Il Tirreno

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La rapina choc

L’assalto da film sull’Aurelia: l’esplosione, come ha agito il commando e i 4 milioni rubati. Erano i soldi delle pensioni – Video

di Stefano Taglione

	I furgoni distrutti, l'assalto e le fiamme lungo l'Aurelia
I furgoni distrutti, l'assalto e le fiamme lungo l'Aurelia

Caos e fiamme a San Vincenzo: due portavalori assaltati. I carabinieri: «Se qualcuno ha visto qualcosa o girato filmati li consegni in caserma»

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SAN VINCENZO. Armati di kalashnikov – intrappolandoli sull’unica corsia aperta per lavori con due van rubati dati alle fiamme e tre Suv – hanno assaltato due portavalori con quattro milioni di euro (soldi delle pensioni) lungo la Variante Aurelia, poco prima di San Vincenzo sud e dopo la galleria di San Carlo, in provincia di Livorno, sparando per aria e utilizzando dell’esplosivo per aprirne uno dei due, quello carico di denaro. Il tutto in mezzo al traffico del rientro dal lavoro, con automobilisti terrorizzati in coda (quel tratto è ristretto per un cantiere) e passanti attoniti sul cavalcavia a poche decine di metri che hanno documentato, con diversi video, i colpi di arma da fuoco e le urla, che alcuni sostengono essere in dialetto sardo, del commando composto da almeno sei persone, incappucciate e vestite di nero.

Quattro milioni rubati

È una rapina da film, purtroppo non la prima in provincia di Livorno, quella avvenuta poco dopo le 18 di venerdì 28 marzo lungo la “quattro corsie” e che, secondo una prima ricostruzione, avrebbe fruttato alla banda poco più di quattro milioni di euro. Sul caso stanno indagando i carabinieri del nucleo investigativo di Livorno e della Compagnia di Piombino, che attraverso Il Tirreno, si appellano ai residenti della zona o a chi passava di lì in macchina: «Se qualcuno ha visto qualcosa o ha girato filmati utili alle indagini, li consegni in caserma».

Dove erano diretti i furgoni

Il gruppo armato, specializzato in questi colpi, ha raggiunto i due portavalori del Gruppo Battistolli – uno con i quattro milioni delle pensioni da consegnare, il 29 marzo, negli uffici postali della provincia di Grosseto, l’altro vuoto – poco dopo la partenza dalla sede cecinese di San Pietro in Palazzi. Erano diretti, entrambi, alla filiale grossetana, dove c’è il caveau. Poi, da sabato 29, avrebbero portato il denaro in Maremma, ufficio per ufficio. Sarebbe sparito tutto: dai filmati girati dal cavalcavia si vedono almeno sei banditi caricare le auto con grossi sacchi neri con i soldi presi dai furgoni, con urla che alcuni sostengono siano in sardo, altri più semplicemente del Sud Italia. Tutto comunque fa pensare che la banda fosse italiana e, in questa direzione, si stanno muovendo anche gli investigatori. Pochi secondi, rumori di fucilate, le fiamme alte di due van (uno dei quali per il trasporto degli animali, ma vuoto) rubati e usati per costringere all’alt i blindati della Battistolli (provvisti della schiuma antifurto, che però probabilmente non ha avuto neanche il tempo di entrare in funzione o comunque di essere efficace), poi la fuga sulle tre auto verso sud: una Volvo CX60, un’altra auto dello stesso costruttore e una Volkswagen Tiguan.

Nessun ferito

Le cinque guardie giurate – tre nel mezzo carico di soldi, due nell’altro vuoto di scorta – stanno bene: non hanno reagito e non sono feriti. Quattro di loro sono grossetani. Con i fucili puntati sono stati costretti ad aprire, dall’interno, i portelloni. Sotto choc, sono stati raggiunti dalle ambulanze della Pubblica assistenza di Cecina, della Croce Rossa e della Misericordia di San Vincenzo, insieme ai carabinieri e ai poliziotti e alle altre forze dell’ordine accorse in quella che, il 118, ha dichiarato come una “maxi-emergenza”. Delle indagini si stanno occupando i carabinieri, che fino alla tarda serata di ieri hanno svolto gli accertamenti, anche balistici, sui bossoli lungo la superstrada, intervenendo a bordo dei portavalori assaltati e dei furgoni incendiati, le cui fiamme sono state domate dai pompieri.

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