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Lucca, più di mezzo milione di eredità alla badante: i dubbi sul testamento e la beffa per sorella e nipote

di Pietro Barghigiani
Lucca, più di mezzo milione di eredità alla badante: i dubbi sul testamento e la beffa per sorella e nipote

La donna che si è presa cura per anni della vittima vince la causa: a lei libretti postali e polizze per quasi 700mila euro

31 luglio 2024
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CASTELNUOVO GARFAGNANA. Chiamava la badante “la mi’ bimba”. Toni affettuosi verso chi si prendeva cura di lei arrivando anche a ospitarla nella sua casa al tempo delle dimissioni dopo uno dei frequenti ricoveri in ospedale. Un rapporto che al momento del decesso dell’anziana aveva avuto un riconoscimento concreto, quello di lasciare alla “bimba” l’eredità. Non si trattava di cifre simboliche. Tra libretti postali e polizze vita la somma era di 673mila euro. Con quella cifra in ballo chi si è sentito escluso ha denunciato la beneficiaria.

La storia

Nominata erede universale dalla pensionata, vedova e senza figli, la badante è stata accusata dalla sorella della pensionata e da una nipote di aver falsificato il testamento perché, sostenevano con perizie di parte, la parente non era in grado di intendere e volere al momento di scrivere le sue ultime volontà un mese e mezzo prima di morire all’età di 78 anni nei primi mesi del 2014. Se in primo grado il Tribunale aveva accolto le tesi delle parenti escluse dall’eredità, in appello l’esito processuale è stato ribaltato. La badante è l’unica erede dell’anziana – solo per la parte dei soldi – che in vita aveva già donato la nuda proprietà di due case ad altri parenti. Assolta nel 2019 dall’accusa di circonvenzione di incapace «perché il fatto non sussiste», la donna che si occupava della pensionata, gravemente malata, ipovedente e quasi sorda, è passata dall’accusa di aver approfittato della vulnerabilità dell’assistita a esserne dichiarata dai giudici legittima erede. Il pendolo della giustizia oscilla ora verso la badante aveva saputo del testamento per caso.

Il ritrovamento e i dubbi

Nel raccogliere gli effetti personali dell’anziana al momento di ospitarla a casa sua aveva trovato il documento. La signora le aveva spiegato che quelle erano le sue volontà e che doveva mettere al sicuro quel foglio vergato a mano con grafia incerta e tremolante. È stato uno degli elementi sostenuti da sorella e nipote per sottolineare la falsità del testo. Ma la Corte d’Appello, con i consulenti nominati sul punto, ha confermato che quella scrittura apparteneva all’anziana.Testamento autentico quando scrive, errori di grammatica inclusi, «lascio tutto quello che o a questa è la mia volonta perche e la mia binba mi a guardato i questi anni». Afferma il consulente che il contenuto «è in linea con il grado di scolarizzazione della de cuius e con le sue capacità intellettive. Inoltre, la volontà ivi espressa è coerente col fatto che negli ultimi anni della sua vita era assistita da posto che nelle cartelle cliniche in atti, la parte appellante era indicata come persona di riferimento che la seguiva. Sulla capacità di intendere e volere le consulenze sono state contrastanti. Quella del Ctu nominato dalla Corte d’Appello è stata dirimente per definire la consapevolezza della donna di volere lasciare l’eredità alla badante.

La sentenza

Il perito ha concluso nel senso che al momento della redazione della scheda testamentaria «non vi fosse una apprezzabile evidenza di una condizione di incapacità di intendere e di volere della de cuius, riscontrando che: gli stati confusionali e le alterazioni della coscienza della de cuius, documentati nelle cartelle cliniche, erano verosimilmente causati da delirium conseguente a scompenso organico e quindi di patologia acuta, transitoria e reversibile e limitata ai periodi di ospedalizzazione». E, passaggio definitivo «è “più probabile che non” che la signora al momento della scrittura del testamento, fosse in grado di intendere e volere». Sfuma l’eredità per sorella e nipote della deceduta che dovranno pagare quasi 50mila euro di spese legali alla badante, erede universale dei beni che la loro parente ha deciso di lasciare a lei, la sua “bimba”.
 

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