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Diego Saccà, il tecnico bambino

Dario Serpan
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EX AZZURRO. Diego Saccà, neo allenatore del Livorno Rugby

Livorno cambia pelle: via Prima, arriva il ventinovenne ex azzurro

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 LIVORNO. Il Livorno Rugby saluta Guglielmo Prima e sceglie il nuovo allenatore, colui che guiderà i biancoverdi nella terza stagione consecutiva in serie A girone 1. E' Diego Saccà, tre quarti con una carriera di prim'ordine da giocatore, ma alla sua prima esperienza da allenatore.  Un'istituzione del Livorno Rugby esce di scena e con lui se ne va un pozzo di esperienza, forza e risultati seminati in ben quattordici stagioni al sevizio del primo club rugbystico labronico: Guglielmo Prima lascia la scena. «Accetto questo incarico con molto entusiasmo - esordisce Saccà - e con tanta determinazione per affrontare la mia prima avventura da allenatore. Guglielmo Prima è stato un mio maestro e sono orgoglioso di succedergli, perché fu lui a farmi esordire in Prima squadra».  Livornese di 29 anni, Diego Saccà è figlio di Nino (vicepresidente Fir) nonché fratello di Andrea Saccà, che dall'anno scorso veste i colori biancoverdi. Si tratta probabilmente dell'allenatore più giovane nella storia del club, ma se l'esperienza al timone è tutta da costruire, quella da giocatore lo rende immune dai dubbi: sei stagioni in Super10 con le maglie di Gran Parma, Viadana e Capitolina. Trafila completa con la maglia azzurra, fino all'approdo nella Nazionale maggiore (anno 2003) guidata da John Kirwan. Tre quarti centro o ala dal fisico possente, Diego Saccà ha smesso presto i panni del giocatore sia per una serie di infortuni che gli hanno condizionato la carriera, sia per motivi di studio, giacché è prossimo a laurearsi in Giurisprudenza all'Università di Parma. «Ho fatto le mie scelte - dice Saccà - e adesso mi prendo la grande responsabilità di debuttare da allenatore, sperando di mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti da grandi maestri come Kirwan e Stefano Romagnoli. Punterò sui giovani, l'obiettivo in campionato sarà la salvezza, ma nel lungo periodo lavorerò con la società per lo sviluppo del settore giovanile». La scommessa è lanciata e chiama in causa il presidente del Livorno Rugby Sergio Tobia, il quale ha chiaramente ammesso la necessità di far quadrare i bilanci e quindi limitare i costi. «Abbiamo spese ingenti da affrontare, e non solo per ingaggiare i giocatori professionisti. Fra poche settimane sarà inaugurato il campo in sintetico al Settembrini-Maneo, che per noi rappresenta un importante e oneroso investimento per il futuro. Sul piano prettamente tecnico-sportivo vedremo di ridurre i costi. Ad oggi siamo intenzionati, per il prossimo torneo di A1, a non tesserare stranieri, ma a limitarci ai giocatori italiani. In caso di stretta necessità - conclude Tobia - vedremo se ingaggiare un elemento proveniente dall'estero, ma ribadisco che la priorità sarà data ai giocatori prodotti dal nostro florido vivaio». Nella cena sociale di fine stagione, il presidente ha consegnato le maglie ai protagonisti dell'ultimo campionato, quindi ha ringraziato Guglielmo Prima per il grande lavoro svolto. A lui è stato proposto l'incarico di director of rugby, una sorta di supervisore tecnico della società, ma il buon Prima ha gentilmente rifiutato. Come lui se ne va anche Matteo Mazzantini, il capitano del Livorno Rugby nell'ultimo campionato, per motivi familiari.
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