Dopo lo stop per il Covid, Artù e Luna tornano in ospedale «Così i piccoli pazienti affrontano meglio paura e dolore»
«Il livello emotivo conta moltissimo per i bambini ricoverati in reparto o in attesa di approfondimenti»
Non sono solo cani. Sono il toccasana per il morale di chi passa giornate difficili in ospedale, in reparto o in osservazione. Una vera e propria medicina per aiutare i bambini malati. La Toscana è stata una delle prime regioni a sperimentare la pet therapy, l’utilizzo di animali nella terapia. E se il Meyer di Firenze ha fatto da apripista, nel 2016 il Lotti di Pontedera (Pisa) fu uno dei primi ad accogliere i cani in corsia. Con il Covid poi tutto è cambiato, con la prima ondata che aveva bloccato anche la squadra del benessere a quattro zampe. In questi giorni invece gli amici pelosetti sono tornati ad alleviare le sofferenze dei bambini. Artù, un simpatico golden retriever, e Luna, una frizzante bassottina, ogni settimana varcano la soglia dell’ospedale pontederese e si dirigono, insieme alle operatrici Francesca Panconi e Stella Tommei e ai coordinatori Rossella Prosperi, Romina Macchia e Marta Galiberti, in Pediatria o al primo piano, nei due ambulatori distaccati del pronto soccorso a disposizione dei piccoli pazienti che sono indirizzati ai codici minori. Artù e Luna scodinzolano, si fanno coccolare e passano volentieri da un abbraccio all’altro. Si chiama “Zampe in corsia” il progetto che è ripartito dopo grazie all’associazione “Amici animali a 4 zampe” che gestisce anche il Parco canile di Lajatico. E qui, tra una cura e l’altra, ogni cucciolo ha la sua missione: c’è chi riesce a convincere un bimbo a sorridere, chi sa motivarlo. Chi gli fa dimenticare il fastidio di una flebo, la paura per una puntura. «Il livello emotivo conta. E questa – racconta Prosperi, fondatrice e direttrice del Parco canile – è una vera terapia per i piccoli ricoverati e per chi deve essere sottoposto ad approfondimenti: così affrontano meglio i momenti di tensione e il dolore».