Più ispettori e più controlli: così il “caso Prato” diventa nazionale. Le misure in arrivo
Audizioni in prefettura della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro: sfilano sindaci, sindacati e forze dell’ordine
PRATO. «Progetti pensati ad hoc per Prato e più ispettori». Così l’onorevole Chiara Gribaudo (Pd), presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro, riassume le richieste arrivate ieri, 11 novembre, al termine di una lunga giornata di audizioni pratesi, aprendo anche a una sezione distaccata della Dda e a un secondo appuntamento pratese nella prossima primavera.
La rivincita del Sudd Cobas
Forze dell’ordine, sindache e sindaci, categorie economiche e sindacati hanno attraversato il grande atrio della Prefetttura di Prato per raccontare cosa succede dentro le fabbriche del distretto e chiedere aiuto e interventi mirati. Una commissione parlamentare che non sarebbe arrivata a Prato, secondo il leader del Sudd Cobas Luca Toscano, «se in questi sei anni, nonostante i ventisei operai finiti in ospedale per le aggressioni prima di Seano, non ci fossero stati lavoratori e lavoratrici che hanno continuato a fare gli scioperi. Non sarebbe arrivata se ci fossimo fermati quando qui, quattro anni fa, ci venivano dati i fogli di via». Nella notte tra l’8 e il 9 ottobre scorso, Toscano e alcuni operai in presidio di fronte a una fabbrica di Seano vennero aggrediti a sprangate. Quattro finirono all’ospedale. Dall’indignazione e dalla manifestazione contro lo sfruttamento che ne seguì, nasce la rinnovata attenzione nazionale intorno allo sfruttamento lavorativo a Prato.
«È un po’ troppo tardi oggi accontentarsi del fatto che la politica riconosca che c’è un problema di sfruttamento – aggiunge prima di entrare in prefettura – oggi bisogna anche prendersi la responsabilità di trovare delle soluzioni e smetterla una volta per tutte con la criminalizzazione di chi li scioperi li fa e di chi rivendica diritti».
Più ispettori
«Il progetto Lavoro sicuro della Regione va implementato e va fatto anche a livello nazionale», ha detto Chiara Gribaudo al termine delle audizioni. «L’altro elemento che abbiamo registrato ascoltando le amministrazioni è che proprio perché è cambiato il fenomeno dei dormitori, oggi c’è un nuovo fenomeno, quello delle abitazioni dove risiedono più persone, anche rispetto a questo la richiesta che emerge è indubbiamente di poter assumere in deroga, perché servirebbe più personale amministrativo, più personale dedicato ai controlli che vadano ad aggredire la parte delle abitazioni e quindi tutta quella parte che in qualche modo è legata allo sfruttamento del lavoro e allo sfruttamento delle persone». Una volta il problema era quello dei dormitori ricavati all’interno delle fabbriche ma dopo dieci anni di ispezioni, cominciate dopo la tragedia della Teresa Moda, l’incendio in cui morirono sette operai cinesi, il problema si è spostato nelle abitazioni. Più ispettori è quello che chiede da tempo anche la sindaca di Prato Ilaria Bugetti, per contrastare lo sfruttamento e anche l’evasione contributiva delle aziende del fast fashion. «La nostra Polizia Municipale partecipa ai controlli interforze e a quelli Asl del progetto regionale Lavoro sicuro che da oltre 10 anni ispeziona a tappeto tutte le aziende cinesi – dice – I risultati ci sono perché gli impianti sono in sicurezza e i dormitori sono pressoché spariti. Andiamo avanti perché non vogliamo e non possiamo abbassare la guardia. Se lo Stato assumesse nuovi ispettori e li ancorasse ad un progetto ad hoc sul territorio che preveda l’affiancamento degli ispettori Asl, riusciremmo ad essere efficaci anche su questo versante».
Un’operazione, l’assunzione di nuovi ispettori, a costo zero secondo Bugetti. «L’evasione contributiva accertata e le sanzioni pagate per revocare la sospensione delle attività conseguente della massiccia presenza di lavoro irregolare, ci dicono che tale impiego si ripagherebbe da solo – spiega – esattamente come è successo per i controlli Asl per i quali la Regione assunse oltre 70 ispettori».
L’illegalità economica
«Oggi abbiamo registrato alcune richieste – spiega Gribaudo – appunto più personale necessario e anche il coinvolgimento in maniera proattiva dell’agenzia delle entrate perché, come è noto, non c’è solo tra lo sfruttamento del lavoro ma c’è anche lo sfruttamento economico, che è un mix che alimenta e preoccupa tutto il territorio e le comunità di Prato e del circondario». L’illegalità economico è l’altra faccia della medaglia. Chi non rispetta le regole e non facendolo si arricchisce alle spalle degli sfruttati da una parte e delle aziende che pagano le tasse dall’altra. «Combattere chi non rispetta le regole e pensa di poter fare affari sulla pelle dei lavoratori significa tutelare chi fa impresa onestamente e investe in qualità ogni giorno, esattamente come fa il nostro distretto da secoli. – ribadisce Bugetti – Dare al territorio gli strumenti normativi e le risorse umane necessarie per combattere questa piaga significa far del bene alle imprese serie e sane. Pensare di cavarsela solo con proclami e parole senza intervenire, significa invece macchiare irrimediabilmente l’imprenditoria buona che rappresenta la maggior parte del tessuto economico».
Dda: richiesta bipartisan
L’avevano chiesta i deputati Fratelli d’Italia La Porta e Michelotti dopo l’aggressione di Seano e l’intimidazione ai danni di un imprenditore cinese cui due persone incappucciate, prima di bruciargli l’auto, avevano posizionato una bara con la sua foto di fronte all’albergo dove alloggiava. Un proposta che Gribaudo fa sua senza tentennamenti.
«È proposta segnalata anche dal procuratore e credo che sia un elemento che emerge anche oggi dalle nostre audizioni – ha detto – Quindi sicuramente è una richiesta importante che andrebbe condivisa e per quel che mi riguarda la faccio mia». Al tavolo della commissione ha partecipato anche l’onorevole La Porta (Fdl), che al termine ha spiegato soddisfatta: «Tutto ciò che accende un faro sulla situazione di illegalità diffusa sul nostro territorio è ben accetto».