Addio a Giulio Quercini, storico esponente della sinistra toscana
Fu deputato sia nelle fila del Pci che del Pds. Dario Parrini: «Saluto un amico e un maestro»
Addio a Giulio Quercini, lo storico esponente del Pci prima e del Pds poi, è morto a 82 anni. «La notizia della scomparsa di Giulio Quercini suscita in me profondo dolore. Mi stringo con affetto ai suoi cari ricordando Giulio come un amico e un maestro», scrive il senatore Dario Parrini.
Nato a Siena nel 1941, Quercini si formò nelle file del Pci, nel cui comitato centrale entrò giovanissimo, nel 1969. Evidenziò presto qualità non comuni di dirigente politico e divenne uno degli esponenti del Pci più rappresentativi e autorevoli in Toscana. Dopo essere stato inviato a guidare la Federazione di Catania nel 1972, del Pci toscano Giulio fu segretario regionale dal 1978 al 1987.
Consigliere regionale dal 1980, nel 1987 divenne deputato.
Lavorò a stretto contatto con Achille Occhetto nella fase della Svolta, e fu capogruppo alla Camera del Pci e poi del Pds dal giugno 1990 fino alle elezioni del 1992.
«Successivamente si è impegnato nell'associazione riformista "LibertàEguale", avendo sempre come scopo il rafforzamento, all'interno della sinistra italiana, della cultura di governo e delle ragioni dell'innovazione e del socialismo democratico e liberale. Nel 2012, un anno prima della mia elezione a deputato, fu Giulio, insieme a Anna Bucciarelli, a chiedermi di prendere le redini di "LibertàEguale" in Toscana. Ricordo con emozione e gratitudine quel momento e i tanti incontri che vennero dopo. Per Giulio non vi era contraddizione tra la difesa appassionata dell'unità del partito e la determinazione nell'ingaggiare con coraggio e lucidità battaglie interne e esterne di rinnovamento: reputava le due cose facce della stessa medaglia. Ha sempre considerato un dovere primario la lotta alla demagogia e alla superficialità nella lettura dei fatti sociali. Amava lo studio e la cultura. Detestava la faciloneria e i cedimenti al populismo. Mi ha regalato insegnamenti di rigore e di analisi politica che non dimenticherò mai. Ne sentirò acutamente la mancanza», scrive Parrini ricordando il suo legame con Quercini.