Prato è la città più straniera d’Italia: un ragazzo su sei è cinese
Nel 2016 la città supera perfino Milano: il 19% dei residenti non è italiano. Boom fra i bambini da 0 a 4 anni, dove la percentuale sfiora il 37%. E la popolazione torna a salire
PRATO. È la più straniera fra le città italiane. Da tempo ha superato Torino, Bologna e Roma, mentre da un anno a questa parte è balzata davanti perfino alla multietnica Brescia e alla popolosa Milano. Grazie ai numerosissimi cinesi – che negli ultimi mesi sono cresciuti ancora, arrivando a un passo dai 20.000 residenti – Prato ha chiuso un 2016 da record. Lo dicono i numeri dell’Ufficio statistico comunale.
Al 31 dicembre, infatti, su una popolazione di 192.469 persone, ben 36.400 uomini e donne (il 18,9%) erano di nazionalità straniera: 18.989 cinesi, saliti a 19.814 consultando i dati aggiornati allo scorso 30 giugno. Percentuale che colloca la nostra città al primo posto in Italia, davanti a Brescia (18,4%) e Milano (18,75%), che essendo molto più grande ha sì un maggior numero di cittadini provenienti dall’estero – per l’esattezza 253.482 – ma meno di Prato se rapportati al totale dei residenti. La media italiana è invece ferma all’8,3%.
STRANIERO UN GIOVANE SU 3
Il dato più eclatante riguarda però i giovani. Lo evidenzia una relazione redatta proprio dal Comune: fra 0 e 4 anni sono stranieri il 36,7% dei bambini, valore che scende di poco (a uno su tre) se prendiamo in esame i giovani da 25 a 34 anni. Il motivo? Più che l’immigrazione, il fatto che negli ultimi anni molti cinesi – come conferma l’amministrazione – si stiano finalmente iscrivendo all’anagrafe, regolarizzando la loro presenza sul territorio. Rimane anche l’annoso problema degli italiani che a causa della crisi fanno pochi figli, meno di mille nel 2016 a differenza delle mamme straniere che hanno dato alla luce 648 neonati. Fra i residenti minorenni, che sono 33.028, 5.730 (circa uno su sei) è cinese.
GLI ITALIANI? SONO ANZIANI
È solo con l’avanzare dell’età che gli italiani tornano prepotentemente al comando, confermando di essere una popolazione sempre più anziana. Sopra i 49 anni, infatti, l’incidenza degli stranieri scende al di sotto del 20%, diminuendo progressivamente fra i 65 e i 69 anni (4,3%) e addirittura all’1% fra gli ultraottantenni. Il rapporto nati/morti, l’anno scorso, era positivo solo fra i cittadini stranieri (+615), mentre drammaticamente in negativo fra gli italiani: -831 persone, considerando i 975 nati e i 1.806 morti.
LA CRESCITA CINESE
Il balzo in avanti dei cinesi, soprattutto negli ultimi anni, è incredibile. Secondo i dati del Comune di Prato, nel 1990, erano solo 520. Nel 1995 sono triplicati (1.525), per poi aumentare quasi di mille in mille fino all’ultimo dato disponibile – aggiornato al 30 giugno 2017 – di 19.814 persone. Solo in un anno, dal 2015 al 2016, sono cresciuti da 16.918 a 18.989. «È un aumento spropositato – commenta il professor Massimo Livi Bacci, demografo, già senatore e docente emerito dell’università di Firenze – e senz’altro c’è un motivo particolare. Se i cinesi sorpasseranno gli italiani? Sono proiezioni difficili da fare».
LE ALTRE COMUNITÀ
Il balzo dei cinesi è stato perfino più elevato rispetto a quello della somma di tutti gli stranieri, cresciuti di 1.606 persone dal 2015 al 2016. Gli albanesi – seconda comunità straniera e prima europea della città – sono calati da 4.827 a 4.547 persone (-280), i rumeni sono rimasti stabili (+10), mentre diversi fra marocchini e pakistani hanno scelto di andar via (-52 e -16). Aumentano prepotentemente solo i cinesi, grazie ai quali la popolazione di Prato, nel 2016, è tornata a salire di 1.319 residenti.