Il Tirreno

Toscana

Salute

Disturbi alimentari, parlarne in classe: cosa sono i Dca e la fascia di età più a rischio

di Aurora Strazzullo*
Disturbi alimentari, parlarne in classe: cosa sono i Dca e la fascia di età più a rischio

Anoressia e bulimia sono problematiche sempre più diffuse tra le giovani generazioni

3 MINUTI DI LETTURA





Piangere per ore davanti alla tua immagine riflessa in uno specchio, che ti ricorda di essere troppo distante da ciò che vorresti essere; sentir crescere sulle proprie spalle un senso di colpa sempre più opprimente ad ogni boccone di cibo ingerito; non riuscire a zittire quelle vocine nella tua testa che riempiono gli spazi di tutti i tuoi silenzi: “Saltare pasti ti aiuterà a stare meglio, in fondo, che cos’è un po’di fame? ” , “Non puoi permetterti di andare a cena in quel ristorante, come farai lì a contare le calorie di ciò che mangi? ” , “Hai mangiato troppo, ora devi rimediare”; abbuffarsi nervosamente nel silenzio d’una notte che sembra l’unica a poter sentire le lacrime che non hai mai versato: questa è una piccolissima parte di ciò che comporta avere un disturbo del comportamento alimentare (noti anche come Dca) .

I Dca, infatti, non sono semplici “fasi adolescenziali” o modi per attirare l’attenzione, sono disturbi psichiatrici caratterizzati da un rapporto insano e patologico con l’alimentazione e con la percezione corporea che compromettono la salute fisica della persona che ne soffre e che spesso non riesce a chiedere aiuto e a spiegare le sue difficoltà. Anoressia, bulimia e binge eating sono i Dca più diffusi e, secondo le indagini della “survey nazionale del Ministero della Salute”, tra il 2019 e il 2023, i casi di persone affette da questi disturbi sono più che raddoppiati (nel 2019 erano stati intercettati 680.569 casi; nel 2022, sono ammontati a 1.450.567) .

I pazienti sono maggiormente ragazzi tra i 12 e i 18 anni di età, ma, con il passare del tempo, l’età di insorgenza si sta abbassando sempre di più, fino ad arrivare anche a pazienti di 6 anni.

Non sempre è facile stabilire un numero esatto di quante persone soffrano di Dca: in molti casi questi piccoli grandi mostri si siedono a tavola con noi ogni giorno, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, e divorano lentamente la nostra voglia di assaporare davvero la vita.

Proprio perché per tante persone è normalità aver paura di alcuni cibi o attuare tecniche di compensazione (come digiuni) dopo aver mangiato “qualcosa di troppo” secondo loro, è importante sensibilizzare sul tema dei Dca: infatti, nel giugno del 2018, con una direttiva del presidente del consiglio dei ministri, è stato stabilito che il 15 marzo è la “Giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione”. È importante riuscire a parlarne anche in classe e in famiglia.

È stata decisa tale data, perché il 15 marzo 2011 la bulimia ha tagliato il filo della vita di Giulia Tavilla (figlia di Stefano Tavilla, che è diventato il fondatore dell’associazione “Mi nutro di Vita”) , ragazza di 17 anni, che soffriva di bulimia dall’età di 12 anni e che, al momento della sua morte, era in lista d’attesa per curarsi a una clinica a Vicenza: Giulia aveva scelto di vivere, avrebbe voluto ricolorare il suo piccolo mondo che ormai vedeva in bianco e nero, avrebbe voluto continuare a sognare; se solo quella lista d’attesa fosse stata un ricovero immediato, forse, ce l’avrebbe fatta.

C’è bisogno di una maggiore attenzione e informazione riguardo a questi disturbi: chi soffre di Dca, troppo spesso, si chiude nella gabbia delle sue paranoie e non lascia uscire da questa nemmeno un filo di voce, pensando che una chiave per uscire da quella cella non ci sia; non è così, la chiave esiste e deve essere messa a disposizione di tutti.

*Studente di 17 anni, IV B Liceo classico XXV Aprile di Pontedera

 

Primo piano
L'indagine

Assalto al portavalori, al setaccio gli spostamenti Toscana-Sardegna: un medico faccia a faccia con i banditi che scappano con la sua auto

di Martina Trivigno
Sani e Belli