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Dai piumoni alle passeggiate: come aiutare i cani che non hanno una casa a sentirsi amati

di Linda Salvadri (*)

	Un cane che passeggia
Un cane che passeggia

L’adozione di un cane può essere troppo impegnativa. Ma si può lo stesso aiutarli dedicando loro del tempo: l’idea del canile “Valle Incantata” di Lajatico

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Ogni mese a casa mia si fa pulizia tra piumoni, coperte, lenzuoli, crocchette e snack. E io invece di buttarli do loro una seconda vita. È così che mensilmente vado a fare visita al Canile "Valle Incantata" a Lajatico, in provincia di Pisa. Sono semplici cose, che per noi possono essere scontate, ma che per un canile sono un vero sostegno. E per me è un modo per aiutarlo.

Sono sempre stata felice di sostenere le strutture di accoglienza per i trovatelli e per i cuccioli, anche se una volta che ci entro vorrei non uscirne mai. Ogni volta vedere tutti quei cuccioli che sono stati "salvati" e che cercano una nuova famiglia mi stringe il cuore, e mi dispiace pensare che passino anni, se non tutta la vita in alcuni casi, all’interno di un box o di una gabbia.

Da questo pensiero mi sono chiesta: come posso regalare loro anche solo un momento di felicità e dare una mano alla struttura che li ospita?

È iniziata completamente per caso questa esperienza, che ora si è trasformata in una visita mensile, dove per tutto il pomeriggio rimango al canile per far passare una giornata fuori dalla sbarre ad alcuni dei cani. Per noi una semplice camminata, una passeggiata, non costa davvero nulla. Ma chi è al guinzaglio non ha prezzo vedere dopo tanto tempo cosa c’è all’esterno, annusare nuovi odori e conoscere nuove persone.

Mi ricorderò sempre del primo cane che ho portato fuori: Geraldo. È un simil corgi, anzianotto, una decina di anni, ma non gli è mai svanita la voglia di correre e di giocare.

Presi il guinzaglio, ci incamminammo e ancora oggi ricordo i salti che fece per tutto il tempo a spasso nei campi. Capii quanto emozionante può essere una passeggiata per queste giovani anime innocue; la felicità che aveva era indescrivibile. Era anzianotto e probabilmente pativa tanto il freddo, perché aveva la sua cuccia dentro una stanzina in legno, con un soffice plaid. Per due ore e mezza mi sono divertita a sporcarmi di fango, mentre lui, felice, annusava spensierato un po’ di natura. E credo che siano state le ore meglio spese, perché in quel momento non esisteva né telefono e né fretta, ma solo ed esclusivamente la tranquillità e il rumore della natura.

Come ho fatto io, tantissime altre persone sono venute a portare fuori, e a conoscere tantissimi altri cani. Chi lo coccolava, chi lo portava a spasso e chi invece lo faceva correre nel pratino verde. Da questa esperienza ho cominciato a farlo ogni volta che per me è possibile, perché mi sento impotente al solo pensiero che non posso salvare uno solo di loro. Un po’ per lo spazio e un po’ per ho già una cagnetta ed è molto gelosa. Stiamo comunque lavorando tantissimo per fare in modo che questa problematica si risolva il prima possibile. Non tutti hanno la possibilità di adottare un nuovo compagno, ma tutti, se hanno tempo libero, possono fare una passeggiata con chi vuole solo coccole e compagnia. Anche solo una passeggiata per loro vale più di qualunque cosa, proprio come le coccole.

*Studentessa di 18 anni dell’Itcg Fermi di Pontedera

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