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Alluvione a Venturina, l’immagine simbolo: Luciano aggrappato a un cartello per salvarsi dalla furia della piena

di Martina Trivigno
Alluvione a Venturina, l’immagine simbolo: Luciano aggrappato a un cartello per salvarsi dalla furia della piena

Commerciante, originario di Piombino, è stato travolto da un fiume di acqua e fango. Il figlio della sua compagna: «I soccorsi arrivati dopo ore»

19 ottobre 2024
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CAMPIGLIA. Prima si è aggrappato a un cartello stradale. Poi, quando la forza della corrente lo ha costretto a mollare la presa, ha lottato per trovare un altro appiglio. Così, con tutto se stesso, ha stretto le mani intorno al guard rail, ma non è bastato. E a quel punto ha chiuso gli occhi e ha sperato che tutto finisse al più presto con un unico desiderio: tornare a casa, a Campiglia.

Luciano Innocenti, 57 anni, commerciante originario di Piombino, giovedì sera è stato travolto da un fiume di acqua e fango. Quando Giovanni Guidi, 31 anni, il figlio della sua compagna, l’ha chiamato al telefono, gli ha detto: «Sono al bivio di Cafaggio, sono bloccato qui». Allora Innocenti non ha esitato: è uscito di casa, è salito in auto e gli è andato incontro. «Ma quando è sceso dalla macchina per aiutarmi è stato travolto: con ogni probabilità non si aspettava tutta quella potenza – racconta Guidi – . Ha avuto la prontezza di afferrare il palo del cartello stradale, dopo il guard rail, ma a quel punto è scomparso dalla nostra vista».

Le urla si confondono con la paura. L’attesa si trasforma in ansia. «Abbiamo chiamato i soccorsi intorno alle 22, 15 dicendo che c’era un uomo disperso – prosegue Guidi – ma ci hanno messo in attesa e nessuno è arrivato sul posto, se non ore dopo. L’ultima immagine che avevo davanti ai miei occhi era quella di Luciano aggrappato al guard rail che perde l’equilibrio, mentre viene portato via dalla corrente – prosegue Giovanni Guidi – . Sono stati momenti terribili, tutti siamo rimasti con il fiato sospeso. Abbiamo pensato al peggio, è inutile nasconderlo».

Guidi non riesce a parlare con i vigili del fuoco, poi verso le 23, 45 – quando l’acqua è già defluita – vede i lampeggianti di un’ambulanza, dall’altra parte della strada ma non fa in tempo a raggiungerla. «È stata un’ora terribile – prosegue Guidi – e allora ho chiesto ai vicini di chiamare il 118. Era già disperso da tempo e pensavo che non l’avrei più rivisto». Ma è proprio in quel momento che succede: Guidi vede Luciano Innocenti camminare verso di lui, con una coperta sulle spalle. «Era sotto choc – spiega Guidi – . Quando si è ripreso, ci ha raccontato di essersi aggrappato al ramo di un albero e di essere sfuggito in questo modo alla furia dell’acqua e del fango. Ma non è stato facile perché accanto a lui passavano scooter, sedie e detriti».

I familiari hanno quindi appreso che l’uomo era rimasto a circa 700 metri di distanza dal punto in cui è stato visto l’ultima volta. «Quando ha smesso un po’ di piovere, ha scavalcato l’argine ed è tornato lungo la strada – conclude Guidi –. Ho provato una senso di impotenza, avrei voluto aiutarlo, ma non ce l’ho fatta». Una volta al sicuro, Innocenti è stato accompagnato al pronto soccorso per gli accertamenti del caso. «Ha riportato qualche escoriazione e una piccola ferita alla testa che ha richiesto due punti di sutura – conclude Giovanni Guidi – . Ora è a casa, al sicuro, e sta bene».


 

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