Il Tirreno

Toscana

La vicenda

Licenziamento di un dirigente, l’Adsp di Civitavecchia perde anche in appello


	Un'aula di tribunale (foto d'archivio)
Un'aula di tribunale (foto d'archivio)

Nel secondo grado di giudizio i giudici di Roma hanno confermato quanto espresso dalla sezione lavoro del tribunale

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Una Caporetto. Così per l’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale si è rivelato il licenziamento del dirigente Malcom Morini, uno dei quattro messi alla porta nell’aprile 2023 dai vertici dell’ente di Civitavecchia. Dopo aver vinto cinque mesi fa il ricorso davanti al Giudice della sezione Lavoro del Tribunale, il dirigente dell’Authority ha avuto anche la conferma dai giudici della Corte d’Appello, che hanno rigettato in toto l’appello che era stato presentato dall’ente. Morini, al pari di altri tre dirigenti il cui ricorso sarà esaminato a ottobre sempre dalla sezione lavoro del Tribunale di Civitavecchia. era stato licenziato ufficialmente perché il suo ruolo non rientrava nel nuovo organigramma dell’ente. Il giudice del lLavoro, però, aveva rilevato che il lavoratore «era stato dapprima trasferito ad una posizione di lavoro creata ad hoc e sostanzialmente superflua, per poi essere licenziato proprio in ragione della superfluità della posizione di lavoro mentre continuava ad essere operativa la posizione di lavoro ricoperta in precedenza e nel frattempo affidata ad un altro lavoratore». Il licenziamento era stato quindi definito «privo di giustificatezza e tale da ravvisare una ipotesi di recesso nullo, in quanto intimato in frode alla legge».

E i giudici della Corte d’Appello di Roma hanno evidentemente ritenuto valide le argomentazioni del Tribunale di Civitavecchia, confermandone appieno la sentenza. Nel dispositivo, tra l’altro, i giudici capitolini che avevano già negato nel dicembre scorso la sospensiva richiesta dall’Adsp, condannano la parte appellante al pagamento in favore del dirigente delle spese legali, liquidate in oltre 4mila euro, ai quali si aggiunge un ulteriore 15% di spese generali. Somme che vanno ad aggiungersi a quelle già decise dal giudice del Lavoro. Somme che, essendo il ricorso stato presentato direttamente dall’Autorità Portuale, saranno corrisposte andando a prelevarle direttamente nelle casse dell’ente. Una situazione, questa, che potrebbe portare la Corte dei conti ad emettere una contestazione di danno erariale. Comunque, la vicenda potrebbe avere un ulteriore seguito giudiziario. Non è infatti escluso che l’ente, nonostante le sconfitte subite in primo e secondo grado, decida di ricorrere anche alla Cassazione, per un ultimo grado di giudizio.

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