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Pisa, al pronto soccorso di Cisanello pazienti per ore sulle barelle e lunghe attese per le visite

di Sabrina Chiellini

	In alto a sinistra la situazione di martedì 21 gennaio in un corridoio del pronto soccorso di Cisanello, a destra, l’ingresso per le ambulanze
In alto a sinistra la situazione di martedì 21 gennaio in un corridoio del pronto soccorso di Cisanello, a destra, l’ingresso per le ambulanze

L’Aoup dice di avere attivato un piano che prevede azioni mirate sulle degenze dell’area medica

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PISA. Un’altra giornata di super lavoro al pronto soccorso di Cisanello con gli operatori messi a dura prova. Alle 10 di ieri c’erano circa 120 pazienti in attesa, sulle barelle dentro ai corridoi, nell’area dell’emergenza. Circa 52 quelli in attesa di un posto letto per essere ricoverati, 32 i pazienti in osservazione breve che, a cose normali, dispone di 12 posti letto. Di conseguenza gli altri erano nei corridoi. E altre 24 persone aspettavano di poter essere visitate. Alle 12 ambulanze ferme, in sosta davanti al pronto soccorso, non potevano trasferire i pazienti per mancanza di barelle disponibili. «Il personale è gentile – ci dice la madre di un giovane, davanti all’area del triage – ma sono veramente in difficoltà, sono pochi per tutte queste persone». C’è chi aspetta da tre ore, chi è arrivato di notte. Numerosi casi di influenza, anziani e malati cronici che durante il fine settimana si sono sentiti male e non hanno trovato risposte sul territorio: questi i motivi principali del super afflusso.

«Nei corridoi c’è una situazione che non si può vedere – commenta Daniele Carbocci, segretario del Nursind, il sindacato degli infermieri – è sempre la stessa storia. Speravamo che quest’anno l’azienda non si facesse trovare impreparata al momento del picco influenzale e aumentasse i posti letto. Invece non è stato così. Una situazione che è sempre più difficile da comprendere. Non è accettabile per chi lavora, per i pazienti e le loro famiglie. Non si capisce come mai nei periodi critici, l’azienda ospedaliera non riesca ad organizzarsi per tempo. Ripeto: non stiamo parlando di un imprevisto, il picco dell’influenza era atteso. Ma ancora una volta l’ospedale si è fatto trovare impreparato».

L’azienda ospedaliera, interpellata dalla redazione, conferma i disagi. «Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) si sono registrati momenti di iperafflusso di accessi al pronto soccorso dell’Aoup e di conseguente sovraffollamento anche perché, a inizio settimana, sta diventando sempre più difficile dimettere i pazienti a domicilio in sicurezza». Fatto questo – ormai è pacifico – che avviene quasi tutti i fine settimana. «Tutto questo – sommato alla stagionalità che registra un incremento delle patologie respiratorie, specialmente in pazienti fragili o con pluripatologie croniche – determina dei cosiddetti “colli di bottiglia” con aumento delle attese nei codici di minore gravità».

Vista la situazione «è stato attivato il piano che prevede una serie di azioni mirate a velocizzare il turn-over dei posti letto dalle degenze di area medica, in modo da regolare i vari flussi. Resta il fatto che, nonostante le lunghe attese per i codici minori (come è noto, le urgenze non hanno attese ma entrano direttamente in choc-room) , tutti i pazienti presi in carico, anche se collocati temporaneamente sui letti tecnici nei moduli visita del pronto soccorso, o sulle barelle, sono comunque monitorati dal personale sanitario medico-infermieristico 24 ore su 24, con rivalutazioni a intervalli regolari mentre i pazienti che hanno terminato l’iter diagnostico e sono destinati al ricovero vengono collocati nei letti dell’Incharge room (per quelli in arrivo) o in obi-Osservazione breve intensiva, ossia in setting (collocamento) assistenziali completi e presidiati, in attesa che si liberi il posto letto nel reparto di destinazione».

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