Emiliano Malagoli, dall’amputazione ai Gp paralimpici: «Sogno la 24 ore di Le Mans»
Dopo un grave incidente, il pilota ha trasformato la sua passione per le moto in un esempio di resilienza, fondando una scuola per piloti disabili e promuovendo la sicurezza stradale
Emiliano Malagoli, 49 anni, è un nome noto nel motociclismo paralimpico. Padre di due figlie, è sempre stato un uomo con il cuore che batte per le due ruote. Il 30 luglio del 2011 però, la sua carriera si interrompe bruscamente a causa di un grave incidente in sella alla sua Ducati Hypermotard. Nell’impatto, Malagoli ha perso la gamba destra e ha subito numerose fratture alla gamba sinistra. «Non sentivo le gambe, infatti il mio primo pensiero è stato che fossi rimasto paralizzato dalla vita in giù» ricorda il pilota, che si è risvegliato tre giorni dopo al Cto di Firenze.
Era perseguitato dalla paura del futuro, di quale lavoro avrebbe fatto, di come sarebbe stato guardarsi allo specchio e non vedere una parte di sé. Ma Malagoli non si è lasciato abbattere. «La moto era tutta la mia vita, se fossi riuscito a tornare a correre la mia disabilità sarebbe passata in secondo piano», ha dichiarato. E così è stato. Spinto dalla volontà di essere un buon esempio per le sue figlie, Emiliano si è rialzato diventando negli anni successivi, plurivincitore dei Campionati Nazionali ed Europei di motociclismo paralimpico. La sua passione per le moto non si è fermata alla sua ripresa personale.
Oggi Emiliano è impegnato in un progetto sulla sicurezza stradale chiamato appunto "Non buttare via la vita in un secondo", che lo porta in giro per le scuole di tutta Italia, come al Liceo XXV Aprile di Pontedera, la nostra scuola, a raccontare la sua storia al fine di sensibilizzare i giovani riguardo l’importanza della prudenza sulle strade. Tuttavia, il suo impegno va oltre: per lui, tornare in sella non era abbastanza. Ha perciò deciso di fondare una scuola di motociclismo con l’intento di aiutare molti altri ragazzi disabili che, come lui, desideravano correre. «Il mio sogno professionale è quello di riuscire ad esportare il nostro movimento di motociclismo paralimpico anche negli Stati Uniti, dove ci sono molti reduci di guerra con disabilità. Il mio obiettivo personale, invece, è quello di vivere ogni giorno con il sorriso in faccia e correre la 24 ore di Le Mans» racconta. «I sogni esistono per essere realizzati!», conclude con un sorriso Emiliano, a cui auguriamo di raggiungere tutti i suoi obiettivi e di continuare a essere un modello di speranza e determinazione per chiunque affronti sfide apparentemente insormontabili.
* Studentesse del liceo scientifico XXV Aprile Pontedera