggiando in direzione di Livorno, quindi nel senso di marcia opposto rispetto a quello tenuto dalle due auto. A un certo punto la moto e l’auto chiara avrebbero per qualche motivo impattato e il centauro avrebbe perso il controllo del mezzo. Una delle ipotesi al vaglio degli agenti della polizia municipale, che hanno già inviato gli atti in Procura, è che l’impatto possa essere avvenuto in fase di sorpasso. E questo vorrebbe dire che ci sarebbe stata un’altra auto (quella cioè che il motociclista potrebbe aver superato) che, però, all’arrivo di soccorritori e forze dell’ordine era già andata via. Non è d’altra parte ancora chiaro se la Peugeot abbia avuto un qualche ruolo nell’incidente e, in caso, quale.

Le indagini

Le indagini, comunque, sono ancora in corso e restano vari punti da chiarire. Per questo i mezzi sono stati sequestrati e la salma di Sartor è stata trasportata all’obitorio del cimitero dei Lupi e messa a disposizione del magistrato che potrebbe decidere di disporre l’autopsia. In Procura, d’altra parte, con ogni probabilità sarà aperto un fascicolo per omicidio stradale colposo, come atto dovuto in casi simili.

Il dolore

La notizia della morte di Massimiliano Sartor è stata come un fulmine a ciel sereno per tutto il personale dell’Iti Galilei, dove il 56enne lavorava come docente d’informatica. «Non ci posso credere – ha detto una collega – l’avevo visto pochi giorni fa. Era una persona sensibile e dolce. Un ragazzo d’oro». 

Il professor Sartor da qualche tempo frequentava a Pisa (città in cui abita la madre) i corsi del Tfa per ottenere la specializzazione sul sostegno. Gli stessi corsi che erano stati frequentati anche dalla compagna, docente di matematica al Cecioni. Autore di libri legati all’informatica, Sartor era un docente molto apprezzato a Livorno, dov’era residente. «È sempre stato un uomo sensibile e preparato». Adesso i familiari sono in attesa che la salma del loro caro sia liberata in modo tale da poter organizzare l’ultimo saluto.


 

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