Il Tirreno

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La ricostruzione

Giustizia per Barbara Capovani, la condanna all'ergastolo di Seung e l'ultima frase dell'omicida

di Sabrina Chiellini
Giustizia per Barbara Capovani, la condanna all'ergastolo di Seung e l'ultima frase dell'omicida

Il 36enne condannato per il delitto della psichiatra del Santa Chiara di Pisa. Durante l’ultima udienza l’imputato ha confessato: «L’ho aggredita per sfregiarla»

16 ottobre 2024
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PISA. Ergastolo. Dopo due ore di camera di consiglio la corte di Assise di Pisa ha condannato all’ergastolo Gianluca Paul Seung, 36 anni, di Torre del Lago ritenuto colpevole dell’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, 55 anni, di Pisa, della quale era paziente e che Seung aggredì davanti al reparto di psichiatria del Santa Chiara un anno e mezzo fa.


Era il 21 aprile 2023, quando Seung che alla fine dell’istruttoria, rendendo spontanee dichiarazioni, ha ammesso di averla uccisa, le tese un agguato all’uscita dal lavoro, colpendola ripetute volte con un oggetto contundente fino a fracassarle il cranio. Seung è stato anche condannato al risarcimento alle parti civili e al pagamento delle spese processuali, 350mila euro alla figlia maggiore, 400. 000 euro ciascuno agli altri due figli di Barbara Capovani, 220. 000 euro alla madre, 300. 000 al convivente, assistiti dall’avvocato Stefano Del Corso; 50. 000 alla Asl Toscana Nord Ovest (avvocato Maria Fernanda Ventura) , 15. 000 euro alla Regione Toscana (avvocato Nicola Gentini) , 20. 000 euro all’Ordine dei medici (avvocati Alessandro Niccoli e Milvia Pasquinelli) .

«Volevo solo sfregiarla»

Ad attendere la lettura della sentenza, alla fine di una giornata di grande tensione, i colleghi e alcuni amici della vittima, scoppiati in lacrime quando il presidente Giovanni Zucconi, ha letto il dispositivo. Non c’era invece l’imputato. L’istruttoria era ormai chiusa, quando Seung ha tentato, rendendo spontanee dichiarazioni, di non avere avuto intenzione di uccidere la povera dottoressa. «Volevo solo sfregiarla», ha detto in aula, così come aveva fatto con altri medici da lui aggrediti. «Con coraggio, non con spavalderia, confermo di essere l’aggressore di Barbara Capovani e di averla portata alla morte il 21 aprile del 2023».

I deliri su traffico d'organi e schiavismo sessuale

Con queste parole, precedute dalle solite frasi farneticanti, secondo un copione che ha contraddistinto da sempre la sua figura, ha raccontato dal suo punto di vista i momenti dell’aggressione e dell’omicidio della psichiatra. Un modo di esporre i fatti, quello dell’imputato, drammaticamente lucido, nonostante i consueti riferimenti ad assurdi traffici di organi o schiavismo sessuale per cui, secondo le sue farneticazioni, doveva essere accusata la vittima. Ha dunque cercato di non avere premeditato il delitto, come invece l’accusa ha documentato.

L'intervento della donna delle pulizie

Secondo lui il colpo mortale è la conseguenza di una distrazione causata dall’intervento della donna delle pulizie dell’ospedale che poi aveva dato l’allarme. «Volevo solo che perdesse i sensi, se non avessero capito dopo un po’di tempo avrei confessato». Dodici i terribili colpi inferti in sette secondi. Nessuna parola sull’arma del delitto, mai ritrovata. Al termine della requisitoria il pubblico ministero, Lydia Pagnini, dopo avere smontato la versione data in aula da Seung, ha chiesto la condanna all’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi per il reato di omicidio volontario premeditato.

Già un anno prima Seung, scambiando una dottoressa della psichiatria per Barbara Capovani, aveva manifestato il suo disegno: «Ti ammazzo», le aveva detto. Il tema della vendetta è il filo conduttore di questa storia, secondo il pubblico ministero. Una vendetta covata per quattro anni da quando era stato ricoverato nel reparto dove lavorava la vittima e dove, a causa della sua aggressività, era stato sottoposto a misure di contenimento. «Era convinto di avere commesso il delitto perfetto» ha aggiunto il pm, ripercorrendo le fasi del rientro di Seung a Torre del Lago dopo essersi cambiato gli indumenti (scarpe comprese, trovate dalla Mobile tra i rifiuti destinati alla Tunisia) . E ancora: «Il suo è solo un tatticismo difensivo», ha aggiunto Pagnini.

Incapace d'intedere e di volere: la tesi della difesa

Per i difensori, Gabriele Parrini e Andrea Pieri, il grande tema resta la malattia di Seung che i periti hanno ritenuto imputabile. I due legali ne hanno chiesto l’assoluzione perché Seung a loro avviso, è da considerare incapace di intendere e di volere. In subordine hanno chiesto che venisse derubricato il reato in omicidio preterintenzionale senza l’aggravante della premeditazione. «È una sentenza pesante, aspettiamo di leggere le motivazioni tra 90 giorni – la loro dichiarazione dopo la sentenza – per valutare il ricorso in appello».


 

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