Toscana, in un anno affitti aumentati del 15%: l'impatto del turismo e i costi nelle città
Il legame tra affitti brevi e rincari è dimostrato e i costi li pagano i cittadini toscani
«Mi spiace, ma a queste cifre non le posso rinnovare la locazione: va aumentato, altrimenti per me è più conveniente passare agli affitti brevi». Può cambiare qualche parola, soprattutto le formule di cortesia, ma non la sostanza. Sempre più spesso, in questo periodo, è questa la richiesta che si sentono ripetere tantissimi inquilini alla scadenza del contratto. «Chi può paga, anche se gli aumenti sono sempre più consistenti, chi non ha la possibilità, rischia sul serio di ritrovarsi senza casa» aveva spiegato nelle settimane scorse al Tirreno Fabio Seggiani, segretario generale del Sunia il sindacato degli inquilini Cgil.
Ora, però, il fenomeno ha anche un’evidenza numerica e quantitativa. Grazie allo studio elaborato dall’associazione “Progetto Firenze” insieme a Cgil, Sunia e Federconsumatori, e presentato ieri, che ha messo al centro «i costi insostenibili del turismo e degli affitti a breve termine in Toscana» come recita il titolo.
La correlazione tra affitti turisti e affitti lunghi
Dall’analisi emergono soprattutto due questioni, fra loro collegate. La prima: in media, rispetto al 2023 gli affitti sono aumentati del 15% in tutti i capoluoghi i provincia dove, sempre, in media, per un bilocale si spendono 810 euro. La seconda è la correlazione diretta fra aumento delle case in affitto breve turistico e incremento generale dei canoni di locazione.
La situazione nelle città capoluogo
A Firenze, ad esempio, ogni punto percentuale in più delle prime, fa crescere in media del 4% i secondi. E siccome, l’offerta di affitti brevi, in un anno, è aumentata del 4%, il risultato è che l’importo medio dei canoni di locazione, è cresciuto di circa 16 punti percentuali. A Siena va anche peggio. A piazza del Campo e dintorni, le case Airbnb e simili sono cresciute del 6% e, dunque, in un anno gli affitti sono rincarati del circa il 20%. Va un po’ meglio sulla costa. Ma soltanto perché il collegamento fra i due fenomeni è un po’ meno forte. Per intendersi a Grosseto, Livorno, Lucca e Pisa l’aumento dell’1% delle case messe sul mercato per affitti brevi, comporta incremento complessivo degli affitti di poco meno del 3%. Ecco perché quindi, a fronte di aumenti della disponibilità di affitti brevi, nell’ordine, del 3% a Pisa, del quattro a Lucca e Grosseto e del 4, 5% a Livorno, la crescita dei canoni di locazione mensili è stata, rispettivamente, all’incirca del 5% perla prima, del 6, 5% per le seconde e del 9% per l’ultima.
Problemi simili, però, ci sono anche a Pistoia, dove in un anno, gli affitti sono aumentati del 6% e Arezzo (5%) . Segno positivo pure per Prato, sia pure molto contenuto (intorno allo 0, 5%). L’unica eccezione è Massa Carrara: qui l’offerta di annunci di case in affitto breve (in diminuzione nell’ultimo anno) non ha provocato alcun aumento dei canoni. In ogni caso le conseguenze rischiano di essere sempre più pesanti. In primo luogo perché già oggi i numeri sull’emergenza abitativa nell’intero territorio regionale sono allarmanti: la Toscana, infatti, è la terza regione d’Italia per numero di richieste di sfratto con il ricorso alla forza pubblica - 6.902, superata solo da Lombardia (15.452) e Emilia Romagna (8.538) - e la quarta per quelli già eseguiti sempre ricorrendo alle forze dell’ordine (dietro a Lombardia, Piemonte e Lazio) .
Sempre più case per i turisti
Poi perché la crescita dell’offerta di affitti turistici continua ad aumentare ed espandersi: fino a ieri in Toscana si sono contati 71.144 annunci, 3.105 in più rispetto al 30 ottobre 2023 (+4,6%) . E il fenomeno non è più solo fiorentino: è vero, infatti, che il 28% di essi si riguarda il capoluogo, ma il 13% interessa le province le province di Lucca, Livorno e Siena, il 10% quella di Grosseto e l’8% Arezzo e Pisa. Meno rilevante, invece, il peso di Massa Carrara e Pistoia (3%) e Prato (1%) .l