Il Tirreno

Il ritratto

Paolo Mariottoni ucciso da una lastra nel cantiere, chi era l’ingegnere: la ditta all’avanguardia, il padiglione all’Expo e il legame con il fratello

di Gabriele Buffoni
Paolo Mariottoni ucciso da una lastra nel cantiere, chi era l’ingegnere: la ditta all’avanguardia, il padiglione all’Expo e il legame con il fratello

Era arrivato a Massa con la famiglia perché il padre lavorava per la Farmoplant, era molto stimato e apprezzato per la grande professionalità e il carattere disponibile

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MASSA. «Non me lo dica, no. Non è possibile». Il silenzio che si prolunga dall’altro capo della cornetta raggela il sangue. Si ripete a ogni telefonata fatta ad amici e conoscenti di Paolo Mariottoni, l’ingegnere di 56 anni titolare della Mariottoni Engineering morto nel primo pomeriggio a Lido di Camaiore, schiacciato da una lastra di vetro precipitata durante il trasporto con la gru ai piani alti dell’ex hotel Principe. Un silenzio che cerca di nascondere il dolore per una perdita che ieri ha sconvolto tutta la città di Massa.

Paolo Mariottoni, sposato e padre di due figli, era infatti apprezzato e stimato da tutti in città. A partire da chi lo conosceva professionalmente, architetti e ingegneri attivi nel campo dell’edilizia che ne apprezzavano la passione e il genio. Da diversi anni la sua società si era unita a quella del fratello Enrico, la Mesa, per formare la Mariottoni Group Massa. Ma le due entità erano rimaste distinte e Paolo, brillante ingegnere con un’esperienza ventennale nel settore, non aveva smesso di progettare insieme al suo team di esperti strutture in vetro in grado di superare la maggior parte delle problematiche che solitamente riguardano questo tipo di opere.

Il progetto del pavimento a Expo 2015 a Milano

Tanto che la sua impresa non si fermava alla realizzazione del progetto ma assisteva i suoi clienti (tra cui la Papini Costruzioni di Querceta) anche nella fornitura e nella messa in opera di scale, soppalchi, lucernari, facciati e anche pavimenti (come quello progettato per il piano terra del padiglione dell’Azerbaijan ad Expo 2015 a Milano). Tutto in vetro, un materiale che per lui non aveva più segreti e che era diventato il suo marchio di fabbrica, un campo in cui si era specializzato e per il quale aveva raffinato fino all’estremo la sua tecnica di progettista e ingegnere. Tanto da essere riconosciuto, anche da riviste specialistiche del settore edile, come uno dei più profondi conoscitori della materia.

Il dolore dell'amico d’infanzia

Ma oltre al lavoro Paolo Mariottoni era un uomo di grande vitalità, cresciuto con il fratello Enrico (geologo) e con la sorella Anna (insegnante) a Massa nonostante la famiglia fosse originaria di Città di Castello (Perugia): il padre, ingegnere alla Farmoplant, si era trasferito a Massa per lavoro con la moglie insegnante e da allora la famiglia si era radicata nell’area apuana pur non dimenticando mai le proprie origini. «Una famiglia splendida – commenta un amico d’infanzia, che preferisce restare anonimo – Paolo era una persona sorridente e solare, sempre con la battuta pronta, allegro e vitale. Ancora non me ne capacito che non ci sia più».

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