Elba, il cane dell’amica le rompe il femore: perde la causa e deve pagarsi le spese
Caduta per colpa di un labrador che stava giocando col suo lagotto nella località marcianese di Redinoce, aveva chiesto un risarcimento di 154mila euro
MARCIANA. «Sguinzagliando i loro cani avevano accettato il rischio derivante dalla loro libertà». Con queste ragioni il giudice del tribunale civile di Livorno Massimiliano Magliacani ha respinto il ricorso di una donna che, urtata dal labrador dell’amica con cui si trovava in compagnia e che stava giocando col suo lagotto romagnolo, era caduta in località “Redinoce”, nel comune di Marciana, rompendosi un femore. Ora, stando a quanto stabilito in primo grado, dovrà pagare alla controparte oltre quattromila euro per il rimborso delle spese processuali.
Il fatto
L’episodio è avvenuto nel pieno dell’emergenza Covid, il 2 maggio del 2020, quando uno dei motivi per cui si poteva uscire di casa era portare a passeggio i propri animali domestici. È ciò che sarebbe successo anche stavolta, quando il labrador nero “Toffee” – questo il nome del cane, provvisto regolarmente di microchip – ha travolto la proprietaria dell’altro cane, il lagotto, con la donna ferita che ha quantificato i danni subiti in 153.984,20 euro, invitando la padrona del labrador a una negoziazione (alla quale non si è presentata) prima di intentare la causa civile.
La testimonianza
In tribunale è stata ascoltata anche una testimone. «Conosco entrambe le donne, sono mie amiche – le sue parole in aula –. Purtroppo i rapporti con la signora ferita si sono interrotti dopo l’infortunio, perché ha smesso di frequentare la proprietaria del lagotto. Ci frequentavamo perché ho un appartamento nello stesso residence dove abitano anche loro. Mi ricordo che mi telefonarono in momenti diversi, che non ricordo, per dirmi che era accaduto un incidente e che i cani giocando l’avevano fatta cadere. Conosco la dinamica del fatto perché me lo hanno raccontato tante volte, mi hanno detto che la donna poi rimasta ferita era appoggiata a una delle colonnine della ringhiera, i cani correvano e andarono a urtarla, facendola cadere. Io non ero presente e non so come siano andate le cose, ma so che la signora ferita è stata portata in ospedale due o tre giorni dopo l’infortunio per una frattura del femore: ho parlato con lei quando era ricoverata in ospedale almeno quattro o cinque volte al giorno».
La sentenza
Il giudice ha respinto il ricorso della padrona del lagotto, la donna ferita dal labrador, perché «il fatto deve essere ricondotto al caso fortuito poiché i cani dell’attrice e della convenuta, liberati volontariamente dalle parti da ogni legame, stavano correndo insieme, liberi, e nel correre hanno urtato l’attrice, in modo conseguentemente imprevedibile e inevitabile». «Il fatto che entrambi i cani fossero liberi – si legge ancora nella sentenza – dimostra un accordo tra l’attrice e la convenuta in ordine alla dazione ai cani della libertà di movimento. Era imprevedibile che i cani, correndo, andassero proprio ad urtare l’attrice, facendola cadere. Non solo, ma l’urto del cane con l’attrice non era evitabile dalla convenuta perché, come anticipato, sia l’attrice che la convenuta avevano deciso di dare la libertà di movimento ai propri cani e avevano quindi accettato ogni rischio conseguente al libero movimento degli animali, i cui spostamenti nello spazio erano inevitabili».
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