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Darsena Europa, rabbia Salvetti: «Basta rallentamenti al percorso»

di Giulio Corsi
Darsena Europa, rabbia Salvetti: «Basta rallentamenti al percorso»

Il sindaco di Livorno: «La priorità è accelerare i bandi per trovare il soggetto privato e farsi garantire i fondi»

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LIVORNO. Da inizio 2025 il moto ondoso intorno alle banchine livornesi è in continuo aumento. Prima il passo avanti di Msc, Neri e Lorenzini per la Darsena Europa, ora l’annuncio da parte del commissario Luciano Guerrieri dell’inizio imminente dei lavori a mare. In mezzo la scadenza della presidenza dell’Autorità portuale, la partenza del segretario generale Paroli per Genova, il rumor insistente negli ambienti portuali e politici di un avvicendamento tra Guerrieri e Gariglio che porterebbe di fatto a un azzeramento dei vertici di palazzo Rosciano. Che a sua volta potrebbe – condizionale d’obbligo, ma timore realistico – avere ricadute anche sul complicato iter per la costruzione e la concessione del maxi terminal. Non a caso il mantra del cluster portuale e della politica in questi mesi è stato uno solo: la necessità di continuità dell’azione amministrativa.

In questo quadro c’è la città (lèggi l’amministrazione comunale) che può solo osservare, poiché con la nuova legge i sindaci non hanno più un ruolo nella scelta del presidente, né nelle dinamiche portuali.

Luca Salvetti, come vive queste fibrillazioni in porto?

«Sono arrabbiato e innervosito perché sulla vicenda Darsena Europa siamo veramente all’ultimo chilometro e vedo in giro troppi elementi che non contribuiscono allo sprint finale vincente».

A cosa si riferisce?

«Intanto al percorso sulla nuova governance dell’Autorità di sistema che coincide pari pari con le settimane cruciali per autorizzazioni, intese, delibere, bandi di gara, posa della prima pietra per le opere a mare e coinvolgimento dei privati nella realizzazione e gestione. Noi abbiamo sempre detto che serviva la continuità e scelte che non rallentassero il cammino».

Dunque?

«Chiedo rassicurazioni in questo senso, perché al di là degli interessi personali, imprenditoriali e politici noi dobbiamo sostenere solo ed esclusivamente l’interesse di Livorno e del suo porto».

Intanto martedì si riunisce la cabina di regia istituita dal prefetto. È uno strumento che può servire?

«L’ho già detto, il tavolo voluto dal prefetto è cosa buona perché mette insieme tutti i soggetti e li fa dialogare».

Però...?

«Quel tavolo però deve andare avanti con delle priorità e tra queste prima di parlare di messa a reddito delle aree già utilizzabili deve assolutamente sbloccare la parte burocratica per l’inizio dei lavori a mare, dare un’accelerata ai bandi che servono per l’individuazione del soggetto privato partendo da chi ad ora ha mostrato il proprio interesse, e farci garantire sotto il profilo economico l’impegno chiaro e solido del governo. È indubbio infatti che la pianificazione del nostro porto negli ultimi 10 anni con il suo nuovo Piano Regolatore oltre a promuovere la razionalizzazione della destinazione d’uso del territorio portuale esistente abbia previsto di realizzare l’espansione a mare attraverso la realizzazione della nuova darsena dedicata ai containers nella sua prima parte proprio per non relegare lo scalo labronico ad un ruolo ancillare a causa delle difficoltà infrastrutturali di cui soffriamo da troppo tempo. Questa bussola non va mai persa, in nessun passaggio che viene affrontato».

Sull’assegnazione provvisoria dei piazzali il prefetto ha espresso posizioni molto nette, sottolineando più volte la necessità di metterli subito a reddito. Mentre Guerrieri nell’intervista al Tirreno pubblicata ieri ha detto che “la fase che stiamo attraversando rende necessario arrivare quanto prima al terminal contenitori e la coesistenza dell’obiettivo con usi transitori deve essere valutata su progetti reali”. Anche lei, come Guerrieri, è cauto o addirittura contrario all’apertura a lotti e su una concessione temporanea?

«Nessuno mi sembra che si sia opposto all’utilizzo a lotti delle aree dove sono le vasche di colmata, basta essere chiari sulla temporaneità e sul fatto che ciò debba avvenire fino al momento in cui chi vincerà il bando potrà iniziare il proprio lavoro, sperando che questo avvenga il più rapidamente possibile. Questa eventuale assegnazione insomma non dovrà essere un freno alla concretizzazione dell’intera opera e soprattutto non la potrà snaturare rispetto alle finalità di quelle aree. Vi sono poi dubbi da chiarire rispetto alla possibilità di utilizzo immediato di quelle aree senza ulteriori investimenti e attività di un qualsiasi privato interessato. E queste attività ed investimenti come verranno gestiti rispetto ad una fase molto provvisoria e speriamo breve di utilizzo?».

Insomma, teme come molti operatori che l’assegnazione dei piazzali diventi un freno rispetto ai tempi di realizzazione del maxi terminal?

«Dico che è bene essere tutti determinati e orientati verso l’obiettivo principale: gara e assegnazione della Darsena Europa. E fare attenzione a strade che possano rallentare quella direzione. I numeri anche recentemente illustrati e commentati da Assoporti ci fanno vedere che il nostro scalo è assolutamente competitivo in tutte le tipologie di merce e tra tutti è quello che ha i maggiori margini di crescita, una crescita che sarà propizia per tutti gli operatori ma soprattutto per i lavoratori del porto. Di fronte a questo quadro non possiamo tollerare situazioni e atteggiamenti che mettano in discussione la crescita e l’evoluzione positiva. Ognuno di noi è convinto o dovrà convincersi di questo, e quando dico ognuno di noi parto dal governo con ministro e viceministro e arrivo al singolo lavoratore, passando da sindaco, prefetto, presidente dell’autorità portuale, operatori del porto, sindacati e partiti politici».

Il possibile azzeramento della governance di Palazzo Rosciano quanto la preoccupa?

«C’è preoccupazione. Le amministrazioni che possono avere continuità lavorano meglio, me ne sto rendendo conto all’inizio del mio secondo mandato da sindaco in cui non abbiamo perso un giorno nel portare avanti i nostri progetti. Speravamo che ciò potesse avvenire anche in porto, se dovesse esserci un azzeramento dei vertici sarà difficilissimo per chi arriva rimettere in fila le cose e andare al ritmo necessario. Nel caso in cui avvenga, il mio pressing sarà massimo, lo chiede la città lo chiedono i livornesi».

Queste parole sono l’auspicio da parte sua che Guerrieri possa essere confermato? E ha condiviso questa posizione col presidente Giani?

«Io sono dell’idea che i Comuni dovevano continuare ad esprimersi nella scelta come era fino a qualche tempo fa. È stata cambiata linea e io al presidente Giani, nella piena correttezza istituzionale, ho sempre e solo posto il suggerimento che guardava alla continuità del lavoro».

Qualora dovesse prevalere la scelta di un rinnovamento alla presidenza dell’Authority vede possibile ipotizzare uno sdoppiamento di figure tra il commissario di Darsena Europa e il presidente di Adsp, fino ad oggi riunite nella sola persona di Guerrieri?

«La divisione potrebbe anche esserci, anche se, mi dicono, andrebbero riviste alcune cose a livello burocratico, il Governo da questo punto di vista ha tutti gli strumenti per capire che cosa è meglio per la grande opera livornese. Al momento la Darsena Europa ha un commissario ma anche una squadra di dirigenti e tecnici che sta lavorando e conosce tutti i risvolti dell’iter in atto, questo è un patrimonio senza ombra di dubbio che garantisce la massima rapidità per un lavoro intorno al quale in passato si è già perso troppo tempo». 

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