Prato, l’ombra del dolo sull’incendio che ha distrutto l’azienda di logistica
I pompieri hanno accertato che le fiamme sono partite dall’esterno e una parente del titolare sospetta che qualcuno abbia dato fuoco
PRATO. Potrebbe essere doloso l’incendio che all’alba di ieri, 15 luglio, ha distrutto il capannone dove ha sede la Logistica Xin Shun Da, un’azienda cinese attiva nel settore dei trasporti, in via Nottingham al Macrolotto 2. A far propendere per questa ipotesi c’è il fatto che l’incendio – lo hanno accertato i vigili del fuoco e la squadra mobile della polizia che conduce le indagini – è partito dall’esterno del capannone, sul retro dell’edificio, accanto ad alcuni camion che erano parcheggiati vicino al muro. E lo fanno pensare anche alcune parole di una parente del titolare, che al telefono dice al Tirreno di sospettare che qualcuno abbia dato fuoco.
Parte da queste premesse un’indagine che non sarà facile, se le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza non daranno indicazioni un po’ più precise, com’è accaduto in altri casi simili.
L’incendio è scoppiato poco prima delle 5, mentre albeggiava, ed è stato devastante. Nel giro di pochi minuti le fiamme hanno avvolto una buona metà del capannone e qualcuno se l’è vista brutta. «Stavo dormendo dentro l’abitacolo del camion – racconta un autista pachistano che poi è stato sentito a lungo dalla polizia – Mi sono svegliato perché ho sentito dei rumori, ho visto il fumo e sono scappato». Il suo camion è stato distrutto dall’incendio, ma secondo gli investigatori le fiamme non sono partite da lì. Qualcuno potrebbe averle appiccate usando un liquido infiammabile, anche se al momento non ci sono conferme.
Dal capannone di via Nottingham si è alzata una densa nube di fumo nero che la leggera brezza mattutina ha allungato verso il Montalbano, fino a Quarrata. Dalla Declassata lo spettacolo era impressionante, ma a conti fatti i vigili del fuoco hanno quasi subito circoscritto il rogo, tanto che il presidente della Regione, Eugenio Giani, già alle 8,30 ha postato su Facebook un messaggio rassicurante: “Sotto controllo l’incendio scoppiato questa notte a Prato”.
Da anni ormai, fin dalla vecchia inchiesta China Truck della squadra mobile, quando si parla di logistica cinese si parla anche di guerre intestine nella comunità orientale per il controllo del settore. E l’incendio di ieri potrebbe rientrare in questo filone. Inoltre ormai da anni si parla della cosiddetta “guerra delle grucce” per il controllo della produzione e dei prezzi degli appendiabiti, sempre nel distretto parallelo cinese. Lo scorso 6 luglio un cinese di 42 anni è stato accoltellato da cinque connazionali in via Marsala e anche in quel caso si è parlato di un contrasto tra produttori di grucce come possibile movente dell’aggressione.
La Logistica Xin Shun Da di Huang Kailai, spiega una parente del titolare al telefono, ha sede in via Nottingham da oltre due anni e finora non aveva mai avuto problemi. Una società con la stessa ragione sociale e otto dipendenti aveva una sede anche a Roma e nel 2022 dichiarava un fatturato, in crescita, di poco più di 400mila euro.
Ieri mattina dalle macerie è stata estratta anche una cassaforte che i cinesi volevano portare via senza aprirla. La polizia glielo ha impedito, i vigili del fuoco l’hanno aperta con una sega circolare, ma non sembra che contenesse nulla di particolarmente rilevante.