Pistoia, a rischio la realizzazione delle due nuove Rsa a Vicofaro
Incertezza sulla deroga ai limiti previsti dalla legge regionale
PISTOIA. Si addensa più di una nube di incertezza sul progetto di realizzazione delle due Rsa da 80 posti l’una (più un centro diurno da 30 posti) nel quartiere di Vicofaro. E di conseguenza, anche sulle opere di urbanizzazione per 2,1 milioni di euro chieste dal Comune per cambiare volto alla zona e che il costruttore Carron spa si è obbligato ad effettuare firmando la convenzione: un parco urbano da 7.500 metri quadrati, una nuova viabilità di collegamento che, partendo da via Donati, si ricollegherà verso sud con via Fonda di Vicofaro e via Ponchielli, con sfogo su via Nazario Sauro, e due parcheggi pubblici (per un totale di 120 posti auto e 5. 200 metri quadrati) , uno, più grande, vicino a via Donati e l’altro in via Fonda di Vicofaro.
Dopo il completamento dell’iter burocratico col ritiro dei permessi a costruire da parte dell’azienda veneta a fine novembre, affiora un ostacolo normativo non banale. Si tratta della legge regionale numero 2 del 6 febbraio 2024, con cui si vieta la costruzione di Rsa che si trovino a meno di un chilometro da altre strutture simili, Casistica in cui il progetto di Vicofaro rientra pienamente, vista l’estrema contiguità prevista tra le due residenze da realizzare nei pressi della vecchia fornace. Nonostante la legge regionale fosse già operativa da mesi, come spiegato lunedì in consiglio comunale dall’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi – sollecitato dall’interpellanza di Pistoia Ecologista e Progressista – l’amministrazione ha comunque rilasciato i permessi a costruire confidando in un’ipotesi di deroga, connessa all’aver già ottenuto alla data di entrata in vigore della legge un parere favorevole al progetto da parte della Società della salute. Il parere in questione risale al 2021, ma il punto è che non esprime una posizione netta. Oltretutto, non riguarda solo Pistoia, ma anche i progetti di nuove Rsa a Quarrata e Serravalle.
«Il parere dev’essere favorevole o contrario. A leggerlo sembrerebbe di astensione, ma non può esserlo, e di certo non è contrario, perché nelle premesse e nelle conclusioni dà per scontato che s’intervenga» riassume Cialdi. In sostanza, non sbilanciandosi né per il sì alle Rsa né per il no, il parere è soggetto ad interpretazione. Per gli stessi uffici del Comune, la Sds rimette la questione al rischio d’impresa del privato.
Nella risposta all’interpellanza letta da Cialdi in aula, definendo l’iter procedurale gravato da «molte problematiche», i tecnici di Palazzo di Giano affermano che «la recente approvazione della legge inerente le distanze minime delle strutture sanitarie impone una riflessione da parte del richiedente sulla permanenza dell’interesse economico».
Sulla deroga non si è pronunciata nemmeno la commissione multidisciplinare dell’Asl, che ha precisato inoltre come il rilascio delle autorizzazioni necessarie al funzionamento delle residenze sanitarie e l’eventuale accreditamento ad erogare prestazioni per conto degli enti pubblici sarà valutato più avanti.
Insomma, nonostante il timido ottimismo riposto dall’amministrazione sulla riuscita dell’opera, non è certo la cornice ideale per chi si è impegnato in un investimento di questa portata.
Il progetto ha diviso maggioranza e opposizione fin dal giorno zero: per chi governa è strategico e necessario, portando oltre al servizio per anziani non autosufficienti anche posti di lavoro e un miglioramento del quartiere a sud ovest della città: per le minoranze è anacronistico e comporta un notevole consumo di suolo in una zona peraltro a rischio idraulico.
«La legge della Regione è giusta, nata per impedire che il limite di 80 posti per struttura venisse aggirato costruendo due Rsa una accanto all’altra, collegate da spazi comuni – afferma il capogruppo di Pep Mattia Nesti – È quello che rischia di succedere a Vicofaro. Rispetto all’ipotesi di deroga, la posizione deliberata dalla Sds nel 2021 riguarda tre diversi progetti di nuove Rsa (Pistoia, Quarrata, Serravalle) e non sembra affatto esprimere un chiaro parere favorevole, ma piuttosto prende atto delle diverse proposte pervenute dai privati ed evidenzia che se tutte le strutture fossero realizzate i posti sarebbero superiori alle necessità e non potrebbero essere accreditati, se non con costi insostenibili a carico dell’Asl e dei Comuni».
«Per questo – prosegue Nesti – riteniamo sbagliato che la giunta Tomasi voglia in tutti i modi far realizzare queste due Rsa a Vicofaro, con ingente consumo di suolo e senza una programmazione pubblica. Per di più in una zona a rischio idraulico molto elevato, con la previsione di vasche interrate per contenere gli effetti delle bombe d’acqua tarate su eventi meno gravi di quelli a cui abbiamo già assistito di recente».