Olimpiadi, quando i Giochi fermano la guerra: le tregue storiche e i grandi “flop”
Una legge non scritta dura fin dai tempi dell’Antica Grecia. La tregua olimpica per la prima volta non fu rispettata nel 1998 ai Giochi di Nagano
Le Olimpiadi sono un evento sportivo mondiale che si svolge ogni quattro anni, ogni volta in una diversa città del mondo, dove atleti di ogni nazionalità competono nella loro disciplina sportiva per la medaglia d’oro.
Le origini
Le Olimpiadi hanno origini antichissime. Risalgono all’antica Grecia, dove gli uomini adulti erano soliti competere in una decina di discipline, come la corsa, la lotta e il lancio del disco o del giavellotto. Spesso le Olimpiadi, sia nell’antichità che oggi, coincidono con periodi di conflitto e assumono il valore di «territorio dove due fazioni possono giungere ad un accordo di pace». Questo evento viene definito “tregua olimpica”, poiché è un concetto che vede lo sport come antidoto alla guerra.
La prima tregua
La prima tregua olimpica risale al 776 avanti Cristo nell’Antica Grecia, quando lo stesso trattato fu adottato tra la città di Olimpia e quella dell’Elide che sancirono la tregua facendo sfilare gli uomini con corone d’olivo e il bastone alato di Hermes. Con l’abbandono dei Giochi Olimpici antichi anche la tregua viene dimenticata. E quando si torna a organizzarli, in era moderna, la tregua non viene subito ristabilita.
I Giochi moderni
Bisognerà aspettare il 1991 perché l’idea venga riesumata. Solo in occasione della guerra nella ex Jugoslavia ci si pone il problema della partecipazione degli atleti jugoslavi, che gareggeranno alle Olimpiadi di Barcellona 1992 come indipendenti. I primi effetti positivi ci saranno infatti solo nei Giochi invernali del 2018, quando, in Corea del Sud, durante la cerimonia di inaugurazione, il Paese ospitante e la rivale Corea del Nord sfilano con un’unica bandiera rappresentante la Corea unita.
Tregua violata
Purtroppo, però, la storia presenta un numero maggiore di casi negativi rispetto a quelli positivi. Infatti, molte volte la tregua è stata violata: per esempio, nel 1998, quando, durante i giochi invernali di Nagano, aumentarono le tensioni tra Iran e Turchia oppure nel 2008, quando, per i giochi di Pechino, le truppe russe invasero la Georgia, o nel 2012 ai giochi di Londra, quando la guerra civile in Siria arrivò alle settimane più buie della sua storia. Tutto ciò si riflette sugli atleti che per partecipare sono costretti a iscriversi senza comitato olimpico, quindi senza bandiera. Per esempio, avvenne nei confronti degli atleti della regione indonesiana del Timor Est o nel 2014 nei confronti degli atleti indiani. Insomma, in situazioni di guerra, lo sport e gli sportivi stessi possono essere simbolo di pacificazione tra due popoli.
*Studentesse del liceo classico XXV Aprile di Pontedera