Ucciso con un pugno al concerto dei Subsonica, contestato l'omicidio a uno degli indagati
Dopo la nuova consulenza si aggrava la posizione di Cristian Corvo per l'aggressione che costò la vita ad Antonio Morra: l’accusa è di omicidio preterintenzionale
PISTOIA. Omicidio preterintenzionale. Questa la nuova e più grave accusa che, ieri mattina, il pubblico ministero ha formulato, modificando il capo di imputazione, nei confronti di Cristian Corvo, 29 anni, sotto processo per la tragica aggressione avvenuta al Mandela Forum di Firenze l’11 aprile dello scorso anno, all’uscita dal concerto dei Subsonica, che costò la vita ad Antonio Morra, 47 anni, di Pistoia, spirato subito dopo il ricovero in ospedale.
Il giovane era inizialmente accusato di lesioni personali aggravate dalle condizioni di minorata difesa, a differenza del coimputato Ibrahimi Senad, italiano di origine kosovara, 48 anni, che già era alla sbarra per il reato di omicidio preterintenzionale.
La decisione del pm è arrivata alla luce della nuova perizia sulla dinamica dell’aggressione disposta nell’ultima udienza dal giudice delle indagini preliminari di Firenze, Fabio Gugliotta, di fronte al quale, dopo la richiesta di giudizio immediato, è iniziato il processo con il rito abbreviato.
L'aggressione
Corvo e Senad erano entrambi facchini di una ditta esterna che si occupa del montaggio del palco in occasione dei concerti al Mandela Forum. Antonio Morra, originario della provincia di Potenza ma che viveva a Pistoia con la moglie e tre figli, magazziniere, quella sera, al termine del concerto, si fermò sulle scale esterne del Mandela Forum. Quello che successe è stato ripreso dalle telecamere della videosorveglianza: durante una discussione, viene circondato da un gruppo di operai e Senad gli arriva alle spalle e lo colpisce alla testa; Morra sta per cadere e viene colpito da un altro pugno sferrato da Corvo. Il colpo fatale, aveva accertato l’autopsia, sarebbe stato il primo.
Ma il 19 novembre scorso, il gip del tribunale ha deciso di affidare una consulenza medico-legale a un proprio perito per capire se il colpo mortale sia stato davvero quello sferrato da Senad (difeso dall’avvocato Luca Maggiora) e quale conseguenze potrebbe invece aver avuto il pugno dato a Morra da Corvo, difeso dall’avvocato Alberto Russo.
Così, ieri mattina, dopo che in aula sono stati ascoltati i consulenti delle parti (non solo quello nominato dal gip, il medico legale Edoardo Franchi) il pubblico ministero ha ritenuto che anche il secondo colpo ricevuto potrebbe aver causato la morte dell’operaio pistoiese.
La posizione della difesa
«In pubblico ministero – spiega l’avvocato Alberto Russo, difensore di Corvo – ha contestato al mio assistito l’omicidio preterintenzionale in concorso. Non possiamo che prenderne atto, ma non siamo certamente d’accordo su questa riqualificazione del reato. Anche perché ciò che dice il consulente del giudice è sostanzialmente sovrapponibile a quello che aveva scritto il consulente del pm in sede di indagini preliminari. E allora la qualificazione giuridica della condotta di Corvo era stata quella di lesioni aggravate. Poi il gip ha ritenuto doveroso disporre una nuova perizia, che però non si discosta dalla precedente. Allora qual è l’elemento che ha indotto il pm a contestare l’omicidio preterintenzionale?».