Il Tirreno

Livorno

La testimonianza

Rapinato a 98 anni a Livorno, il racconto dell'anziano: «Mi ha sbattuto contro un mobile»

di Stefano Taglione
Un'anziana al telefono bersaglio di una truffa (foto d'archivio)
Un'anziana al telefono bersaglio di una truffa (foto d'archivio)

L’uomo è ancora scosso: «Non so come ho fatto a cascarci, ricordo che parlava bene italiano». Indagano gli agenti della polizia di Stato

2 MINUTI DI LETTURA





Livorno «Questa persona, attraverso il telefono, mi ha detto che mio nipote doveva pagare questa tassa e che se non gli avessi consegnato i soldi sarebbe stato peggio. Ha poi concluso la chiamata dicendo che sarebbe passato da casa, come poi effettivamente ha fatto. Poi, dopo che gli ho consentito di entrare, mi ha aggredito, buttandomi contro un mobile. Ho sbattuto la schiena, poi sono finito a terra sul pavimento. Se ci ripenso stento a crederci».

A parlare al Tirreno, chiedendo l’anonimato, è il novantottenne livornese che nella mattinata del 5 marzo, attorno alle 11, è stato rapinato da una persona che, poco prima, l’aveva contattato al numero fisso spiegandogli che suo nipote, a suo dire davanti a lui dentro un ufficio postale, doveva pagare un’imposta di 1.400 euro, tassa che autonomamente non sarebbe stato però in grado di versare, motivo per il quale in suo aiuto doveva venire proprio il nonno, attraverso l’immediata consegna del denaro a un incarico del colosso pubblico delle spedizioni e della finanza.

Tutto inventato, naturalmente. Anche se sul momento, a causa della forte emotività, l’anziano quasi centenario ci ha creduto assecondando il truffatore, un uomo che purtroppo era molto preparato sulla sua vita e che, con le parole giuste, lo ha convinto a collaborare, guadagnando la sua fiducia ed evitando che, nel breve tempo fra la cornetta riagganciata e il passaggio dall’appartamento, contattasse i familiari. Poi, una volta nell’appartamento di via Galileo Ferraris, dopo pochi secondi si è trasformato in un rapinatore: «Era una persona che parlava italiano correttamente, almeno così ricordo – le parole della vittima – ma non saprei descriverlo meglio. Per fortuna sto bene, sono stato colpito all’improvviso con uno spintone e poteva senz’altro andare peggio. La cosa che mi fa rabbia è la sparizione di tutti questi soldi: sì, sono 11.000 euro, io mai ne tengo così tanti insieme. Mi fa rabbia, non capisco ancora come sia potuto accadere. Ha fatto finta che mio nipote fosse in pericolo, dicendo che dovevo dargli quei soldi per pagare la tassa, ma non era vero niente, mi ha truffato e poi mi ha aggredito».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Violenza in città

Massacrato di botte e lasciato per strada nel sangue: a Santa Croce sull'Arno aggrediti anche i soccorritori del 118

di Sabrina Chiellini
Sani e Belli