Livorno e la sua Corea. Ritrovarsi dopo mezzo secolo «A cena in 70 tra aneddoti e nostalgia»
Il vecchio campo Mastacchi, la baracca del Fenzi: tutti i nomi della rimpatriata
LIVORNO. Corea a tavola. A distanza di 50 anni rivedersi è come tuffarsi nei tempi passati e tornarci. Sono una settantina, dai 45 ai 70 anni, tutti rigorosamente nati e cresciuti «in quel paese che per noi era staccato dalla città», Massimiliano Ceccarini racconta. Parla lui, ma è come se lo facessero tutti. Lui ancora ci abita in Corea. E rivedersi tutti a cena, così tanti, è un’emozione che si porta nel cuore.
«Chi non era del quartiere non poteva venire», ci scherza su. Ma a quel tavolo, veramente, se non sei coreano non puoi sedere. E infatti sono tutti a cena al locale Pampas, di un altro coreano doc, Davide Pampaloni.
Noi, una famiglia
«Eravamo quattro generazioni di amicizie», continua. Dall’asilo in via Agnoletti al Villaggio di Corea, alle elementari Modigliani, alle medie Pistelli. Tutta la loro vita ha girato in quel rione a nord della città. «La strada è la nostra lezione di vita più grande, di appartenenza, di legami veri e duraturi nel tempo e di un bene profondo che tutti ci vogliamo».
«La cosa bella è che, con alcuni, non ci siamo riconosciuti subito». Emozioni immense. Le chiacchiere e gli aneddoti del tempo. «E il bello nostro - prosegue - è che oltre al conoscersi noi, conosciamo anche le famiglie, i genitori, i nonni».
Si parla di quella Corea «dove usavano gli usci di casa aperti, non c’erano chiavi nelle porte, eravamo i figli di tutti». Il ricordo delle scorribande alla baracchina del Fenzi con i biliardini e i flipper. Il bar di Otello Papini, il vecchio campo sportivo Mastacchi. «E poi la vecchia via Gobetti per noi era come gli Champs-Élysées: era la via dei negozi, dei bar. Ora tutto è cambiato». Si guarda con nostalgia al vecchio rione.
«Ci si voleva un gran bene: alla cena è venuto anche Pio, il vecchio sacerdote che poi ha abbandonato l’abito. Per noi resta il nostro prete». A fine cena arriva la promessa finale. «Quella di rivederci ogni anno, anche in un luogo più grande, perché qualcuno è rimasto fuori: non c’erano abbastanza posti per tutti».
Tutti i protagonisti
Massimiliano Ceccarini, Fabrizio Camedda , Barbara Restano, Michela, Mauro e Alessandro Ulissi, Roberto Fachinetti, Messerini, Giovanna Ester, Davide Senzacqua, Franco Lambertini, Mauro e Samanta Del Greco, Flavio Occhini, Chico Brondi, Maurizio Voliani, Silvia Barghigiani, Piero Corsi, Marcello Biondi, Rossano Del Vivo, Maurizio Fiorentini, Riccardo Ienna, Fabiano Cecchi, Claudio Marescalchi, Stefania Barghigiani, Luca, Corrado, Giovanni e Alessio Ciolli, Roberto Rosellini, Simona Barbieri, Marina Rosellini, Andrea Cheli, Andrea Barbieri, Fabio Dazzi, Alessio Battini, Marco Brucciani, Roberto Cantini, Alessandro Brondi, Marco e Fabio Rosellini, Katiuscia Del Vivo, Stefano Polidori, Sonia Cavallini, Katy Restano, Alessio Lucchesini, Marzio Cioni, Paola Barontini, Diego Guarracino, Francesco Landi, Luca Cordiviola, Gianluca Lepri, Alberto Bonatti, Donella Avolio, Antonio Catania, Arianna Terreni, Andrea e Debora Carboni, Alessio Brondi, Paolo Galleschi.
E ancora Alessandro Mattei, Stefano Lavoratori, Maurizio Rea, Pio, Carmela, Nedino Terreni, Donatella Pucci, Roberta Guerriero, Franco Sandro, Davide Pampaloni. Alla maxi tavolata anche sette cosiddetti veterani.l