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L’autovelox sulla Montalese diventa un caso politico: finisce in consiglio comunale e il sindaco apre ai rimborsi

di Lorenzo Carducci

	L'autovelox
L'autovelox

Il primo cittadino durante la seduta spiega l’iter: «Ho chiesto ai tecnici di fare il possibile per restituire i soldi»

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PISTOIA. Gli interventi della maggioranza in aula avevano fatto presagire un definitivo e secco no ai rimborsi delle multe arrivate a causa dell’autovelox di Pontenuovo, sulla Montalese, ma il sindaco Alessandro Tomasi quella porta non l’ha voluta chiudere. E quello che ha detto nella serata di ieri – 24 marzo – in consiglio comunale sulla patata più bollente di questo secondo mandato è stato apprezzato anche dall’opposizione, che una tale apertura (seppur non risolutiva) o presa di coscienza non se l’aspettava.

Alla fine, la mozione con cui la consigliera Stefania Nesi, del Pd, chiedeva all’amministrazione di attivare gli uffici e provvedere all’archiviazione e al rimborso delle sanzioni scattate per il superamento del limite di 40 chilometri orari – istituito, pare, in assenza della necessaria ordinanza – è stata come da pronostico bocciata con il voto contrario della maggioranza (18-11). Ma l’intervento di Tomasi relega quasi lo scrutinio in secondo piano.

«L’indicazione politica che abbiamo dato ai dirigenti e agli uffici è stata di verificare, nel rispetto delle loro competenze e nell’ambito di una scelta firmata da loro, se c’è un margine per restituire i soldi ai cittadini – le parole del sindaco – Per questo ho autorizzato anche il parere legale esterno. Non può però essere la politica a dire di togliere quelle multe, perché può diventare pericoloso».

Dunque, in ultima istanza, la palla passa ai tecnici del Comune, con lo spiraglio “politico” aperto dal sindaco, che ha capito quanta credibilità metta in palio questa partita. Il parere legale citato è quello rilasciato dall’avvocato fiorentino Fabio Piccioni, secondo cui il rimborso dei cittadini multati è da ritenersi una possibilità discrezionale nelle mani dell’amministrazione, oltretutto non censurabile dalla Corte dei conti. Un parere che infatti la minoranza ha utilizzato per mettere alle strette i propri avversari, esortandoli a esporsi una volta per tutte a favore o contro la restituzione delle sanzioni.

La questione dell’ordinanza

Sanzioni che, e questo è il nocciolo della questione, senza un’ordinanza istitutiva del limite su cui è stato tarato l’autovelox dovrebbero essere illegittime. Nei primi sei mesi del 2024 i verbali sono stati 34.241: il fatto che a fine 2024 ben 26.465 risultassero già pagati (a fronte di 7.776 non pagati e dunque impugnati) ha reso la richiesta di rimborsi veemente. Perché chi ha pagato lo ha fatto fidandosi della legittimità della sanzione quando ancora non sapeva dell’ordinanza mancante, e una volta pagato in teoria non può più pretendere niente, se non sperare che il rimborso venga dall’alto.

Tomasi ha anche anticipato una sorta di scuse, rinviandole però a quando la ricerca dell’ordinanza fantasma sarà dichiarata conclusa con un nulla di fatto, anche se sono già passati nove mesi. «Se i tecnici sbagliano, sbaglia tutta l’amministrazione. E l’amministrazione chiede scusa – afferma – Un giorno metteremo un punto e se l’ordinanza non c’è diremo che abbiamo sbagliato. Questo servirà ai cittadini per vincere le cause». A sottolineare l’origine burocratica della falla, il primo cittadino ha poi precisato che si riserva di valutare singolarmente l’operato dei dirigenti e dei tecnici come previsto dalla legge. E ha chiesto di metterci la faccia anche al presidente della Provincia Luca Marmo, visto peraltro che gli incassi dell’autovelox (1,2 milioni nel 2024) sono divisi a metà tra Comune e Provincia. In ogni caso i consiglieri di maggioranza si erano invece espressi in maniera molto meno possibilista.

La discussione

«Il Comune ha agito in buona fede sulla base di un cartello con limite a 40 chilometri orari che esisteva dal 2011 e sulla base di una norma prefettizia che ha autorizzato l’autovelox» l’arringa della consigliera Paola Calzolari, secondo cui il rimborso va escluso anche perché, nonostante l’assenza dell’ordinanza, «il limite di velocità va comunque osservato». Ci si è soffermati appunto anche sulla nascita dell’autovelox, voluto dai comitati di residenti che avevano chiesto al prefetto maggiore sicurezza di fronte agli incidenti mortali che si erano susseguiti.

Per l’opposizione il Comune ha gestito male la vicenda, a tal punto che per Tina Nuti, di Civici e Riformisti, «fa saltare il rapporto di fiducia tra amministrazione e cittadini». Mentre Federica Fratoni (Pd) l’ha definita un «pasticciaccio». «Non può passare l’idea che per essere sicuri di dover pagare davvero la multa si debba fare ricorso» il ragionamento di Mattia Nesti, capogruppo di Pistoia ecologista e progressista. Francesca Capecchi ha accusato i “rivali” di strumentalizzazione politica, Agostino Fragai (Pd) al contrario ha auspicato le scuse dell’amministrazione, poi parzialmente arrivate da Tomasi. Il caso sarà tuttavia risolto solo con la decisione dei tecnici comunali.

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