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Libertas, a Cividale mai una gioia: sconfitta e sfortuna

di Fabrizio Pucci
Libertas, a Cividale mai una gioia: sconfitta e sfortuna

Giornata maledetta: Fratto è ko, Hooker bloccato dalla febbre e si fa male Allinei. La squadra lotta e resta in partita fino al terzo quarto: bene Banks (25) e Italiano (18)

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CIVIDALE. Se la fortuna è cieca, la sfiga ha occhi di lince. In casa Libertas è acclarato che “ha da passa’a nuttata”, perché quando piove, grandina. Non era abbastanza complicato andare a Cividale senza Fratto (caviglia ko). No. A peggiorare -antepost – la situazione ci si è messa la febbre a 39 che ha costretto Quinton Hooker a rimanere in albergo, tra termometro e antipiretici. Quinton Hooker…non un comprimario.
Difesa molle per 20’
Basta gettare uno sguardo al play by play del primo quarto: Cividale al 5’e 34” ha già segnato 19: roba – in proiezione – da 150 punti in 40’. I primi minuti infatti sono un run and gun che è terreno sconosciuto per gli Amaranto. Però tutto sommato la Libertas è rimasta in linea di galleggiamento: 27-26 al 10’. Tutto questo nonostante il ragguardevole 10/12 da 2 dei Friulani.
Maledetto secondo quarto
Proprio come tre giorni prima a Rimini, la Libertas ha perso contatto dall’avversario nella seconda frazione – che pure non era nemmeno iniziata male con un doppio vantaggio amaranto (27-28 poi 29-30) . Il guaio è che poi in casa Gesteco si è acceso Redivo che un po’si è messo in proprio e in parte ha messo in ritmo gli altri. Dell’Agnello ha disegnato almeno un paio di arcobaleni e ciao: Libertas alle corde e Cividale con le mani sulla partita (53-36 al 19’) e truppa di Andreazza a riflettere sui 53 punti incassati, ma con la voglia di non arrendersi già palesata in Romagna.
La rimonta
Toccato il fondo, la LL si è trovata dinanzi a un bivio: produrre il massimo sforzo per provare a riaprire la partita o lasciarla agli avversari. Nel girone di andata è stata spesso imboccata la seconda strada. Al PalaGesteco, come mercoledì al Flaminio, Fantoni e compagni hanno deciso di lottare, proprio come ha fatto quel manipolo di Sbandati che – tra andata e ritorno – si sono sciroppati 914 chilometri per sostenere il loro ideale, senza tanta prosopopea, ma con stile.
La lotta della Libertas è iniziata dal primo possesso del terzo quarto quando la difesa ha iniziato a funzione e di conseguenza nell’altra metà campo gli attacchi sono stati più razionali. Cividale, priva di Miani, ma con un organico di lusso, è andata in confusione e piano piano la LL è tornata dentro la partita fino al -5 (64-59 al 26’50” dopo un parzialone di 11-23). A quel punto, però è arrivata la maledetta sliding door: la Libertas ha costruito alla perfezione un tiro da tre dall’angolo di Banks, a conclusione del miglior possesso della serata, ma il 2 amaranto, ha fallito il tiro aperto del -2. Cividale ha ringraziato, si è liberata dell’angoscia e con una transizione e un contropiede si riportata a +8 (67-59) , prima di allungare sul 72-59.
Ko anche Allinei
A quel punto, alla stoica Libertas orfana di Fratto e Hooker, con almeno 18 ore di pullma sulle gambe negli ultimi tre giorni, nessuno ha chiesto di più. Restano gli elogi (squadra tosta e mai doma) , i correttivi da mettere in campo (al bando i black out del secondo quarto, come a Rimini, così a cividale) e una benedizione dai Greci che urge, perché nel finale – in pieno garbage time – si è girata la caviglia destra anche a Gregorio Allinei che è uscito a braccia.
In questo modo le rotazioni a disposizione di Andreazza rischiano di ridursi ulteriormente. Sì: la fortuna è cieca, ma la sfiga ha occhi di lince. Prima o poi’a nuttata passerà’. E la Libertas tornerà nelle posizioni di classifica che oggettivamente merita di occupare.

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