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Pisa, è morto il giurista Umberto Breccia

Pisa, è morto il giurista Umberto Breccia

Nato a Volterra e luminare del diritto civile: generazioni di studenti si sono formati con lui

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PISA. Lo scorso venerdì 21 marzo è scomparso Umberto Breccia, professore emerito dell’Università di Pisa, a lungo docente di Istituzioni di Diritto Privato.

Nato a Volterra nel 1943, è stato nominato ordinario di Diritto civile all’Università di Sassari nel 1978 e successivamente è stato chiamato all’Università di Pisa. Nel corso della sua carriera è stato direttore dell’Istituto di Diritto privato e vicedirettore del dipartimento di Diritto privato “Ugo Natoli”.

Nel 1992 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino e nel 2015 è stato nominato professore emerito.

In un ricordo del professor Umberto Breccia a firma dei civilisti pisani e a nome delle colleghe e dei colleghi del Dipartimento di Giurisprudenza si legge: «Allievo del Collegio giuridico della Scuola Normale Superiore, perfezionando e poi diplomato in Diritto civile presso il Collegio giuridico della Scuola Normale Superiore, allievo di Giorgio Giampiccolo e di Ugo Natoli, diviene assistente di ruolo di Istituzioni di diritto privato nella Facoltà giuridica dell’Università di Pisa, poi professore di Diritto civile nell'Università di Sassari e, infine, professore ordinario di Istituzioni di diritto privato nella Facoltà giuridica dell’Università di Pisa. È stato direttore per un triennio dell’Istituto di diritto privato della Facoltà giuridica dell’Università di Pisa, vice-direttore del “Dipartimento di diritto privato-Ugo Natoli” e coordinatore del dottorato di Diritto Privato con sede amministrativa a Pisa. È stato insignito dell’Ordine del Cherubino».

«Umberto Breccia, con la sua personalità schiva e la sua tempra intellettuale, ha sempre coniugato – prosegue il ricordo – raffinatezza scientifica, vastità di orizzonti culturali, impegno didattico e generosità nella formazione dei più giovani, senso ed etica delle istituzioni, spirito di servizio, umanità e sensibilità verso gli altri. Resta, in chi lo conosceva, una profonda gratitudine per l’insegnamento altissimo, scientifico e umano, che ha impartito con il suo esempio».
 

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