Il Tirreno

Livorno

L’indagine

Maxi evasione, chi è l’ereditiera livornese che dovrà dare al fisco 2,7 milioni di euro

di Martina Trivigno
Castel Sonnino in una foto d’archivio
Castel Sonnino in una foto d’archivio

Nel mirino la cessione delle quote della società proprietaria di Castel Sonnino

19 ottobre 2024
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LIVORNO. Dovrà restituire allo Stato circa 2,7 milioni di euro. È finita nel mirino del Fisco Laura Fontanive, 53 anni, scrittrice livornese, indagata per aver evaso le imposte sui redditi, «omettendo di presentare, pur essendone obbligata, la dichiarazione annuale per l’anno 2019». La guardia di finanzia di Livorno, guidata dal comandante provinciale Cesare Antuonfermo, ha dato esecuzione a un provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Livorno, Antonio Del Forno, che dispone il sequestro preventivo nei confronti dell’ereditiera: si tratta dell’importo totale di 159.695 euro quale profitto del reato di omessa dichiarazione del credito derivante dalla cessione delle quote della società semplice proprietaria di Castel Sonnino, affacciato sul Romito.

Il fatto

Tutto è iniziato con un controllo fiscale dell’imposta di registro e delle imposte sulle successioni e donazioni per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2021. In particolare il focus ha riguardato – si legge nel decreto di sequestro – gli «adempimenti dichiarativi, in quanto unica erede, per le somme percepite e relative alla plusvalenza realizzata dalla cessione di quote (pari al 50% del totale) della società semplice proprietaria di Castel Sonnino». Una cessione che è stata fatta dalla madre dell’indagata, Giovanna Pucciarini, ai nipoti Stefano e Francesco. Al momento del controllo, però, è emersa una responsabilità penale a carico dell’attuale indagata «per tale anno d’imposta (il 2019, ndr) in quanto la stessa ometteva di presentare il prescritto modello dichiarativo ai fini delle imposte dirette». Secondo le indagini svolte dalle Fiamme gialle, nell’anno 2019 l’indagata, a seguito della successione ereditaria, non ha dichiarato la plusvalenza realizzata dalla cessione di quote societarie pari a 687.192 euro e redditi di fabbricati pari ad 7.131 euro, da cui scaturisce in totale un’imposta evasa del valore di 159.695 euro. I finanzieri hanno quindi proceduto al sequestro preventivo per equivalente delle somme sui conti correnti dell’indagata fino all’importo disposto dal Tribunale.

L’operazione

L’operazione rientra in un’articolata indagine al via da un’attività ordinaria della guardia di finanza. «Da questa è emerso che il figlio adottivo dell’ereditiera, studente universitario formalmente privo di redditi, effettuava ingenti movimentazioni finanziarie e disponeva di auto di lusso – spiegano le Fiamme Gialle – . E i militari hanno avviato gli accertamenti bancari individuando cospicue disponibilità finanziarie da un anomalo prestito (trentennale e senza interessi), che gli è stato concesso dalla madre adottiva, pari a 20milioni di euro. I successivi controlli e verifiche fiscali hanno determinato gli elementi costitutivi di un patrimonio immobiliare e mobiliare sottratto a imposizione pari a complessivi 41.746.105 euro di cui l’indagata ha beneficiato in qualità di erede, ma che non era stato oggetto di dichiarazione di successione ereditaria. Il patrimonio ereditato dall’indagata, che non presenta dichiarazioni, è costituito da disponibilità finanziarie segregate solo formalmente in trust di diritto elvetico, polizze assicurative e quote di società, tra cui la proprietaria di diversi terreni e fabbricati di notevole pregio». Ora Fontanive ha definito la sua posizione debitoria con il Fisco mediante l’accertamento con adesione siglato con l’ufficio Controlli della direzione provinciale dell’Agenzia Entrate di Livorno che prevede il versamento di 2.688.700 euro (pari a imposte dovute, sanzioni ed interessi).

La replica

«Si tratta di una vicenda assai complessa, anche fiscalmente, conseguente a una successione – commenta l’avvocato Francesco Agostinelli che assiste Laura Fontanive –. La cliente, in assoluta buona fede, ha ritenuto che le particolari operazioni collegate alla successione, comunque conosciute dall'Agenzia delle Entrate, non comportassero il pagamento delle imposte dirette o indirette ma solo il pagamento di quelle di successione e di registro, imposte regolarmente corrisposte. Solo a seguito di accertamento fiscale, la signora Fontanive si è resa conto di avere commesso un errore e ha, pertanto, subito provveduto a concordare con l’Agenzia delle Entrate il pagamento di imposte, sanzioni ed interessi. Relativamente al procedimento penale il reato contestato richiede necessariamente il “dolo specifico di evasione”, cioè la volontà di evadere il fisco, nel caso specifico totalmente insussistente in quanto la mia assistita, se ha omesso di presentare le dichiarazioni fiscali, lo ha fatto in assoluta buona fede. Pagato all’Erario quanto dovuto, verrà richiesta l'immediata revoca del sequestro preventivo così come prevede la legge».

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