I 100 giorni alla maturità visti dalla cattedra: la professoressa Elena e la lettera ai ragazzi
L'insegnante del liceo XXV Aprile di Pontedera, racconta i riti scaramantici tra passato e presente: "Sono già passati cinque anni, sarà un esame di soddisfazioni"
Ormai lucida e consumata dalle carezze dei maturandi che a lei affidano la sorte dell'esame finale della scuola superiore, la lucertola di bronzo della porta della navata centrale della cattedrale di Pisa, osserva, protetta da una grata, una folla di ragazzi che si aggirano per la piazza: per anni è sempre stata lei la protagonista indiscussa dei rituali degli studenti delle classi finali allo scoccare dei cento giorni. L'11 marzo 2023 è una data evidenziata infatti su tutti i calendari degli studenti della provincia di Pisa: segna infatti il conto alla rovescia, partendo da cento, dei giorni che mancano all'inizio degli esami di maturità. E' un giorno da festeggiare con una serie di azioni scaramantiche per avere numi, divinità e Muse propizie nei giorni dell'esame. I rituali sono molto cambiati nel tempo e ed evoluti: indispensabile, qualche anno fa era accarezzare la lucertola della porta della cattedrale, oggi invece è proibito, in quanto il tempo e lo sfregamento continuo hanno trasformato l'opera d'arte consumandola fino a quasi farla quasi sparire. Per la Piazza dei Miracoli è stato quindi possibile incontrare ragazzi che percorrevano il perimetro del Battistero o camminando o addirittura zompettando; ragazzi che si facevano firmare delle magliette bianche e altri ancora che davano il cinque ai passanti, agli altri studenti e agli sconosciuti. Non importa cosa, ognuno ha una propria serie di rituali da seguire, l'importante è che le azioni siano almeno cento, il numero magico dei cento giorni appunto che mancano all'esame.
Molti studenti, inoltre, prima di arrivare nella piazza pisana, sono stati prima al Santuario della Madonna di Montenero a Livorno: un cero con scritto il voto preventivato dell'uscita dalla scuola superiore, una scalinata percorsa al contrario, il lancio di una moneta sopra l'arco e forse anche qualche preghiera vera. Ma anche qui le tradizioni sono diverse: c'è chi si reca al santuario il giorno della comunicazione delle materie di esame, chi invece passa ad ingraziarsi la Madonna e tutti i santi a cento giorni dalle prove. L'importante è seguire la tradizione, il quando è arbitrario.
E infine, sul finir della mattinata la piazza pisana e il santuario si svuotano: c'è chi torna a casa ripensando a cosa possa mancare per aver la sorte propizia a giugno, c'è chi invece si reca in allegro pellegrinaggio sulla spiaggia di Tirrenia o Calambrone: il mare, la sabbia e il vento ultimi testimoni di questi gesti. E si scrive là, dove l'onda bacia la sabbia prima di ripiegarsi su se stessa, sempre il fatidico numero 100 o il voto di uscita. Allegria, risate, spensieratezza, ma ognuno di loro porta a casa il seme della consapevolezza: “Ci siamo sul serio, siamo quasi arrivati, sono già passati cinque anni”, e il profumo dell'inquietudine, della paura che da ora in poi saranno compagne serpeggianti nelle giornate dei ragazzi che camminano verso la maturità. Ma tutti hanno compiuto quello che da tempo immemore hanno sempre fatto gli studenti pisani e livornesi, sarà quindi anche per loro, fra cento giorni, un esame di soddisfazioni, un passaggio obbligato per il mondo degli adulti.
(*Docente al liceo XXV Aprile di Pontedera)