Sorpresi dalla piena del fiume in auto con la bimba di 5 anni: la decisione salvavita, l'aiuto e la lezione sulle allerta meteo
Denise, il compagno e la figlia si sono trovati bloccati dal maltempo: "Dovevamo salvare la nostra piccola"
CASTELLINA. Quando l’ondata di piena li ha colpiti erano in auto alle Badie, nel territorio pisano di Castellina Marittima. «Tempo tre secondi e l’acqua è arrivata a metà portiera». Sorpresa, tanta paura e una decisione da prendere: che fare? «L’unico pensiero era nostra figlia. Dovevamo farla uscire dalla macchina. Dovevamo portarla in salvo». Ecco, dunque, che hanno aperto la portiera e sono fuggiti da una vettura sommersa a metà, rifugiandosi in una casa lì vicino. Salvi. Ma scossi. «Mi vengono i brividi a ripensarci», dice Denise Lombardi, fotografa e speaker radiofonica 44enne di Nibbiaia, frazione del Livornese, che nella notte tra venerdì e ieri si è trovata intrappolata alle Badie con il compagno e la figlia di 5 anni. Quella stessa notte nel Pisano i vigili del fuoco hanno messo in salvo complessivamente altre dodici persone.
«Eravamo a Castellina per una cena – racconta Lombardi – e pensavamo che non avremmo avuto problemi a rientrare, anche perché l’allerta meteo finiva a mezzanotte». Ma le cose sono andate diversamente. «A un certo punto ha iniziato a piovere in maniera allucinante. Lì per lì abbiamo aspettato un po’a metterci in viaggio e siamo partiti più tardi, verso l’una di notte, dopo che un ragazzo è entrato al ristorante dicendo che arrivava da Solvay e che la strada era percorribile».
Travolti dall'acqua in auto
Denise Lombardi e famiglia salgono quindi in auto, un Suv di colore scuro, e partono per Nibbiaia. «Un po’d’acqua per strada c’era, ma niente che ci facesse preoccupare». Poi, l’imprevedibile. «Accanto alla piazzetta delle Badie c’è un oliveto che confina col torrente (il Marmolaio, quello che è esondato, ndr) ed è lì che l’acqua ci ha presi in pieno. In tre secondi è salita fino ad arrivare a metà sportello». L’auto non si è spenta subito, «ma non si muoveva e nel frattempo l’acqua saliva». È a quel punto che «il mio compagno ha abbassato il finestrino e abbiamo visto dei ragazzi alla finestra della casa di fronte: ci dicevano di uscire e di rifugiarsi da loro, ci avrebbero aiutato».
Il rischio che la piena li portasse via
Andava presa una decisione. E andava presa in fretta. «Ci siamo detti: o proviamo a uscire o ci porta via la piena». Ecco, dunque, la fuga. «Abbiamo aperto gli sportelli e il mio compagno ha preso in braccio la bambina, che si trovava sul sedile posteriore della macchina insieme a me. Dopodiché abbiamo scavalcato il muretto della casa di fronte e, con l’aiuto dei vigili del fuoco, siamo entrati dalla finestra per rifugiarci nell’abitazione». I pompieri sono intervenuti anche perché «nel frattempo avevo chiamato il 112, essendo una soccorritrice della Misericordia so che dare l’allarme è la prima cosa da fare».
L'aiuto
Una volta all’asciutto, a Lombardi e famiglia vengono dati degli abiti puliti «per cui ringrazio i proprietari della casa: Sara e Alessio. Dopo poco peraltro sono arrivate altre quattro persone, anche loro accompagnate dai vigili del fuoco e anche loro ospitate per la notte». Denise dorme poco, sotto shock per l’accaduto. Riesce a prendere sonno per un’oretta, solo accovacciandosi accanto a sua figlia. La bambina è sana e salva. E questo per lei è sufficiente.
La lezione: restare a casa durante le allerte
Poi, quando sorge il sole, inizia un altro giorno. E la vita riprende. «Siamo tornati a Nibbiaia accompagnati da alcuni amici e lungo la strada abbiamo visto gente che spalava il fango. Un disastro». Alla fine tutto è andato per il meglio, eccezion fatta per l’auto, che con ogni probabilità è da buttare. «Ma ci siamo spaventati a morte. Avevamo paura che la piena ci portasse via e di rimanere intrappolati nell’auto. E, soprattutto, temevamo per la bambina. L’acqua era più alta di lei e avevamo paura di vederla sparire. Volevamo portarla fuori di lì al più presto. E asciutta». Di certo la sera prima, quando sono partiti dalle Badie per tornare a Nibbiaia, non si sarebbero mai aspettati di trovarsi intrappolati nelle acque del torrente esondato. «Ho imparato una lezione: durante l’allerta meteo bisogna restare a casa. Anche se non piove o non sembra che ci siano pericoli imminenti».
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