Licenziamento «illegittimo» di un dirigente all’Adsp di Civitavecchia: le motivazioni della sentenza
Pubblicato l’estratto della sentenza con la quale la Corte d’Appello di Roma ha confermato quanto era stato già stabilito dal Giudice del lavoro
CIVITAVECCHIA. Sono state pubblicate le motivazioni con le quali la Corte di Appello di Roma ha respinto il ricorso presentato dai legali dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale contro il reintegro in servizio disposto dalla Sezione Lavoro del Tribunale di Civitavecchia relativamente al dirigente Malcom Morini, licenziato nel marzo del 2023. Le motivazioni addotte dai giudici della Corte d’Appello sono praticamente le stesse che avevano portato il Giudice del Lavoro ad accogliere il ricorso di Morini e condannato l’ente a reintegrarlo in servizio e a pagargli tutti gli stipendi non percepiti fino al settembre 2024, quindi praticamente un anno e mezzo.
«Il trasferimento del lavoratore ad altra posizione lavorativa creata in quel momento e poco dopo soppressa – scriveva il Giudice del Lavoro nella prima sentenza – non può che ritenersi preordinato a conseguire un risultato vietato dalla legge, ovvero ad individuare il dirigente destinatario del licenziamento non sulla base di criteri oggettivi e conformi a buona fede, bensì in modo arbitrario».
I Giudici della Corte d’Appello, che hanno richiamato al riguardo anche una recente sentenza della Corte Costituzionale, ribadiscono che «il licenziamento intimato in frode alla legge, in quanto del tutto arbitrario ed avulso dalla disciplina legislativa, è sanzionabile con la tutela reintegratoria poiché riconducibile al motivo illecito determinante ex articolo 1345 del codice civile, e in ogni caso, ad altri casi di nullità previsti dalla legge di cui all’ex articolo 1344 dello stesso codice civile».
I Giudici capitolini aprono poi un altro fronte, che potrà avere ulteriori ripercussioni nei procedimenti in corso e che riguardano gli altri tre dirigenti licenziati dall’Autorità Portuale. Nella procedura, l’Autorità Portuale ha infatti richiamato griglie di valutazione che non sono state allegate alle lettere di licenziamento e che sono state prodotte solo nel giudizio davanti al Giudice del Lavoro.
«Griglie – si legge nella sentenza – che sono state elaborate senza alcuna preventiva determinazione dei criteri oggettivi ad essere sottese e che, pertanto, non hanno consentito una concreta e sostanziale comparazione dei profili dirigenziali interessati dal conferimento degli incarichi conseguenti alla riorganizzazione, in quanto non accompagnate da criteri di ponderazione di ciascun parametro valutativo». Anche in questo giudizio, l’ente portuale civitavecchiese è stato condannato al pagamento in favore di Morini delle spese di lite del grado, pari a 4.300 euro, oltre alle spese accessorie e tributarie. Ulteriori elementi che, sommati ai precedenti con particolare riguardo all’anno e mezzo di stipendi pagati al dirigente non in servizio, potrebbero attirare anche l’attenzione della Corte dei Conti.