Il Tirreno

Le carte: i retroscena

Scommesse illegali in Serie A, come funzionava il sistema che ha risucchiato 12 calciatori: i siti, i “gestori” e l'arbitro amico della sorella di Tonali


	Caos scommesse in Serie A
Caos scommesse in Serie A

Le autorità hanno già disposto cinque misure di arresti domiciliari e il sequestro di oltre un milione e mezzo di euro

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Tutto è nato dall’analisi dei cellulari di Sandro Tonali e Nicolò Fagioli. L'inchiesta sulle scommesse illegali nel mondo del calcio si allarga e coinvolge un nuovo gruppo di calciatori, connessi a quanto già emerso nei casi di Tonali e Fagioli.

Il filone dell’indagine

L’indagine, condotta dalla Procura di Milano, ha acceso i riflettori su un circuito di scommesse online non autorizzate che si sarebbe sviluppato tra il 2021 e il 2023, coinvolgendo 12 atleti di Serie A, ora formalmente indagati. Sebbene nessuno sia accusato di aver alterato risultati sportivi o venduto partite, le accuse si concentrano sull’utilizzo di piattaforme clandestine per scommesse su sport diversi dal calcio e per giochi come il poker online. Le autorità hanno già disposto cinque misure di arresti domiciliari e il sequestro di oltre un milione e mezzo di euro.

Un sistema ramificato

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, due presunti gestori delle piattaforme – Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera – avrebbero ricevuto pagamenti regolari dai calciatori, aiutati da tre intermediari: Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini, amministratori di una nota gioielleria milanese. Quest’ultima, secondo l'accusa, fungeva da "copertura bancaria": i calciatori effettuavano bonifici giustificandoli come acquisti di orologi di lusso, come Rolex, che in realtà non venivano mai consegnati.

Piattaforme clandestine e legami personali

Le piattaforme incriminate, tra cui Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com e Texinho.com, erano legate a Pietro Marinoni, un arbitro di Serie D che risulterebbe anche amico della sorella di Sandro Tonali. L’inchiesta sostiene che Tonali e Fagioli abbiano avuto un ruolo attivo nel promuovere questi siti presso altri calciatori, ottenendo in cambio agevolazioni come bonus e riduzioni dei propri debiti di gioco.

Le conseguenze per gli indagati

Finora, l’indagine si è estesa a una ventina di altri calciatori, coinvolti non per scommesse sul calcio ma per aver preso parte a giochi non regolamentati – in particolare poker online – su piattaforme non riconosciute dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sul piano penale, le conseguenze immediate potrebbero essere contenute: è prevista un’ammenda di circa 250 euro. Tuttavia, gli sviluppi futuri dell’inchiesta potrebbero aggravare la posizione di alcuni coinvolti, soprattutto se venissero accertati legami più profondi con i gestori delle piattaforme o attività di promozione consapevole.

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