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Balneari toscani, lo strappo col governo: «Ci hanno tradito e abbandonato». La strategia per ottenere indennizzi maggiori

di Giuseppe Boi

	Uno stabilimento balneare (foto Muzzi 2024)
Uno stabilimento balneare (foto Muzzi 2024)

Fiba Confesercenti: «Le aste si faranno, lavoriamo per indennizzi giusti». L’ironia toscana sul ministro Salvini

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PISA. «Siamo saliti sul treno di Salvini: non poteva che essere in ritardo». L’ironia toscana riassume in poche battute la situazione e lo stato d’animo dei balneari. Ieri, giovedì 16 gennaio, decine di operatori del settore sono arrivati a Pisa dal grossetano, dal Giglio, da Piombino e Livorno. Ed erano presenti ovviamente anche i viareggini e i versiliesi, principali esponenti del movimento “No aste” o almeno di quello che ne resta. La medesima scritta che appariva su una bandiera nera ormai ammainata.

Così il convegno – organizzato da Fiba Confesercenti – “Incontro dei balneari della Toscana” al Residence San Rossore diventa un momento di presa di coscienza della situazione da parte della categoria. Non a caso il focus del dibattito non è stata più l’opposizione alla direttiva Bolkestein e alle aste per le concessioni demaniali. L’attenzione è ora tutta sugli indennizzi: «Arrivare a una rivalutazione dei cespiti negli indennizzi per monetizzare gli investimenti fatti».

È questo il mantra ripetuto da tutti i relatori del convegno: da Simone Guerrini a Maurizio Rustignoli, rispettivamente presidente regionale e nazionale di Fiba Confesercenti; Cristina Pozzi, avvocata esperta di demanio, a Riccardo Santoni, tecnico fiscalista Fiba Confesercenti; da Leonardo Marras, assessore regionale alle Attività e al Turismo, all’assessore al demanio marittimo del comune di Pisa, Paolo Pesciatini, vicesindaco di Cecina, Alessandro Bechini, in rappresentanza di Anci Toscana.

Del resto «cosa abbiamo ricevuto dal governo e da tre forze politiche (FdI, Lega e Forza Italia, ndr) in teoria più vicine alle nostre istanze? Niente, hanno fatto una porcata di integrazione di legge peggiorativa anche rispetto alla norma Draghi», sottolinea Rustignoli, mentre Fabrizio Lotti – presidente regionale Assoturismo e ideatore dell’iniziativa – si toglie qualche «sassolino dalla scarpa»: «Non ci siamo sempre seduti ai tavoli della trattativa cercando di trovare una soluzione. Poi ci sono quelli che hanno creduto al nostro presidente del consiglio Meloni Giorgia, alla quale auguro, in ritardo, un buon compleanno».

Così Rustignoli sottolinea che Fiba non vuole «eludere i principi europei, ma non accetta l’esproprio delle nostre imprese».

Parole che non scaldano la platea. Non perché in contrasto con il sindacato – anche la richiesta dell’ala più dura della categoria, alla fine, è quella di puntare a indennizzi maggiori – ma perché constata «che anche i decreti attuativi del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (Salvini, ndr) non fermeranno le aste».

Dopo che il Dl “salva-infrazioni” «fatto recentemente e con una linea definita e concordata con l’Europa», sottolinea Guerrini – ha fissato per il 2027 il termine per le concessioni balneari, sarà infatti un decreto del Mit, entro il 31 marzo 2025, a stabilire i criteri per l’equa remunerazione degli investimenti fatti dai concessionari uscenti negli ultimi cinque anni, in caso di mancato rinnovo. «La stessa Europa stabilisce che non bisogna danneggiare i sistemi imprenditoriali, soprattutto la piccola e media impresa che da sola rappresenta il 98% della gestione del sistema turistico imprenditoriale balneare italiano», sottolinea Rustignoli individuando la linea da difendere e tutelare: «Il valore delle nostre imprese: calcolato non secondo le logiche di mercato ma da una perizia che tenga conto di manufatto, attrezzatura e avviamento».

Tradotto, aumentare il valore dell’indennizzo con un doppio obiettivo: tanto scoraggiare nuovi acquirenti di fronte a un investimento il più oneroso possibile, quanto garantire un ristoro importante agli attuali concessionari. E per raggiungerlo ora gli interlocutori privilegiati sono i Comuni e le Regioni «come la Toscana che, sia a livello imprenditoriale sia a livello istituzionale, è un laboratorio di interesse a livello nazionale», conclude Rustignoli. 

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