I riflettori del Fai su Livorno, porte aperte a Palazzo de Larderel e al Palazzo di Giustizia
Le Giornate di Primavera per tutti: ecco orari e modalità
LIVORNO. I riflettori del Fai sono puntati su Livorno per le tradizionali Giornate di primavera. Meraviglie cittadine storiche che si aprono grazie in questo caso alla delegazione Fai di Livorno: la date da segnarsi sul calendario per Livorno è il 23 marzo. E lo faranno il regale Palazzo de Larderel e il Palazzo di Giustizia.
Palazzo de Larderel-Tribunale civile
Palazzo de Larderel è il più imponente e sontuoso palazzo dell'Ottocento livornese. Sarà visitabile domenica 23 marzo dalle 10 alle 18, turni ogni 15 minuti per gruppi massimo di 20 persone. Visite a cura degli apprendisti ciceroni del liceo scientifico Enriques
Il Palazzo si innalza lungo la via che porta il suo nome, posta tra il Cisternone e piazza della Repubblica e ospita i locali del Tribunale Civile di Livorno. Il primo nucleo del palazzo fu realizzato su richiesta dell'imprenditore francese François De Larderel, a partire dal 1830. Fu costruito dai capimastri Bicchierai su progetto di R. Calocchieri, architetto dello Scrittoio delle Regie Fabbriche, e aveva inizialmente i connotati di villa di campagna, sebbene già si sviluppasse su quattro piani fuori terra. Nel 1830, de Larderel acquistò un ampio appezzamento di terreno nell'allora via dei Condotti Nuovi, e diede incarico di realizzarvi una prima palazzina, terminata nel 1832; nel 1837, ormai divenuto a tutti gli effetti un nobile livornese, avviò i lavori di ampliamento della residenza labronica; all'edificio, portato a termine nel 1839, su progetto di Gaetano Gherardi, furono aggiunte due ali laterali, munite di terrazze alla sommità. Intorno 1850 i vari corpi di fabbrica furono uniti in un unico prospetto ad opera di Ferdinando Magagnini.
Palazzo de Larderel aveva inizialmente i connotati di villa di campagna. L'edificio presentava una sala d'ingresso dalla quale si accedeva all'atrio centrale, e da questo ad una terrazza affacciata sul giardino sul retro; una rampa di scale conduceva al primo piano riservato alla famiglia e una scala laterale, di servizio, indipendente, conduceva al secondo e al terzo piano. Al piano terra, oltre alle vaste cucine e al banco commerciale del De Larderel, si trovava un gabinetto contenente quadri, oggetti di mineralogia e antichità di vario genere. In una fase successiva vennero realizzati due corpi laterali e due "rondò con terrazza scoperta al di sopra, sostenuta da pilastri con capitelli di ordine Corinzio" ad opera dell'architetto Gherardi, che rimase a dirigere i lavori fino al 1839. Successivamente furono avviate la costruzione di un nuovo braccio lungo il giardino (destinato ad accogliere una grande galleria di quadri) e quella dell'imponente prospetto su Via dei Condotti Nuovi, dando unità all'edificio. Dopo il 1850, infine, si aggiunse un nuovo corpo, che si prolungava verso il giardino a completare il nuovo scalone d'accesso al primo piano, abbellito di copie delle statue del loggiato degli Uffizi.
Cosa si scopre durante la visita
«Durante le Giornate Fai di Primavera, avrete l'opportunità straordinaria di varcare le porte del Palazzo de Larderel, uno degli edifici più imponenti ed eleganti della città, unico nel suo genere in tutta la Toscana», scriva la delegazione Fai di Livorno. Questo percorso esclusivo permetterà di esplorare gli ambienti interni, solitamente chiusi al pubblico, e di scoprire la storia affascinante del Palazzo, strettamente intrecciata con quella di Livorno. Attraverso saloni decorati, dettagli architettonici raffinati e racconti avvincenti, potrete immergervi in un passato ricco di cultura, arte e potere. «Un'occasione imperdibile per ammirare un gioiello del patrimonio cittadino, accessibile solo in queste giornate speciali», chiude.
Il palazzo di Giustizia in Venezia
Il Palazzo di Giustizia di Livorno sarà visitabile domenica 23 marzo dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17). Turni di visita ogni 20 minuti, per gruppi di massimo 30 persone. A fare da ciceroni gli studenti del liceo Enriques.
La storia
Si erge nel caratteristico quartiere Venezia Nuova ed è sede del Tribunale Penale. La struttura occupa un ampio lotto compreso tra le vie Falcone e Borsellino (ex via dei Milanesi), la Via della Madonna e gli Scali del Vescovado, nell'area che costituisce il cosiddetto secondo accrescimento del quartiere Venezia Nuova.
L'inizio della costruzione del palazzo risale, secondo Pietro Vigo, al 1697. La struttura fu edificata per ospitare un ordine religioso femminile (la Santissima Concezione di Maria Vergine) che avrebbe dovuto aprirci un monastero e scuole pubbliche per ragazze. Già nel 1700 fu consacrata la Chiesa e il complesso continuò a crescere. Nel frattempo il Granduca Cosimo III de' Medici, sollecitato dai Gesuiti, che intendevano aprire un collegio e convitto a Livorno, fece affidare la struttura agli stessi, invece che alle monache. Il collegio fu completato dall'architetto Giovanni del Fantasia nel 1707. In seguito la struttura fu adibita ad usi vari, da ospedale delle donne a magazzino a residenza vescovile. Nel 1857 il complesso divenne interamente sede del tribunale labronico.
L'esterno dell'edificio, lungo la via della Madonna, presenta un'elegante facciata su tre piani, caratterizzata da grandi cornici che inquadrano le aperture. Il fronte lungo la via Falcone e Borsellino, dove si trova l'ingresso, è articolato mediante un portico a cinque arcate rivestite in pietra. All'interno sono da segnalare l'armonioso chiostro, definito da più ordini di pilastri con archi a tutto sesto, ed i resti della vasta cappella; quest'ultima, suddivisa a metà, fu ridotta a sala d'udienza al primo piano e a magazzini nella parte inferiore. Degno di nota anche lo scalone di accesso al piano superiore. Nel cortile si trova il monumento a Giuseppe Micali, realizzato intorno al 1862 dal livornese Giovanni Paganucci; l'opera, inizialmente collocata presso il Liceo Niccolini (che allora ospitava la Biblioteca Labronica), fu posta nell'attuale sede nel 1918. Inoltre, nei pressi della scultura è apposta una lapide commemorativa della Tipografia Coltellini proveniente dal demolito Bagno dei forzati, in via della Banca, dove la tipografia stessa aveva sede. Recenti lavori di restauro hanno permesso di individuare, in alcuni ambienti, le tracce della originaria Fortezza Nuova, che fino alla fine del Seicento si estendeva anche sull'area del palazzo. Un altro restauro ha riporta
Cosa si vedrà
«Durante le Giornate Fai, sarà possibile accedere a un luogo solitamente chiuso al pubblico, per scoprire la storia e l'evoluzione di uno dei palazzi storici di Livorno, situato nel suggestivo quartiere della Venezia Nuova. I visitatori potranno immergersi nell'atmosfera storica di questo edificio, esplorando la sua architettura e le storie che lo legano al passato della città, un'esperienza unica per apprezzare l'importanza culturale di Livorno», scrivono dal Fai di Livorno.