Scontro Italiano-Pradè, il direttore viola: «L’esultanza? Ho capito tanto dell’uomo». La replica del mister
Polemica nel finale dopo il ko della Fiorentina a Bologna. Intanto i tifosi toscani dedicano uno striscione al tecnico Palladino per la morte della madre Rosa
FIRENZE. Il ko alla Fiorentina fa male, anzi malissimo. Un po’ perché la rete di Odgaard, il danese del Bologna, ha fermato la striscia di otto vittorie consecutive, ma soprattutto perché il ko è arrivato nel momento più difficile, l’ennesimo di questa stagione sportivamente esaltante.
Il dolore e la dedica
Domenica mattina (15 dicembre), durante la colazione con la squadra, Raffaele Palladino ha ricevuto la comunicazione della scomparsa dell’adorata mamma, Rosa. In un attimo, ha lasciato il ritiro, stretto dall’abbraccio fisico e morale dei suoi ragazzi e della società, con in testa il presidente Commisso, ed è corso a casa. In panchina, al suo posto, si è seduto il suo storico vice, Stefano Citterio, mentre i tremila ultrà arrivati al Dall’Ara hanno esposto uno striscione: «Forza mister, vicini al vostro dolore».
Il fatto
Invece, ancora una volta, come già era successo la passata stagione, quando sulla panchina viola c’era Vincenzo Italiano a decidere è stato Odgaard. Stavolta ha permesso al suo allenatore di battere, per la prima volta dal suo arrivo in rossoblù, una big del campionato, restando imbattuti tra le mura di casa, ma soprattutto di prendersi i tre punti che valgono ai rossoblù il settimo posto a -3, dalla Juventus. A far rumore, però, è stato quanto accaduto a fine gara, dall’esultanza di Vincenzo Italiano, corso verso un suo collaboratore per abbracciarlo, euforico, e lesto nel lanciare il suo berretto verso la tribuna. Ecco, è stato esattamente questo a non andar giù alla dirigenza viola. «Visto quello che è accaduto a Raffaele, l’esultanza di Italiano non mi è piaciuta – ha detto Pradè ai microfoni di Dazn –. Abbiamo passato insieme tante gioie e tanti dolori e l’ho trovata una grandissima mancanza di rispetto. Ce la teniamo dentro quell’esultanza. Ho capito tante cose dell’uomo questo pomeriggio. Non ho avuto modo di incontrarlo e nemmeno voglio incontrarlo».
Le parole
A ruota, poi, c’è pure l’attacco a Fabbri, il direttore di gara: «Su Gudmundsson, nel primo tempo, era rigore netto: quell’episodio avrebbe cambiato la gara. Ma la sconfitta non cambia nulla. Siamo forti e siamo ambiziosi. L’importante, adesso, è stringersi attorno a Palladino per la perdita della mamma. Sabato avevamo avuto un momento di gioia con Edoardo Bove al Viola Park dopo tutto quello che era accaduto e stamattina (domenica, ndr) è arrivata quest’altra brutta notizia».
La replica
È stata secca anche la risposta di Italiano: «Mi unisco a tutti quelli che hanno fatto le condoglianze a Raffaele, anche a nome del mio staff e del Bologna. Per replicare al mio ex direttore, dico di andarsi a rivedere cosa faccio dopo le vittorie: corro dentro gli spogliatoi, per lasciare la scena ai ragazzi ed evitare comportamenti sbagliati e l’ho fatto anche oggi. Il mio ex direttore ha esagerato, non ho mancato di rispetto a nessuno». L’uno non ha mai fatto il nome dell’altro: la frattura, che già era parsa ampia nei giorni dell’addio, da domenica 15 dicembre è diventata una voragine.