Il Tirreno

Pontedera

La storia

Paco Paquito, il clown toscano torna sul palco dopo la lotta contro il tumore

di Paola Silvi
Paco Paquito insieme a Celestina
Paco Paquito insieme a Celestina

Ha affrontato due operazioni e mesi di terapie: «È fantastica la vita quando vince la speranza...»

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PONTEDERA. «È fantastica la vita quando vince la speranza e ci troviamo circondati dalla bellezza e dall’armonia». È felice e non può nasconderlo Pasquale Vaira, in arte Paco Paquito, ora che può rimettere i trampoli e ha superato un paio di interventi chirurgici, prima al cuore e poi alla testa. Dopo otto mesi di cure è tornato, nei panni del clown più famoso della Valdera, a girare nelle scuole della Toscana e nei teatri della provincia, a incontrare grandi e piccini, con lo spettacolo Circusbandando, per parlare dell’importanza della lettura, della cura dell’ambiente, dell’acqua, della conoscenza del corpo e di tanto altro. Il gran ritorno ieri a Capannoli col solito stile tra musica, danza, canzoni, filastrocche e arte circense, dove educazione e divertimento vanno a braccetto.

Periodo difficile

«Di nuovo saloni, aule e cortili pieni di sorrisi, di sguardi curiosi, a volte anche timorosi, ma che poi piano piano si aprono al coraggio e alla fantasia. Non vedevo l’ora di ricominciare. È stato bello come pensavamo. Forse anche di più. Una gioia indescrivibile», riprende Pasquale, in scena sempre insieme alla moglie Giulia Villa, alter ego di Celestina. Lui, che incarna l’umorismo e sa incantare i bambini, ha dovuto affrontare un periodo difficile, mesi di degenza in ospedale e altrettanti di riabilitazione. «Ma ormai ho salutato quel soggetto abusivo – racconta – ospitato nella mia testa. È stata un’esperienza forte dove però ho conosciuto molte persone e, in fin dei conti, non ho mai sofferto troppo». Del resto chi sa far ridere gli altri toccando questioni complesse, riesce a sdrammatizzare con il sofisticato meccanismo della simpatia anche le proprie paure.

In sala operatoria

«Tutto inizia alla fine di giugno – dice – quando avevo fissato un controllo cardiologico. Sapevo da tempo che avrei dovuto operarmi alla valvola aortica. Ho scelto, visto le mie origini lombarde, l’ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano e a settembre sono salito per l’intervento programmato. Durante i controlli previsti, dagli esami, i medici hanno scoperto una macchia nella zona cerebrale. E i piani ovviamente sono cambiati. Per prima cosa mi hanno fatto la biopsia e, dopo i risultati, l’equipe medica che mi ha seguito da subito, ha deciso di intervenire in entrambi gli ambiti in modo da non permettere che si sovrapponessero le due situazioni, giudicate entrambe non più rimandabili. E poi sono partite le terapie, la chemio e la radio. Sono stato in reparto per un bel po’, considerando che era da quando avevo otto anni che non mettevo piede in ospedale ma sono stato fortunato. A febbraio ho avuto il controllo finale e sono di nuovo abile e arruolato».

In mezzo ai bambini

Pasquale ha 69 anni, è in pensione dal 2018. Per una vita ha insegnato musica nelle scuole, soprattutto alle medie e da quando si è trasferito, nel volterrano e in Valdera. Vive a Chianni e l’avventura con Circusbandando comincia nel 1995. Sul palco il professore suona innumerevoli strumenti, dalla chitarra al sassofono, dal flauto alle percussioni, e fa numeri di giocoleria mentre Celestina con le sue scenografie piene di luci e colori trasforma i teatri, le palestre, le aule e le piazze in mondi fantastici dove argomenti come la raccolta differenziata, il cibo, i libri diventano accattivanti. Migliaia gli spettacoli organizzati in 20 anni e molti di più i bimbi della primaria e dell’infanzia coinvolti, ma anche i genitori. «Perché i messaggi arrivino – aggiunge Pasquale – è necessario che i bambini si sentano chiamati in causa: li invitiamo a esprimere opinioni, a rispondere a domande o addirittura a recitare. L’entusiasmo che ogni volta percepiamo ti resta impresso e di quell’energia non possiamo più farne a meno. Anche questo mi è servito davvero per lasciarmi alle spalle le peripezie degli ultimi mesi».

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