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Pioggia di milioni per la pesca con tre bandi della Regione Toscana: a chi sono rivolti, come accedere e le scadenze

di Maurizio Campogiani

	I bandi riguardano il settore della pesca
I bandi riguardano il settore della pesca

I finanziamenti sono pensati in particolare per rendere le piccole imprese più competitive, per potenziare la flotta e per migliorare le condizioni di lavoro

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FIRENZE. Un milione e 800mila euro dalla Regione Toscana per il settore della pesca. Non solo le semplificazioni per gli operatori del settore che intendono accedere ai fondi stanziati dall’Unione Europea attraverso il Fondo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, ma anche un importante finanziamento. Lo ha deliberato la giunta regionale, facendo propria la proposta della vicepresidente e assessora al ramo, Stefania Saccardi. È lo stesso presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a spiegare le ragioni dell’importante stanziamento.

«L’obiettivo – ha dichiarato – è quello di rafforzare le attività di pesca e di renderle sempre più sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale e più redditizi, competitivi e attraenti».

I tre bandi

Il finanziamento sarà incentrato su tre distinti bandi, alcuni pubblicati e altri in via di pubblicazione. Le domande potranno essere presentate tra il 31 dicembre e il 31 gennaio 2025. «Il primo bando – spiega l’assessora Saccardi – servirà a rendere le imprese di piccola pesca costiera più competitive, qualificare i mezzi di produzione e a sviluppare parallelamente al settore della pesca altre attività affini alla blue economy. Il secondo bando è finalizzato ad ammodernare le imbarcazioni per rendere più sicure le attività degli operatori e lo stoccaggio, mentre il terzo è stato pensato per migliorare la tracciabilità dei prodotti e aiutare le imprese a sviluppare attività che diano più valore al loro prodotto. Conosciamo bene le difficoltà che sta incontrando il settore e, bilanciando le nostre risorse con quelle statali ed europee, vogliamo sostenere le nostre imprese per renderle più forti in un mercato globalizzato dove sempre di più è e sarà necessario evidenziare la qualità, la regionalità, la sostenibilità del pescato e dei prodotti da esso derivati».

I dettagli

Nello specifico, il primo bando, riservato alle imbarcazioni di piccola pesca costiera, ammette a finanziamento le spese sostenute per ristrutturare la flotta e gli investimenti per migliorare la tracciabilità e il marketing, fare una prima lavorazione del pescato o una vendita diretta e digitale, diversificare l'attività. Consente il rimborso del 100% delle spese sostenute per l'innovazione e il miglioramento della sicurezza, fino ad un massimo di 150.000 euro (o di 40.000 euro per motopesca), oppure del 50% degli investimenti finalizzati alla diversificazione delle attività, fino ad un massimo di 75.000 euro. In caso di richiesta di contributi sia per interventi a bordo che a terra, il limite sale a 200.000 euro, fermo restando il massimo di 40.000 euro a motopesca.

Il secondo bando prevede invece investimenti a bordo e nei porti per l’ammodernamento dei motopesca, migliorare le condizioni di sbarco delle catture indesiderate oltre alle condizioni di lavoro, salute e sicurezza degli operatori. Nel caso di domande riguardanti esclusivamente interventi a terra, il contributo massimo ammissibile sarà di 100.000 euro, mentre in caso di domande che riguardano solo interventi a bordo, il contributo massimo ammissibile sarà di 80.000 euro a motopesca fino ad un massimo complessivo di 200.000 euro. Nel caso di domande che prevedano sia interventi a bordo che a terra, fermo restando il limite di 80.000 euro a motopesca, il contributo massimo salirà a 200.000 euro. Saranno finanziabili investimenti per installare sistemi di energia rinnovabile, per acquistare apparecchiature di produzione a bordo, per migliorare la navigazione o il controllo del motore, per hardware e software, per dispositivi di sicurezza o per migliorare le condizioni di lavoro.

Infine, il terzo bando, dal quale sono escluse le piccole imprese di pesca costiera, favorisce l’innovazione di processo e di prodotto nelle attività di pesca e mira a rendere le imprese della pesca più competitive e resilienti, potenziare il sistema di tracciabilità delle barche da pesca, sviluppare attività fuori dal settore della pesca, affini alla blue economy ma che non riguardino la pesca professionale, la commercializzazione o la produzione di prodotti ittici. In questo caso il finanziamento pubblico massimo sarà pari al 50% dei costi sostenuti dai beneficiari, una percentuale che potrà salire in alcuni casi, ad esempio se l’investimento comporterà benefici pubblici.

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