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Prato, Bugetti: «Troppa burocrazia nei lavori post-alluvione»


	L'assemblea alla parrocchia di Santa Lucia
L'assemblea alla parrocchia di Santa Lucia

La sindaca chiederà al governo di snellire l’iter per l’approvazione delle opere

23 ottobre 2024
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PRATO. «Chiederò al governo di snellire le procedure per le opere idrauliche nei territori alluvionati». È la proposta lanciata dalla sindaca Ilaria Bugetti nel corso dell’assemblea pubblica con gli alluvionati che si è svolta ieri pomeriggio, 22 ottobre, nel salone parrocchiale di Santa Lucia alla presenza dell’assessora regionale Monia Monni e dei tecnici del genio civile e della protezione civile.

«In un anno siamo riusciti a trovare le risorse, a progettare, a ottenere le autorizzazioni e a far partire molti interventi. Sembra tanto per chi vive nella paura di avere nuovamente l’acqua in casa ma in realtà, rispetto alla burocrazia italiana, siamo andati velocissimi. Pensate che sul ponte di Figline i vincoli da superare sono ben due, paesaggistico e monumentale. E pensate anche che abbiamo dovuto sospendere i lavori, poi ripresi, al torrente Bardena per un esposto di un cittadino sulle vibrazioni delle ruspe che avrebbero danneggiato la sua abitazione. Tutto questo per dirvi che l’iter per fare questo tipo di interventi è tutto fuorché semplice e lineare. Ecco perché penso che tutto insieme sia necessario sostenere questa proposta. Il governo deve semplificare. Dobbiamo dare le risposte ai cittadini in tempi ragionevoli. Sono sicura che anche il centrodestra sarà con noi. Così come lo saranno anche gli altri comuni alluvionati e purtroppo sappiamo che sono tanti, dentro e fuori la Toscana”.

Amministratori e tecnici del Comune e della Regione hanno risposto alle tante domande dei cittadini delle zone alluvionate.

La Regione ha effettuato interventi in somma urgenza per 7 milioni di euro più altri 2 realizzati dal Consorzio di bonifica.

Il Comune di Prato ha speso oltre 12 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza alluvione. Sono ammessi al rimborso dello Stato poco più di 2 milioni di euro. Oltre 8 milioni di euro del totale sono stati destinati a una quarantina di interventi tra somme urgenze, ripristini e manutenzione straordinaria. Molti sono già conclusi, altri sono in corso, altri ancora sono a fine progettazione o in fase autorizzativa. In alcuni casi è partita ora la fase di studio per adottare la soluzione tecnica migliore.

Intanto ci sono ancora 60 milioni di fondi Simest a disposizione delle aziende esportatrici che sono state danneggiata dall’alluvione. Lo segnala Raffaele Fabbri, presidente di Lhevo, una delle società di consulenza attive nel disbrigo delle pratiche per ottenere i finanziamenti. Si tratta di fondi Simest destinati alle ditte che fanno parte della filiera dell’export o che pur non esportando direttamente all'estero abbiano almeno una quota del 3% di fatturato legato all'export.Questi fondi sono vincolabili anche alla perdita di fatturato. E possono essere attivati anche per le imprese che avevano una polizza assicurativa alluvionale attiva per ottenere il rimborso delle spese sostenute per coprire la franchigia

«Fare tutto da soli spesso porta a scoraggiarsi e a rinunciare alla presentazione della domanda di ristoro – spiega Raffaele Fabbri – La burocrazia, infatti, spesso non facilita le cose agli imprenditori». 

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