Menopausa, mai più disturbi: i consigli di Angelamaria Becorpi. Le terapie, l’alimentazione e il rischio-osteoporosi
Ci sono diversi aiuti anche per coloro che non possono assumere cure ormonali
Soltanto la parola menopausa spaventa molte donne. Eppure non si tratta di una malattia ma di un momento fisiologico della vita della donna, che coincide con il termine della sua fertilità. Tuttavia in questo periodo della vita alcune donne accusano dei disturbi per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire loro comunque una buona qualità di vita. In genere si verifica tra 45 e 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive e altre “indotte” quando ci sono malattie oncologiche.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Angelamaria Becorpi, ginecologa, Dirigente Medico afferente al Dipartimento Assistenziale Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi (Firenze) dove svolge attività clinica e scientifica prevalentemente nell’ambito dell' area della menopausa e in particolare della oncologica, come responsabile della Unit di Medicina integrata e tecnologia applicata per la salute della donna in menopausa iatrogena. Fa parte del direttivo della Società Italiana di Ginecologia della Terza Età SIGITE.
Cosa si intende per menopausa?
«Si intende la definitiva cessazione dei cicli mestruali. Le ovaie terminano la loro attività e, di conseguenza, diminuiscono nel sangue la quantità degli estrogeni, cioè di quegli ormoni prodotti fino allora dalle ovaie. Può avvenire in maniera naturale o essere indotta da interventi o terapie. Il termine climaterio invece riguarda un periodo ampio dalla perimenopausa, periodo che immediatamente precede la cessazione ovarica e può essere caratterizzato dall’irregolarità del ciclo mestruale e sintomi, fino alla postmenopausa. Spesso c’è confusione tra termini e significati».
Quando una donna si rende conto di essere in menopausa cosa deve fare?
«L’informazione e la consapevolezza di cosa può succedere al nostro corpo e alla nostra mente dovrebbe essere assicurata a tutte le donne in maniera precoce. Quando si conoscono i sintomi diventa più facile riconoscerli. La donna deve essere la sentinella di se stessa e quando ha un dubbio parlarne con il ginecologo e il proprio medico, così da poter intervenire con terapie farmacologiche appropriate, con le medicine complementari, adeguando lo stile di vita. L’intervento precoce è indispensabile sia per la qualità della vita che per le ripercussioni a breve, medio e lungo termine della carenza ormonale».
Cosa si intende per terapia ormonale sostitutiva? Quando è consigliabile assumere ormoni?
«Con questo termine si intende l’impiego di molecole ad attività estrogenica e progestinica con caratteristiche più simili possibile a quelle degli ormoni che producono in età fertile le nostre ovaie, come gli ormoni bioidentici.E’ consigliabile l’uso in presenza di sintomi fin dalle prime fasi della menopausa.
Cosa è l’atrofia vaginale?
«L’atrofia vaginale rientra nel quadro della sindrome genito-urinaria. L'assottigliamento della mucosa vaginale può causare bruciore. Oltre il 60% delle donne con la menopausa possono soffrire di uno o più sintomi. Il più frequente è la secchezza vaginale, con difficoltà nei rapporti, spesso bruciori e cistiti recidivanti, specialmente dopo i rapporti. Alcuni sintomi possono essere più intensi, specialmente dopo terapie oncologiche o dopo interventi. Sintomi che possono avere ripercussioni non solo sulla vita sessuale ma anche sulle comuni attività della vita quotidiana».
Come si possono ridurre questi disagi?
«Oggi abbiamo a disposizione un ampio bagaglio di trattamenti. A livello locale creme ovuli e gel a base di principi idratanti, acido ialuronico, fitoterapici, ormoni. Negli ultimi anni è nato anche un farmaco che ha un effetto sui recettori per gli estrogeni a livello vaginale, senza stimolare organi come la mammella. Infatti, assunto per via orale può essere impiegato anche nelle pazienti che hanno avuto un tumore della mammella, dopo la conclusione della terapia oncologica. Un grande aiuto arriva dal laser vaginale che permette il recupero della lubrificazione e dell’elasticità vaginale. La radiofrequenza e l’elettroporazione posso essere di ausilio per il benessere genito-urinario. In presenza di una riduzione del desiderio sessuale ci si può avvalere di terapie fra le quali quali i fitoterapici così come di un supporto psicosessuologico»
L’alimentazione quanto incide nel benessere anche in menopausa?
«La carenza ormonale può portare ad un aumento di peso (specialmente di adipe addominale) e a modificazioni metaboliche comportando un aumentato rischio vascolare. L’alimentazione concorre alla salute in tutte le fasi della nostra vita, ma in menopausa ancora di più così come è fondamentale l’attività fisica».
Menopausa e osteoporosi sono sempre legate tra loro? Come curare l’osteoporosi? Quando comporta dei rischi?
«La carenza di estrogeni consegue te alla menopausa porta a uno sbilanciamento del metabolismo osseo. Questo processo è più accelerato nei primi anni di menopausa e ancora di più se la menopausa è indotta bruscamente. L’osteoporosi comporta, a certi livelli, un aumento del rischio di frattura. Pertanto è consigliabile una diagnosi precoce attraverso l’esame della densitometria ossea nelle condizioni di rischio. E’ importante, tra l’altro, che la donna arrivi alla menopausa con un adeguato patrimonio osseo, accumulato durante la vita fertile. Le terapie che contrastano la perdita di massa ossea nella donna in menopausa sono molteplici. Nella fase iniziale, se sono presenti sintomi come le vampate, si può fare la Tos, terapia ormonale sostitutiva, in assenza di controindicazioni. Abbiamo a disposizione farmaci come Bisfosfonati , Denosumab un anticorpo monoclonale, in associazione a vitamina D e calcio, in base alle necessità della singola paziente. Da pochissimo è di nuovo reperibile in commercio un' associazione di una terapia ormonale estrogenica e un SERM (modulatori selettivi dei recettori estrogenici ) con effetti neutri su mammella e utero e protettivi sull’osso.».
Lei è responsabile della Unit di medicina integrata e tecnologia applicata per la salute della donna in menopausa iatrogena?
«La nostra Unit afferisce al Dipartimento Materno Infantile ed è orientata all’evoluzione continua dei percorsi assistenziali basati sulla presa in carico multidisciplinare della paziente in menopausa iatrogena. E’ una Unit dedicata a pazienti che si trovano ad affrontare una menopausa, indotta, insorta in maniera improvvisa dopo terapie La paziente, in menopausa oncologica, ha bisogno di una specifica e appropriata gestione, a partire dalla prevenzione delle conseguenze fino al trattamento della sintomatologia. Molte terapie possono essere infatti controindicate (in relazione al tipo di neoplasia e di terapie oncologiche a cui è stata sottoposta) e la paziente spesso deve ancora maturare la consapevolezza che, con cure adeguate e personalizzate, può riformulare e riaffermare la propria identità di donna e non più solo di paziente oncologica.
Cosa è cambiato?
«Sono sempre di più le donne giovani guarite da un tumore , in particolare della mammella. Sono sempre più le donne non oncologiche, spesso molto giovani, che vanno incontro a menopausa indotta da intervento di asportazione profilattica di tube e ovaie perché portatrici di mutazione genetica BRCA e quindi a rischio di tumore mammario e ovarico. E’ sempre di più la consapevolezza dei vari problemi legati alla menopausa sia da parte delle pazienti che di noi operatori. Lavoriamo in team con più specialisti per un approccio che guardi al benessere della donna».