Il Tirreno

L’intervista

Discarica a Piombino, Ferrari e la responsabilità politica: «Non sono il sindaco dei ricorsi perdenti ma quello della coerenza»

di Luca Centini
Discarica a Piombino, Ferrari e la responsabilità politica: «Non sono il sindaco dei ricorsi perdenti ma quello della coerenza»

Il sindaco sulla sentenza del Tar: «Ci siamo sempre schierati contro l’ingrandimento, poi nelle sentenze si vince e si perde». E poi l’attacco alla Regione: «Modificando la Via si mette contro la nostra città»

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PIOMBINO.  Lui, che di professione fa l’avvocato, non ci sta a passare come un sindaco perdente. Uno che fa ricorsi e viene sconfitto in giudizio. No, perché i ricorsi «si vincono o si perdono». Ma il dato politico, per il sindaco di Piombino, sta in un’amministrazione comunale che si è schierata con «caparbietà e coraggio» contro «l’aumento dei volumi della discarica» e contro la «modifica della tipologia dei rifiuti da conferire». No, il sindaco non vede una debacle nella sentenza emessa dal Tar di Firenze, che ha bocciato i ricorsi presentati dal Comune di Piombino sul tema della discarica di Ischia di Crociano. «Non è quello il punto politico», dice. E invece di cercare in lui un colpevole invita a guardare un po’ più in là. Verso Firenze.

«La sentenza del Tar può fornire un dato giuridico, mai politico – attacca Ferrari – Il dato politico, semmai, è un altro: la Regione ha accolto in maniera inaccettabile una richiesta del soggetto privato per una modifica della Via e, quindi, della tipologia dei rifiuti da conferire nei futuri ed eventuali volumi che saranno autorizzati. Il Comune ha resistito a questo in tutte le conferenze di servizio e lo ha fatto anche di fronte al Tar».

Ok sindaco, ma davvero ritiene che con la sentenza del Tar le vostre contestazioni non siano state smontate? Perché un ricorso è stato in parte dichiarato infondato e in parte respinto, un altro è stato respinto. Non è un flop questo?

«No. Se ci limitiamo a guardare il dispositivo è ovvio che i due ricorsi del Comune di Piombino siano stati respinti. Mica ci vuole un giurista o un accademico per dirlo. Ma se andiamo a guardare la parte che motiva la sentenza non si va a confutare puntualmente le posizioni del Comune di Piombino, della cui bontà giuridica siamo convinti e quindi riteniamo che ci possano essere gli estremi per un appello. Faremo questa valutazione con il nostro legale».

Quindi andrete avanti con la battaglia legale di fronte al Consiglio di Stato?

«Probabile, perché continuiamo a essere convinti della bontà della nostre argomentazioni. E anche le spese compensate sono un elemento che può far dedurre una ragionevolezza della nostra azione giuridica».

Va bene, ma una domanda: perché non vi siete opposti alla proposta di concordato preventivo che ha posto le basi all’avvento di Rinascenza e del suo piano, per poi presentare ricorso al Tar un secondo momento?

«No. Il concordato preventivo è una fase del processo che non riguarda le autorizzazioni, ma ha sostanzialmente a che fare con la salvaguardia dei creditori nei confronti della società. La posizione del Comune di non contrarietà sul concordato non è figlia del merito della questione ma è figlia della volontà di tutelare i creditori della società fallita».

Sì, però i giudici del Tar ritengono che la mancata opposizione del Comune ha reso inammissibile parte del primo ricorso...

«È uno dei tanti motivi che ci porta a non condividere la sentenza. Ci eravamo opposti alla modifica della Via prima che Rimateria fallisse, e abbiamo fatto lo stesso anche dopo».

Anche il cavallo di battaglia della distanza dell’impianto dal centro abitato pare essere messo in discussione dai giudici del Tar. Che ne pensa?

«Mi scusi, però. Non riesco a seguirla. Si può discutere una sentenza. Può continuare a farlo. Ma secondo me si dovrebbe discutere l’atteggiamento dell’amministrazione, la coerenza in una battaglia che a distanza di sei anni ha intanto impedito l’aumento di 2,25 milioni di metri cubi di rifiuti. Sennò ribaltiamo il ragionamento: il sindaco è il perdente di turno. Fa i ricorsi e li perde. Insomma, secondo me la posizione è completamente diversa. Guardi, è più complicato di così. Il dato politico non è una sentenza che può essere favorevole, contraria e può essere appellata. Il vero dato politico è quello di un’amministrazione comunale che si è sempre schierata contro l’aumento dei volumi della discarica, contro la modifica della tipologia dei rifiuti da conferire. Mi viene a dire che la distanza dal centro abitato è un flop? Il riconoscimento di Colmata centro abitato ha permesso che venissero tagliate centinaia di migliaia di metri cubi dalla Via del 2019. Poi, se vuole, si può continuare a descrivere il sindaco come perdente. Io, perdoni l’autoreferenzialità, mi descrivo come caparbio e coerente in questa battaglia politica che abbiamo portato avanti in tutte le sedi».

Insomma, allora è colpa della Regione?

«Sì, esatto. È l’unico soggetto responsabile, a meno che non si voglia parlare di politica ma solo di diritto amministrativo. La Regione aveva concesso nel 2019 una Via al progetto di Rimateria nonostante la contrarietà di tutta la città. Una Via che quantomeno costringeva il soggetto a limitare la tipologia di rifiuti solo a quelli siderurgici. Oggi la stessa Regione colpevolmente crea le condizioni affinché quel sito di discarica non serva più al territorio ma solo ed esclusivamente al privato. La modifica della tipologia dei rifiuti che noi abbiamo orgogliosamente impugnato e che probabilmente impugneremo manda all’aria un progetto che era quello di considerare quella discarica come utile alla bonifica del Sin e alla produzione dell’acciaio. E lo fa proprio oggi che dopo decenni di silenzio con Metinvest si parla di rimuovere i cumuli della 36 ettari, di trattare quei cumuli e di porre le basi a un rilancio dell’attività siderurgica che necessariamente produrrà delle scorie da trattare. La Regione non ascolta il territorio e va dritta».

Scusi, non pensa che aver perso il controllo pubblico della società, lasciando la discarica ai privati, abbia reso più debole il Comune di fronte a scelte che ritiene sbagliate?

«Senta, anche su questo... La privatizzazione di Rimateria l’hanno fatta l’ex sindaco Giuliani e il Pd, cedendo il 60% delle quote a due soggetti privati. È colpa mia? Mi ci scappa da ridere. Hanno perfino negato un referendum contro la privatizzazione che la città aveva chiesto. Con la quota residua il Comune poteva incidere sulle scelte dell’azienda? Assolutamente no, la parte pubblica aveva perso ogni potere».

Ferrari, alcuni la accusano di sperperare soldi pubblici con i ricorsi persi. Quanto ha speso per la discarica?

«Siamo in democrazia ed è legittimo che ognuno possa esprimere la propria opinione. Abbiamo votato otto mesi fa, non credo che qualche commento sui social possa avere un grande peso. Detto questo, non condivido. Perché la politica si fa sostenendo con forza la propria posizione nelle conferenze dei servizi ma anche, quando c’è bisogno, presentando un ricorso al Tar necessario alla difesa di questa città. Ho fatto ricorso perché confidavo nella giustizia e nel buon senso della Regione Toscana, affinché potesse tornare indietro nella sua decisione. Ma la Regione non guarda alle esigenze di Piombino, vuole dare contro a questa amministrazione comunale che ha un colore politico diverso e dà fastidio».

Non mi ha detto quanto avete speso...

«Sì, vero. Le spese sono compensate, non si parla di cifre rilevanti. Non ricordo con precisione a quanto ammonti la spesa per l’incarico al nostro legale, ma è una cifra riconducibile a qualche migliaio di euro».

Ora che succede? Eventuale ricorso in Consiglio di Stato a parte, come inciderete politicamente nel futuro della discarica?

«Da un punto di vista politico, preso atto che la Regione ha deciso di non cogliere un’occasione unica che era quella di utilizzare quei volumi nell’interesse della città, siccome governiamo con razionalità, già da mesi abbiano pensato di candidare Rinascenza nei tavoli ministeriali a poter essere uno dei soggetti privati che possano garantire un percorso agevolato per le opere di bonifica, messa in sicurezza e trattamento dei rifiuti siderurgici. Sono un sindaco, posso prendere posizioni forti nell’interesse della città, anche davanti a un tribunale, ma tento di guardare con lungimiranza al futuro della città». 

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