Il Tirreno

Prato

Lavoro

La guerra lampo del Sudd Cobas contro lo sfruttamento a Prato

di Paolo Nencioni

	Lavoratori e sindacalisti davanti all'ultima azienda interessata dagli scioperi
Lavoratori e sindacalisti davanti all'ultima azienda interessata dagli scioperi

In una settimana il sindacato ha chiuso accordi in sette aziende. Sempre più ampia la distanza coi sindacati confederali che non approvano picchetti e blocco delle merci

16 ottobre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. «Se la situazione vi sembra “confusa” e faticate a stare dietro agli sviluppi dello StrikeDay è perché una bella confusione sta sostituendo un tremendo ordine in questo distretto». Lo scrive il sindacato Sudd Cobas per annunciare altri due accordi per la regolarizzazione degli operai sfruttati in altrettante piccole aziende cinesi, sull’onda della mobilitazione che domenica ha portato oltre duemila manifestanti a sfilare in corteo nella zona artigianale di Seano, a Carmignano, dopo il pestaggio di una settimana fa al picchetto davanti alla confezione Lin Weidong di via Galilei.

Gli accordi riguardano una confezione-stireria di via Copernico, quella dove i manifestanti si erano fermati domenica pomeriggio per raccogliere la denuncia di due dipendenti pachistani impiegati in nero, e un’azienda che produce elastici per pantaloni in via Galilei, non distante dalla confezione Lin Weidong (anche qui si tratta di due lavoratori pachistani) .

Il Sudd Cobas ha tracciato un bilancio della prima settimana di scioperi nelle micro-aziende del “distretto parallelo” cinese: 8 fabbriche coinvolte (di cui 5 nella sola frazione di Seano); 7 vittorie degli scioperi con altrettanti accordi 8x5 già raggiunti (cioè contratti che prevedono la settimana lavorativa di 5 giorni, 8 ore al giorno) .

«In sintesi: lo StrikeDay vince – si legge in una nota – Per questo si allarga. Anche grazie al contributo, piccolo o grande, di tutti i solidali. La scommessa è già vinta. E siamo solo all’inizio. Sindacalizzare l’insindacalizzabile. Portare la sindacalizzazione dentro la miriade di piccoli capannoni in cui non sembrava possibile potesse entrare. La paura è contagiosa. La ribellione anche». Intanto prosegue il picchetto davanti alla confezione Lin Weidong di via Galilei da dove è iniziato tutto.

Una partita dalla quale per ora restano fuori i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, con qualche spaccatura interna. La Camera del lavoro Cgil, che si appresterebbe ad aggregarsi a quella di Pistoia entro qualche mese, non ha aderito alla manifestazione di domenica perché non condivide i metodi del Sudd Cobas, ma la Cgil regionale c’era con un enorme striscione, così come la Funzione pubblica di Prato e il sindacato pensionati di Prato. «Quando i lavoratori vengono picchiati perché chiedono il rispetto dei loro diritti ci sembra naturale essere presenti» ha detto una dirigente della Fp. Cisl e Uil, invece, non pervenute.

Il metodo dei Cobas che sta portando risultati per i lavoratori sfruttati nel distretto pratese (fondamentalmente picchetti e blocco delle merci, col rischio di prendere qualche manganellata, non solo dai titolari delle ditte o da qualcuno inviato allo scopo) appare distante anni luce da quello praticato negli ultimi anni dai sindacati confederali. E quanto ai tempi, è distante anni luce anche dalle elefantiache procedure messe in campo dalla squadra interforze della Prefettura, che riesce a scalfire solo la superficie di un fenomeno enorme assicurando una quantità di controlli che non fa troppa paura a chi lucra sull’evasione fiscale e contributiva, oltre che sullo sfruttamento. Così come i procedimenti penali sull’intermediazione illecita della forza lavoro, il caporalato punito dall’articolo 603 bis del Codice penale: assicurano in teoria condanne molto più pesanti, ma servono mesi per le indagini e alla fine i processi sono un numero risibile rispetto alla portata del fenomeno. Insomma, siamo di fronte a due velocità non paragonabili: la sveltezza degli imprenditori senza scrupoli e la lentezza dei confederali e delle istituzioni. Il Sudd Cobas ha cercato di mettersi al passo.

Primo piano
Maltempo

Meteo in Toscana, rischio allerta arancione: un dubbio sulla traiettoria dei temporali sta bloccando la decisione

di Tommaso Silvi
Sportello legale